La fase 2: ecco il piano del Premier Conte per fare ripartire l’Italia

Per far ripartire L’Italia, occorre prudenza e riorganizzazione strategica, si parla di allentamento graduale delle misure restrittive già a partire dal 13 aprile, mentre una rimodulazione delle misure sugli spostamenti e le uscite arriverà dopo il 4 maggio. Questa è l’intenzione del governo Conte che programma la lunga uscita dall’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19.

Scrive oggi Repubblica che  la discesa imboccata dalla curva del contagio, sebbene ancora lenta e da consolidare, autorizza Palazzo Chigi a iniziare a progettare il futuro: quella Fase 2 che significa riaccendere i motori del Paese con «gradualità e prudenza».

Due gli step immaginati dal premier Conte al termine di un confronto con il Comitato tecnico scientifico e un drappello di ministri, tra cui i capidelegazione Franceschini, Patuanelli e Bellanova, per valutare l’impatto del lockdown sull’epidemia.  Primo, cominciare a riaprire qualcosa dopo Pasqua: magari quelle fabbriche che garantiscono il rispetto del distanziamento sociale e le attività – agricole, le librerie o le cartolerie – dove la stessa misura può essere assicurata con facilità. Una sorta di test, in vista del secondo step.

La decisione di ripartire a step è mirata per evidenziare sul territorio cosa succede con l’apertura delle attività lavorative. verificare l’impatto, tra una sia pur ridotta movimentazione nel paese, quanto incida su un eventuale numero di nuovi contagi. Per proseguire copo il 4 maggio, con la riapertura delle attività industriali, per le scuole invece si riprenderà a settembre.

Per la realizzazione della fase 2 il Premier Conte, ha chiesto la collaborazione di uno staff composto da sociologi, psicologi, statistici, in modo da poter graduare le riaperture e tornare prima possibile alla normalità.

L’indirizzo rimane sempre quello della massima cautela e del massimo rigore, ma con predisposizione a introdurre allentamenti delle misure restrittive, sulla base di programmi adeguati, in modo da contemperare il bene della salute e gli altri valori costituzionali in gioco: dalla tutela delle libertà personali a quella delle iniziative economiche. Ecco perché il premier nelle prossime ore vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle Regioni, per decidere in che modo allargare il novero delle attività consentite.

Tra queste potrebbero esserci quelle connesse alle filiere alimentare, farmaceutica e sanitaria ma anche l’agricoltura, le aziende meccaniche, magari introducendo una sorta di «indice di rischio» per i lavoratori. Che è ad esempio medio-basso nell’edilizia e invece «medio-alto» per chi fa il cameriere nei locali pubblici. 

Per far tornare in attività imprese, aziende e studi professionali le misure di sicurezza dovranno prevedere il minimo dell’affluenza negli uffici. Ecco perché bisognerà privilegiare lo smart working, mentre per chi va in sede si dovranno prevedere turni alternati divisi per orario o per fasce giornaliere. Il metro di distanza dovrà essere sempre garantito, dunque lo spazio tra le postazioni dovrà essere più ampio. La stessa regola si applicherà ai negozi e a tutti gli altri settori che prevedono la presenza dei clienti.

Vuol dire che per fare acquisti sarà necessario mettersi in coda — come adesso davanti a supermercati e farmacie — ma soprattutto entrare scaglionati. Per andare dal parrucchiere, nei centri estetici e in tutti gli altri luoghi che prevedono un contatto diretto o comunque ravvicinato, sarà invece necessario prendere appuntamento in modo da essere soltanto in due per stanza: lavoratore e cliente.

Uno dei criteri per allentare i divieti di spostamento potrebbe riguardare le fasce di età prevedendo per le categorie più fragili come gli anziani e i malati alcune limitazioni. Anche per questo gli scienziati dicono no a una riapertura di asili, scuole e università. Si tratta infatti di far muovere 12 milioni di persone: otto milioni e mezzo di studenti, un milione di docenti e uno di personale, più i genitori. Dunque se riparlerà a settembre.

Le prime riaperture saranno soprattutto simboliche, come le librerie e le cartolerie. Gli scienziati hanno allentato un po’ sulle attività produttive a basso rischio basandosi su una graduatoria rispetto ai codici Ateco. Agricoltori, edili e cassieri sono categorie a rischio basso o medio basso, mentre a medio alto o alto sono camerieri d’albergo, addetti alle mense e parrucchieri. Il tracciamento Per la App esistono due opzioni da portare avanti in parallelo con i test, per poi proporre il download della migliore a tutta la popolazione.

Gli esperti della task force stanno analizzando i dati anonimi e aggregati messi a disposizione dalle piattaforme Web e rimangono in contatto con l’iniziativa Pan-European privacy preserving proximity tracing di 13o scienziati da 8 Paesi comunitari per verificare la possibilità di partecipare a una soluzione unica per la Ue al posto di singole applicazioni per ogni Stato. E poi riferiranno alla ministra per l’Innovazione Paola Pisano. Dell’app (o delle due app) sappiamo che il download dovrebbe essere volontario e che grazie al Bluetooth potrà rilevare i codici degli smartphone che ha incrociato.  

Alessandra Filippello