Le Gallerie delle Prigioni, un tempo simbolo di reclusione e oggi inno all’apertura

Incastonati tra i palazzi della nostra città o situati in angoli remoti, le carceri sono il simbolo della reclusione e della perdita di libertà. Un ossimoro se consideriamo quanta vita si può osservare al di fuori di quelle mura.

Un progetto molto interessante di restauro è stato portato avanti a Treviso sulle ex carceri asburgiche, le quali da luogo di reclusione sono diventate simbolo di apertura. Le Gallerie delle Prigioni è un progetto che si trova nel cuore della città, a due passi dal Duomo, per merito del complesso restauro – finanziato da Edizione srl, finanziaria del gruppo Benetton, e realizzato su progetto dell’Arch. Tobia Scarpa – che ha trasformato questi spazi in un laboratorio di idee, progetti e nuove sperimentazioni. 

La sfida è infatti stata quella di trasformare un ambiente oppressivo come una prigione declinandolo in favore della cultura, delle idee e delle esposizioni, in altre parole, in un museo.  

Di qui il massiccio intervento di riqualificazione dell’intero edificio, di cui sono stati conservati alcuni elementi che ne raccontano il passato. La struttura originaria risale al 1835 e nella ristrutturazione si sono volutamente conservati alcuni elementi originali: le porte in legno con i loro chiavistelli in ferro, le travi, anch’esse in legno, gli ingressi ribassati delle celle e i numeri dipinti sopra di loro, oltre ad alcune scritte che identificano le sale. Oggi al loro interno si trovano opere d’arte, esposte secondo un fil rouge che di volta in volta racconta una storia diversa. 

In un contesto come questo, dove l’obiettivo era quello di valorizzare le caratteristiche identitarie dell’immobile ma allo stesso tempo renderlo innovativo dal punto di vista funzionale il contributo della tecnologia Vimar è stato fondamentale. Per permettere ai visitatori di godere appieno dei nuovi spazi, infatti, anche l’impianto elettrico, come le altre dotazioni, doveva rispondere agli standard più elevati. 

Per questo a fare da cornice a prese e interruttori sono state scelte le linee affascinanti, ricercate ed esclusive della serie Eikon Evo, nella versione in alluminio totale color grigio lava. Testimoni indiscusse della qualità, del design e dell’innovazione che contraddistinguono una gamma di prodotti interamente sviluppata e prodotta in Italia, le placche Eikon Evo rappresentano un vero e proprio oggetto di design. Un elogio alla bellezza delle forme e al pregio delle finiture; una nuova definizione di stile e un nuovo concetto di eleganza che permettono all’impianto elettrico di integrarsi armoniosamente con la nuova natura di questi spazi. Quasi si trattasse di un’opera d’arte. 

Anche grazie a loro i visitatori possono apprezzare a pieno questi spazi, un tempo simbolo di reclusione e oggi inno all’apertura.

Claudia Ruiz