Dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi letterari nazionali e internazionali, lo scrittore Giovanni Margarone si è riaffacciato sul panorama editoriale con il romanzo “Quella notte senza luna”.
Un libro nato in un periodo difficile, ma comunque intriso di emozione, coraggio e speranza.
A essere narrata è la storia di Elena, una giovane mendicante che vive a Genova in una baracca fatiscente assieme ad altri due clochard. Assieme a lei Beatrice e poi Filippo, al quale Elena si lega sentimentalmente, occultandogli per paura e con stratagemmi la sua reale condizione esistenziale.
Giovanni, quali sono le principali difficoltà che Elena incontra nella sua vita?
Enumerare le difficoltà esistenziali di Elena è complicato, in quanto lo stato di indigenza di una persona sfortunata e povera sintetizza in sé il concetto stesso di difficoltà. Inutile dire che la fame e gli stenti siano la realtà quotidiana di una persona costretta a vivere senza un tetto e questo è uno dei moniti contenuti nel mio romanzo: ricordarsi dei bisognosi e non arroccarsi nel proprio egoismo.
Come si manifesta la solidarietà nella vita di Elena?
Si manifesta con la figura di Beatrice, simbolo di generosità, che tende disinteressatamente la mano a Elena, sua coetanea, e che cerca di alleviare la sua condizione di indigenza facendole assaggiare il sapore di una vita a lei sconosciuta.
Chi è, invece, Filippo e qual è il suo rapporto con Elena?
Filippo simboleggia l’arroganza e il pregiudizio e si avvicina a Elena grazie a uno stratagemma ideato da Beatrice in buona fede. Il rapporto amoroso con Elena è illusorio, perché Filippo non sa che la ragazza è una mendicante e lui ripudia le persone come lei a causa della sua mentalità ereditata dal padre. Elena teme di essere scoperta e per questo, con Filippo, continua a recitare la parte della maschera. All’apparenza è una storia d’amore bellissima, ma le insidie che la minano possono essere deleterie.
Quali sono le conseguenze delle azioni di Filippo sulle relazioni con i personaggi che lo circondano?
Oltre alla relazione con Elena, della quale ho detto prima, Filippo ha un rapporto di assoggettamento con il padre. La madre, di idee molto più aperte, è tuttavia connivente con quest’ultimo in quanto si sente, a torto, perennemente in debito; situazione questa che non dovrebbe esistere in un vero rapporto di coppia. Filippo è amico di Beatrice, ma non ne condivide gli ideali per ovvie ragioni.
In chiusura, da quale personaggio possiamo imparare di più?
Da Beatrice, perché rappresenta la generosità disinteressata, la solidarietà verso i deboli; un modo di essere che se fosse più diffuso nella società civile porterebbe a un mondo più giusto. Purtroppo credo che non sarà mai così, ma bisogna parlarne sempre se non altro per ricordare che esistono, al mondo, tante persone buone come Beatrice, sebbene il bene, a differenza del male, non faccia notizia.