Le immagini strazianti dell’esercito che porta via i corpi dall’Ospedale di Bergamo

A Bergamo non ci sono più bare.
A Bergamo non c’è più ossigeno.
A Bergamo, fuori il cimitero, c’è la fila di carri funebri.
A Bergamo c’è una sepoltura ogni mezz’ora.
Perdi qualcuno di caro e non puoi neppure salutarlo per l’ultima volta.
Al cimitero si cerca supporto l’un con l’altro guardandosi solo negli occhi.
Noi delle altre persone ultimamente vediamo solo gli occhi perché il naso e la bocca sono coperti da una mascherina.
A Bergamo non si vedono più sorrisi.
Si vive da 3 settimane in equilibrio: da una parte la spinta della natura, forte, che vuole farci crollare, dall’altra quella dei bergamaschi, ancora più forte,che vogliono ricominciare.
Le giornate sono infinite, le nottati insonni. Tutti pensano a qualcosa: i giovani pensano ai nonni, i nonni pensano ai nipoti, gli imprenditori pensavo a come pagare gli stipendi, tutti sogniamo la normalità.
Io non lo so quando tornerà questa normalità ma sicuramente sarà bellissimo trovarci in centro e vederci finalmente sorridere.

Con questi pensieri raccontati dai bergamaschi su Facebook raccontiamo l’orribile realtà che stanno vivendo a Bergamo centinaia di famiglie, costrette ogni notte a sperare che quel telefono non squilli. La Lombardia è stata colpita in maniera inimmaginabile dal coronavirus e sono circa 18.000 le persone contagiate e Bergamo risulta essere la provincia più colpita dall’epidemia che continua inarrestabile il suo percorso. I segnali dati dalla Protezione Civile ci spingono all’ottimismo con la variazione percentuale che inizia a dare maggiori speranze, ma le immagini che si vedono in giro per le strade e sul web non ci portano in alcun modo a pensare positivo. E’ nostro dovere fare cronaca ed il nostro giornale spesso cerca di utilizzare toni divertenti e notizie davvero “inusuali” per alleggerire la vita dei nostri lettori, tuttavia adesso sentiamo solo il dovere di stare in silenzio e pensare a questi cari che non ci sono più.

Andrea Calabrò