L’ukulele sbarca tra i banchi di scuola

Quanti di voi hanno odiato le lezioni di flauto alle scuole medie? Per non parlare di quelle con la diamonica (o melodica), la tastiera tascabile aerofona in grado di raccogliere litri e litri di saliva. Tutto questo per i ragazzi di oggi potrebbe essere soltanto una vecchia storia, arriva infatti tra i banchi di scuola un nuovo eroe a corde: l’ukulele. La chitarra versione baby è facile da imparare e permette di cantare, cosa che i due predecessori non permettevano. Al riguardo parla Elisabetta Zulian, la presidente di Oltremusica, associazione comasca che organizza laboratori scolastici con lo strumento nelle scuole italiane: “E’ facile da imparare e per i bambini è molto più maneggevole di una chitarra. Ispira simpatia”. Direttamente dalle Hawaii il simpatico ukulele fu inventato nel 1879 da immigrati portoghesi che si trasferirono nelle famose isole per lavorare nei campi di canna da zucchero e in breve tempo divenne molto popolare dapprima in Polinesia poi negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Il nome in lingua hawaiana significa “pulce saltellante” e sembra sia collegato alla velocità con cui abitualmente questo strumento viene suonato. Secondo i docenti pulce saltellante è anche molto veloce da imparare: basta un quarto d’ora per suonare tre accordi e cantare tutti insieme in classe. Infatti non è necessario avere titoli particolari per imparare a suonare un ukulele, basta solo la volontà di sperimentarlo. Il metodo didattico italiano dice: mano destra a pistola e indice in giù che sfiora le corde. Il prezzo medio di un ukulele è però più alto di quello del caro e vecchio flauto: circa una quindicina di euro in più. In ogni caso la pulce saltellante sembra davvero prendere piede nella scuola media italiana, infatti sono stati già fatti corsi di formazione di ukulele per i docenti in linea con il programma ministeriale. Un nuovo approccio al mondo della musica per i più giovani, in grado forse di tingere anche le giornate più grigie con le calde melodie oltre oceano.

Daniele La Rocca