Sette invenzioni che portano la firma di donne

Se fosse necessaria una ulteriore conferma della grande influenza ed importanza delle donne in tutta la storia dell’umanità, vi presentiamo alcune delle invenzioni più innovative che portano le firme tutte al femminile.

Si passa dalla tecnologia per le automobili alle questioni sul risparmio energetico, passando per l’informatica, gli elettrodomestici e oggetti di ogni genere utilizzati nella vita quotidiana.

Ciascuna di queste innovazioni acquisisce ancor più valore e significato se si considerano la tribolata situazione della donna nel corso degli anni e i diversi condizionamenti legati alle difficoltà di emergere in un mondo sopraffatto dallo strapotere maschile.

Il tergicristallo

L’invenzione per eliminare pioggia, neve e polvere dal parabrezza delle nostre auto trova le sue radici negli Stati Uniti. Si sostiene che all’inizio del 1900, Mary Anderson abbia escogitato un sistema composto da un braccio di oscillazione in legno e gomma, collegato ad una leva accanto al volante. L’idea è nata dopo che l’autista del taxi su cui viaggiava la donna era costretto a fermarsi e scendere dall’auto in caso di cattive condizioni meteo, lasciando così salire il tassometro.

Questa innovazione è stata inizialmente vista con diffidenza, tanto che la Anderson non ricevette alcun profitto. Tuttavia, dal 1916 il tergicristallo è diventato dotazione standard di tutte le auto americane mentre oggi è obbligatorio installarlo per imposizioni di legge.

Il kevlar

Dopo numerosi studi e ricerche sui materiali di matrice polimerica, la chimica statunitense Stephanie Louise Kwolek inventa nel 1965 il kevlar, una fibra sintetica aramidica la cui caratteristica principale è quella di possedere un’elevatissima resistenza meccanica alla trazione (a parità di peso è infatti cinque volte più resistente dell’acciaio).

Inoltre è capace di sopportare grandi shock termici e per questi motivi trova numerosi impieghi ed applicazioni. Gli utilizzi variano dalla produzione delle fibre di rinforzo del giubbotto antiproiettile alla realizzazione delle attrezzature per gli sport estremi. Con il kevlar si realizzano anche diversi componenti ed elementi strutturali degli aeroplani, delle imbarcazioni e delle vetture da competizione come telai, serbatoi o pneumatici.

La lavastoviglie

Il primo modello affidabile per lavare le stoviglie è stato brevettato nel 1886 da Josephine Cochrane e presentato alla Fiera Colombiana di Chicago del 1893. Stando alle sue dichiarazioni, la nascita del dispositivo si deve ai suoi servitori, colpevoli di scheggiare le sue porcellane durante i lavaggi a mano. Questa apparecchiatura era in grado di proiettare dei violenti getti d’acqua sulle stoviglie mediante un sistema di pompe azionato manualmente.

Negli ultimi decenni la lavastoviglie è diventato un elemento presente in tantissime abitazioni ed insostituibile in tutte le cucine che operano nel settore della ristorazione.

Il Monopoli

La storia della nascita del gioco da tavolo più famoso del mondo è piuttosto controversa. Quello che non tutti sanno è che il Monopoli si ispira a “The Landlord’s Game”, brevettato nel 1904 da Elizabeth Magie, il cui intento era quello di divulgare e spiegare le idee anti-monopoliste dell’economista Henry George.

La donna ricevette soltanto 500 dollari e nessun pagamento per i diritti d’autore dalla Parker Brothers che trent’anni dopo mise sul mercato la versione del gioco che conosciamo, creata da Charles Darrow. Versione che in realtà verte su ideologie differenti da quelle volute dalla Phillip. Difatti, essa premia la filosofia economica dei monopoli, anziché criticarla.

La casa solare

Il progetto della Dover House, una casa riscaldata completamente dalla luce del Sole, è stato presentato nel 1950 dalla ricercatrice Maria Telkes e dall’architetto Eleanor Raymond. Attraverso l’utilizzo del sale sodico di acido solforico è stato possibile venire a capo del problema legato alla conservazione dell’energia solare anche nelle fasi notturne.

L’edificio è stato strutturato con dei pannelli di metallo e di vetro posti alle spalle delle finestre e capaci di assorbire la luce e di stoccarne una certa quantità di energia. Si è rivelata una soluzione decisamente innovativa che ha riscosso un grande successo nei primi due anni e mezzo. Tuttavia, gli agenti corrosivi distrussero col tempo i contenitori decretando il fallimento dell’esperimento, il quale si è comunque confermato di fondamentale importanza per favorire la familiarità nell’utilizzo delle fonti di energia solare.

Il sacchetto di carta

Una delle innovazioni più importanti che rientra tra gli oggetti di uso comune porta il nome di Margaret E. Knight, capace di inventare nel 1860 una macchina in grado di produrre in modo automatico dei sacchetti dal fondo piatto. La donna, al tempo impiegata in uno stabilimento adibito alla produzione della carta, non riuscì inizialmente a godere del compenso in denaro per la sua invenzione perché un tale di nome Charles Annan scoprì la macchina e ne depositò il brevetto. Dopo essersi rivolta al tribunale e aver testimoniato con disegni e schemi la maternità dell’opera, la Knight ebbe la meglio e ricevette il meritato risarcimento.

La sega circolare

Tabitha Babbitt, membro della comunità religiosa degli Shakers, si accorse nei primi anni del 1800 che gli strumenti utilizzati dai boscaioli del suo villaggio per tagliare i tronchi degli alberi non erano adeguati e spesso richiedevano degli sforzi troppo grandi. Per migliorare l’efficacia delle operazioni, la donna pensò di costruire un filatoio ed una lama circolare, alimentata da un pedale a ruota. Il risultato è ovviamente stato un successo ma non consentì alla Babbitt di depositare il brevetto per via delle sue credenze religiose.

Giuseppe Forte