Le donne di oggi si sentono belle e libere dal concetto di taglia

“Esibire” il concetto di femminilità senza alcun freno e soprattutto senza alcun vincolo. No alle taglie impossibili, basta ai canoni di bellezza prefissati da una società non curante e superficiale. Le nuove donne dicono basta: più consapevolezza e amor proprio, unito alla cultura e all’intelligenza di vedere il proprio corpo sano senza dover ricorrere a quelle diete inutili e rovinose. Basta alla voglia di dover assomigliare obbligatoriamente a una top model. Sì alla voglia di tenersi in forma per se stesse e per la propria soddisfazione.

La nuova donna ha capito che per essere bella ha bisogno di essere sana, felice e fiera di se stessa. Finalmente un grande passo in avanti per il mondo femminile, il quale ha ritrovato una nuova consapevolezza e autostima estetica. Ecco così una nuova immagine di femminilità, non più associata a una magrezza assoluta, ma ad un corpo sano e pieno, con tanti difetti che lo rendono unico, e una rinnovata accettazione di sé.

Curvy non significa essere grassi

Lo dimostra la crescente popolarità di icone curvy, modelle prosperose e donne celebri che non temono di esibire la loro abbondante fisicità, facendone addirittura un elemento di vanto nonché un grande strumento di seduzione. Specifichiamo però, che l’essere “curvy” non significa essere “grassi”. Il corpo curvy è un corpo sano: è la curva al posto giusto, quel difetto che può rendere il nostro corpo unico anche se non ci piace. E’ quel seno abbondante che non rientra nelle taglie prefissate; sono quei fianchi ben pronunciati che vorremmo cambiare, senza renderci conto che contribuiscono alla nostra bellezza e unicità. Un corpo “curvy” non può essere inteso come negativo. Al contrario, dovrebbe essere usato come caratteristica positiva, perché sa di vero, genuino, che se ne frega degli standard convenzionali. Un corpo curvy può comunque essere un corpo che si tiene in forma e non è detto che tenda ad essere grasso.

Perché ridurre tutto il mondo femminile ad una taglia 40? Ogni taglia può essere quella giusta, se è presente l’intelligenza e l’amore per la cura del proprio corpo. Amare se stessi significa anche accettarsi, ma soprattutto aiutare il corpo dandogli costanti attenzioni e cure. Nel momento in cui il nostro fisico dovesse avere bisogno di noi e di un nostro intervento, è necessario, se non fondamentale, affidarsi ad esperti in grado di poterci seguire, e non a riviste o diete fai da te. Questo vale per le taglie più abbondanti quanto per quelle più ridotte.

Il body shaming va inteso sia per quanto riguarda le taglie più “forti” che per quanto riguarda quelle più piccole. Bisogna sempre osservare entrambi i lati della medaglia. Di base il nostro corpo non dovrebbe essere uno strumento di identificazione e di classificazione. Non si può parlare di “troppo magro” o “troppo grasso” senza essere a conoscenza di tutti i processi che ha subito un determinato corpo e una determinata persona. L’universo femminile è variegato, ricco di sfumature, di taglie più abbondanti e di taglie più ridotte, e finalmente le donne intelligenti lo hanno capito.

Cosa ne pensano le donne

«Tra le tendenze emergenti c’è la crescita esponenziale di una soggettività consapevole e dell’amor proprio femminile», ha evidenziato il sociologo Francesco Morace, nel commentare la ricerca commissionata dalla stilista Fiorella Rubino, da sempre sostenitrice della moda democratica e adatta a tutte le taglie.

Lungi dall’ispirarsi ossessivamente a modelli estetici imposti da moda e pubblicità, le donne di oggi sono sempre più concentrate sul proprio progetto di vita e sulla propria affermazione.

Perché, come ha giustamente sottolineato la filosofa Laura Campanello, a proposito di questa nuova immagine della femminilità nella quale tante donne italiane si ritrovano, «la bellezza nasce e trova dimora all’interno di ciascuna donna e la forma esterna ne è la rappresentazione: donne sorridenti, soddisfatte, armoniche tra dentro e fuori, tra loro e gli altri, realizzate per ciò che sono e ciò che fanno».

Siamo donne, la nostra femminilità deriva dalla nostra mente, dal nostro modo di agire e non dalla circonferenza delle nostre cosce. La nostra femminilità è dentro di noi, dentro le nostre idee e tocca a noi urlarle al mondo.  “Siamo donne oltre alle gambe c’è di più”.

Valentina Brini