Londra: inaugurato il primo museo al Mondo sulla Vagina

Il primo museo della vagina al mondo ha finalmente aperto le sue porte a Londra. Finalmente perché uno dei suoi principali obbiettivi è quello di sconfiggere tutti i tabù sulle donne, il ciclo ed anche gli assorbenti. Tutto il resto, poi, vien da sé.

Il principale scopo del Museo è “diffondere conoscenza e far crescere la consapevolezza sull’anatomia ginecologica e la salute, sfidare il comportamento etero e cisnormativo”. Il museo è quindi un vero e proprio museo educativo. Ospiterà non soltanto mostre, ma anche eventi culturali legati al tema. E’ nato da un’idea di Florence Schechter, con un passato da comunicatrice della scienza.
Il museo si trova a Camden Town, uno dei quartieri più in voga della capitale britannica. Una zona di Londra dove non esistono tabù. Un luogo simbolo di una delle città più libere e cosmopolite di sempre. (Noi alla Brexit continuiamo a non volerci credere, sia chiaro!).

Obiettivo informazione

YouGov, che analizza i risultati di sondaggi a campione, ha svelato che, in media, la metà degli intervistati non è in grado di distinguere o di descrivere la funzione della vagina, delle labbra e dell’uretra. Insomma, un vere e proprio dramma!
Uno dei principali obiettivi del Vagina Museum è quello di combattere la disinformazione su temi di natura ginecologica: l’anatomia, il sesso, la contraccezione e il ciclo mestruale. Un comitato scientifico presiederà le attività museali, così da organizzare incontri, mostre a tema, eventi e work-shop.

Peli? Sì, grazie! 

A febbraio ospiterà la prima esposizione: “Muff busters: i miti sulla vagina e come combatterli”. Muff busters è un gioco di parole. “Muff” sta per peli pubici e “busters” è parte del titolo del celebre film Ghostbusters. Non acchiappa fantasmi, neanche acchiappa peli. Acchiappa miti? Meglio sfata – miti! Sarah Creed, curatrice della mostra, in un’intervista al Guardian ha affermato che “uno dei miti su cui si concentra la mostra è quello, per l’appunto, che i peli pubici non siano igenici. Al contrario”. Capiamo che non siano poi così sexy. Forse un po’ anni ’80. Ma se il pelo c’è ci sarà un perchè. Fatevene una ragione.
Il museo, la mostra e tutto il resto delle attività che si prefigge di organizzare si rivolto ad un pubblico eterogeneo. Non c’è distinzione di sesso. Sia donne che omini dovrebbero prender coscienza degli organi riproduttivi che, rispettivamente, hanno.

E per il p***llo?

In Islanda esiste un museo “gemello”, che probabilmente ha ispirato quello a Londra. Il fiocco è però azzurro, in quanto raccoglie la più vasta collezione di peni animali al Mondo. Un’enciclopedia della biologia dell’organo sessuale maschile, con un’esplorazione tra specie diverse (quasi 100 specie tra cui uno solo umano).

Insomma, a questo punto, per uno studio completo dell’anatomia, meritano sicuramente una visita entrambi!

Sharon Santarelli