La ricchezza del nostro pianeta è la biodiversità che vive al suo interno. Una molteplicità di specie animali, vegetali e microrganismi che, in relazione tra loro, creano un equilibrio fondamentale per la vita sulla Terra. Questo equilibrio è sempre più in crisi a causa della scelleratezza dell’uomo, con che con le sue azioni, mette in pericolo ogni giorno l’esistenza di tutti gli esseri viventi. Nel tentativo di proteggere la biodiversità del nostro pianeta, tante sono le aree protette, parchi e riserve situate in ogni parte del mondo. Oggi, noi di Social Up vi portiamo alla scoperta di una di queste zone, l’altopiano di Bamyan in Afganistan.
LONTANO DALLA GUERRA, LONTANO DAGLI UOMINI
Nascosto nelle zone più remote della catena dell’Hindu Kush, l’altopiano di Bamyan copre oltre 4 mila chilometri quadrati. Frequentato raramente e solo d’estate dalle popolazioni nomadi, questa regione è rimasta al riparo da guerre e intervento umano. Tra canyon, sistemi collinari, valli glaciali e plateau di alta quota, vivono indisturbati alcune delle specie più rare dell’Asia centrale. All’interno di quest’area, la seconda per estensione del Paese, le fototrappole hanno confermato la presenza di uno dei felini più elusivi della regione, il leopardo persiano. Si tratta di un animale in via d’estinzione di cui si stima ce ne siano poco più di mille esemplari distribuiti tra Armenia e Kirghizistan.
LA STORIA
Erano gli anni ’70 quando una serie di spedizioni scientifiche americane raggiunsero la vicina valle di Ajar, in passato riserva di caccia personale della famiglia reale afgana. Ma l’invasione sovietica costrinse il gruppo di ricercatori ad abbandonare l’impresa, tornando in America con solo pochi dati e qualche immagine. Ci sono voluti altri 30 anni prima per rivedere quei dati, comparsi a New York nel 2006 negli archivi della World Conservation Society che, in collaborazione con il governo locale, ha promosso la creazione del nuovo parco. Da quel giorno sono passati 13 anni e solo adesso è stato riconosciuto all’altopiano di Bamyan il suo valore naturalistico. Un’area protetta, dunque, che si unisce ad altre meraviglie come l’Hazarchishma Natural Bridge, un colosso di pietra scoperto nel 2011 dai ricercatori americani. Si tratta di un un arco di pietra lungo oltre 60 metri, il dodicesimo ponte naturale più lungo del mondo.
ALTOPIANO DI BAMYAN: LA RISERVA DEI PREDATORI
Nel nuovo parco nazionale, oltre al leopardo persiano, sono stati avvistati quelli che possono essere considerati tra gli ultimi carnivori dell’Asia centrale. Dalla lince al tasso asiatico, dal lupo al gatto di Pallas, tante sono le specie di predatori che vivono sull’altopiano grazie alla grande presenza di stambecchi siberiani e l’urial o pecora della steppa e al clima semi-arido. Oltre ai grandi predatori, l’altopiano di Bamyan ospita diverse coppie riproduttive di specie mai registrate prima nel paese come la civetta capogrosso, la cui popolazione più vicina si trova a circa 700 chilometri di distanza in Pakistan, e il fringuello afghano, l’unico uccello endemico del paese.
ALTOPIANO DI BAMYAN: UN’AREA PROTETTA ANCHE DALL’UOMO
Purtroppo l’altopiano di Bamyan è una zona off-limits anche per il turista più avventuroso. La posizione isolata e il fenomeno delle bande armate, infatti, rendono l’area una zona piena di pericoli, rischi ed insidie. Tuttavia, l’istituzione dell’area protetta, che confina con il Parco nazionale Band-e Amir, è prima di tutto indirizzata alla salvaguardia delle biodiversità di questo ambiente unico dell’Asia centrale. Le autorità afgane non escludono che in futuro la zona possa offrire alle comunità locali, che hanno affiancato gli studiosi durante tutto il corso del progetto, una fonte di reddito con lo sviluppo dell’ecoturismo.