“L’Altro Spazio”: il primo locale dove la disabilità non è un limite

Da Torre del Greco a Bologna: ecco il tragitto di un’idea del tutto innovativa per il panorama italiano. Sono circa 600 chilometri quelli percorsi da Santa e Nunzia Vannuccini, due gemelle napoletane promotrici e titolari de L’Altro spazio, il locale, primo in assoluto per genere in Italia, dedicato interamente a quanti sono affetti da deficit debilitanti. Inaugurato alla fine di ottobre a Bologna, in via Nazario Sauro, a due passi da Piazza Maggiore, il progetto nasce in seno all’associazione Farm, guidata dalla stessa Nunzia Vannuccini, una 33enne di Torre del Greco trasferitasi a Bologna nel 2001.

Ispirato al modello europeo, il locale risponde ai criteri di “inclusione e accessibilità”: da qui la scelta di un bancone di 80 centimetri per consentire alle persone in carrozzella di ordinare e gustare da bere senza sforzi, di menù disponibili anche in braille, di una mappa tattile del posto per permettere ai non vedenti di muoversi autonomamente tra tavoli e sedie, di un arredamento disposto in modo da favorire il passaggio e la circolazione, di un personale che ben conosce le problematiche spesso legate ai deficit debilitanti. La barista, infatti, è sulla sedia a rotelle, il cuoco è ipovedente e tutti conoscono il linguaggio dei segni.

Alla base del progetto, totalmente autofinanziato, c’è l’idea di abbattere non solo le barriere architettoniche, ma anche quelle ideali, per creare uno spazio in cui convivano, in maniera del tutto ordinaria, normodotati e disabili. “L’Altro spazio” è un luogo dove porsi delle domande nuove, un posto per concentrarsi su qualcuno che ci sembra lontano e distante, ma che, nella realtà, non lo è affatto. Lo scopo più alto è quello di distruggere il concetto di inabilità e di far capire che esso esiste solo perché è il mondo a non essere accessibile.

Molte saranno le iniziative culturali promesse dal locale e che vedranno la partecipazione anche di artisti internazionali, tra cui le “cene al buio”, reading letterari organizzati, un centro di poesia dove leggere autori contemporanei, gli appuntamenti del “Verso 61” e un’offerta gastronomica a km zero. In particolare, ogni tre mesi verrà scelto un tema per la programmazione a cura dell’artista e filmker olandese Jascha Blume, che collabora al progetto: il primo ciclo ruoterà intorno al tema “Nobody Land”, intesa come una zona grigia tra due realtà, di cui nessuno ha il coraggio di attraversarne i confini.

Se da un lato “L’Altro spazio” si presenta come un luogo di cultura e intrattenimento, dall’altro si configura come un centro di formazione grazie a “L’Altra scuola”, coordinata da Santa Vannuccini. Si tratta di una scuola accessibile a tutti che intende collegare mondi diversi: si terranno, infatti, corsi settimanali per apprendere il linguaggio braille e la lingua dei segni, aperto ad insegnanti ed educatori, corsi di lingua, tra cui il cinese ed il giapponese, per adulti e bambini, informatica per anziani, doposcuola, corsi di italiano per stranieri, corsi di pittura, di fotografia, di taglio e cucito ed altri ancora.

Come affermava il chimico statunitense Willard Frank Libby, premio nobel per la chimica nel 1960, “Le idee iniziali sono in genere quelli di un singolo individuo, ma la concretizzazione della realtà e della verità sono, in generale, il lavoro di più persone” e, indubbiamente, “L’Altro spazio” è il portavoce di questa rivoluzione.

Catiuscia Polzella