L’età ideale per il matrimonio è arrivata, se hai 25 anni!

Brutte notizie per chi ha l’animo da farfallone ma ha appena spento le 25 candeline sulla torta. Pare infatti che con il raggiungimento del quarto di secolo arrivi anche il momento giusto per pensare ai fiori d’arancio. Ad affermarlo è una ricerca sociologica dell’Università dello Utah: secondo il sociologo che l’ha condotta, Nicholas Wolfinger, l’età ideale per il matrimonio è compresa nella fascia tra i 25 ed i 30 anni. I matrimoni contratti in questo periodo di vita hanno più probabilità di rivelarsi indenni dal divorzio, almeno nei primi anni.

Cade quindi l’idea secondo la quale il matrimonio sia più stabile fra persone mature. Al contrario, aspettare troppo tempo prima di compiere il grande passo potrebbe diventare deleterio. Due sono, infatti, i pericoli più ricorrenti in caso di matrimonio dopo i 30 anni: o ci si accontenta, o si nasconde l’insoddisfazione. Ci si accontenta perché si ha paura che ormai sia scaduto il tempo per trovare il vero amore. Si nasconde l’insoddisfazione causata da una relazione lunga, ma ormai vuota, dietro l’ufficialità del matrimonio. Magari sperando che il grande passo migliori le cose.

A far sperare bene chi decide di sposarsi presto è la statistica

Lo studio di Wolfinger ha analizzato i dati sulle famiglie statunitensi dal 2006 al 2013. Quello che ne è venuto fuori per un verso consolida l’idea che sposarsi da giovanissimi non è proprio una buona idea; per l’altro verso, però, viene fuori che età matura non implica necessariamente saggezza. La conclusione è che ci sarebbe una finestra di tempo, che va dai 25 ai 32 anni, in cui arriva l’età ideale per il matrimonio ed in cui si può farlo durare davvero per tutta la vita. Superati i 32 anni, la probabilità di divorziare ricomincia ad aumentare, per ogni anno, del 5%.

Per quale motivo l’età ideale per sposarsi si aggira sui 25 anni? Anzitutto, si è abbastanza grandi per distinguere il vero amore dal semplice impulso sessuale dettato dagli ormoni impazziti dell’adolescenza. Al contempo, però, si è abbastanza giovani per adattarsi alla vita matrimoniale, che prevede come minimo un cambio di abitudini, di stili di vita e, il più delle volte, di compromessi necessari per vivere con un “estraneo”.

Un altro elemento a favore del matrimonio in questa fascia d’età sono le condizioni socio-economiche in cui i ragazzi dovrebbero trovarsi. Perché dovrebbero? Perché Wolfinger presuppone che a 25 anni le persone siano economicamente autosufficienti, con una carriera se non affermata quantomeno avviata e capaci di far fronte alle avversità economiche per se stessi e per un’altra persona. Viene da chiedersi, a questo punto, dove Wolfinger abbia vissuto negli ultimi 10 anni, dal momento che la crisi economica ha causato una seria riduzione delle aspettative dei 30enni e rovinato i sogni di una generazione.

Ultimo argomento a favore della sua tesi è la descrizione che Wolfinger fa degli over 30. Cristallizzati nelle loro abitudini e convinzioni, essi potrebbero non essere molto propensi ai sacrifici che la vita matrimoniale impone, arrivando così molto più facilmente al divorzio.

I critici di Wolfinger

Altri sociologi hanno collocato l’età ideale per il matrimonio in una fascia d’età totalmente diversa. Philip Cohen, dell’Università del Maryland, utilizzando un diverso database ha affermato che il momento ideale per l’abito bianco arrivi solo dopo i 40 anni, fino ai 49. Quando in pratica si è abbastanza grandi da saper stare da soli, motivo per cui scegliere qualcuno con cui dividere la vita quotidiana è frutto di una scelta ragionata.

Come si risolve la questione? Anzitutto, bisogna tener ben presente che si tratta di statistiche, non di leggi matematiche immutabili. E che, soprattutto, una via alternativa, più economica e meno problematica del matrimonio esiste: la convivenza. O la vita da gattari!

Emilia Granito