Intervista a Grace Cambria il volto dell’afro-trap italiano

Magia Magia, il singolo che già da un po’ circola in rotazione radiofonica, sancisce Grace Cambria come volto femminile del genere afro-trap in Italia. La cantante catanese con i suoi brani cerca di raccontare uno spaccato della sua vita. Sono chiari il desiderio di indipendenza, la fatica nel trasferirsi in luoghi dove i sogni possono trasformarsi in realtà e le rinunce che il lavoro richiede al suo cuore. La stessa Grace attribuisce al suo brano, Magia Magia, un tocco magico, che lascia una felice malinconia in chi lo ascolta, un brano sognante e ballabile al tempo stesso.

Grace è una giovane ragazza che insegue i suoi sogni, venuta alla ribalta con il programma di Amici di Maria De Filippi, durante il quale ha lanciato il suo primo singolo “Come nelle Favole”. E’ soprattutto nella spontaneità delle sue parole che si evince tutta la dedizione che mette in ciò che fa e in ciò che ama fare. Una ragazza che gioca pulito, dalla bella timbrica e dalla forte personalità. Grace è una sperimentatrice che mescola i sound e da lì, modella i suoi brani. Sicuramente in futuro Grace sarà capace di regalarci degli ottimi pezzi, (questa è un po’ la scommessa di chi scrive!)

Magia Magia, com’è stato l’entourage per arrivare al risultato finale?

E’ stata una bellissima settimana, intensa, ci siamo rinchiusi con il mio produttore Axos ed abbiamo lavorato 24/24, siamo impazziti! Abbiamo cercato di non prendere nessun influenza dall’esterno. Ci siamo concentrati sulle emozioni che erano lì in quel momento e riportare tutto nei suoni, nella musica e nelle parole. E’ stata una full immersion, che ha portato alla nascita di Magia Magia.

Il testo è pieno di emozioni di chi parte e lascia la propria casa. Un tema attuale per tanti giovani e anche per te…

E’ stato difficile, non lo nego mai! Lasciare la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, la mia vita per realizzarne una nuova. Io, però, fin da piccola ho sempre avuto qualcuno che mi tartassava e mi invogliava a seguire i miei sogni, il mio destino. Se non l’avessi fatto non mi sarei mai realizzata. Questa forza, questa fatina che mi tartassava il cervello mi ha dato il coraggio che mi serviva di venire qui a Milano per realizzare i miei sogni. Ci vuole coraggio, ma la vivi facilmente quando sai perché lo stai facendo e che ne vale la pena.

La tua voce irrompe in un ambiente trap di matrice fortemente maschilista. Com’è per una cantautrice, immergersi in un ambiente simile?

Difficile! Perché non sei vista bene da chi fa questo genere musicale. E’ una cosa insolita, perché la maggior parte sono rappresentanti uomini e ti guardano con la coda dell’occhio perché pensano che tu non ne sia capace. In realtà, credo che, oggi, sia nata una nuova scena che è quella della trap femminile. Esistono già donne che fanno una trap più cattiva. Io personalmente non mi definisco una ragazza che fa trap, ma mi piace mischiare suoni e sound, aggiungere caratteristiche. Io ormai la trap la definisco un’evoluzione del pop.

Forse è colpa di una visione della società maschilista che identifica la trap o il rap come una oggetto ad uso maschile. Come per il linguaggio che non ci si aspetta da una donna.

Sicuramente, la società implica. Ricordiamoci che l’Hip hop nasce dalle battle, dalla strada, dove c’è sempre stata una figura prevalentemente maschile. E’ una cosa quindi che forse viene tramandata. Ma non è scritto da nessuna parte che il rap non possa essere fatto da una ragazza… E’ una una cosa che si sta cercando di cambiare.

Speriamo, cambi velocemente, basta “nomi” maschili!

Esatto, abbiamo bisogno di una scena femminile e penso che tra un anno le cose saranno diverse rispetto ad oggi.

Consideriamo anche il fatto che tutto è in continuo mutamento, in un paio tutto cambia improvvisamente e pare che rimanga poca sostanza. 

Questo è sia un bene che un male… Con i social poi… Anche la stessa musica è veloce. Le persone si stancano facilmente. Dopo un giorno che era uscito il mio brano, mi scrivevano già chiedendomi di un nuovo singolo. Questa superficialità ormai appartiene un po’ a tutti. Si cerca sempre qualcosa di nuovo.

Passiamo ai tuoi idoli, a chi ti ispiri o a chi ti sei ispirata per le tue produzioni?

In realtà a più artisti. Il mio punto di riferimento è Rihanna, ero super fissata già da piccola. Ho, però, cercato di guardare a molti più generi. C’è stato anche tanto studio e, guarda, anche i social hanno dei lati positivi, ti permettono di ricercare qualsiasi cosa. Ho cercato il mondo africano, arabo, questi sound che qui sono poco praticati. Da lì nasce poi l’afro trap, trap latina, tutti questi sound che ho volutamente voluto mischiare per dare quel tocco che qui, stanno arrivando lentamente. E’ un po’ un rischio, ma non tutti rischiano.

Forse perché siamo legati a grandi nomi della musica leggera?

Esattamente, un po’ agli artisti pop classico, al tradizionale.

Ci sono vuoti da colmare…

Arriveranno, ci stiamo arrivando!

Quali sono i tuoi prossimi step, progetti, live…

Per il momento non ci sono ancora live in progetto. In estate ci sarà sicuramente modo di ripresentare il mio singolo e pensiamo anche ad un singolo estivo. Come dico sempre l’album è quasi pronto, i brani sono da definire. C’è in progetto un singolo estivo e poi da lì si vedrà!

Siamo in trepidante attesa! Così da capire chiaramente chi è Grace!

Grazie! Guarda, vedrai una Grace a 360°, perché non sarà un unico filone di genere. Questa è la cosa che mi piace di più, l’aver sperimentato un po’ di tutto, sotto ogni forma e alla fine è quello che permette all’artista di farsi conoscere.

Collaborazioni?

Nell’album al momento non ci sono collaborazioni, sarà un album da solista. Potrebbe, però, uscirne qualcosa, in quanto i brani sono da definire. Mi piacerebbe una collaborazione con Rosalia che è una delle artiste che ascolto di più, oppure Izi, che è uno di quelli che sento molto vicino quando faccio musica.

Benito Dell'Aquila