Intervista agli Street Clerks: da EPCC alla loro fame generazionale

“HO FAME”è il nuovo singolo degli STREET CLERKS, gruppo fiorentino da 6 anni residente nel programma EPCC – E poi c’è Cattelan in onda su Sky Uno. Ecco un ritornello da cantare a squarciagola e un groove di basso dal sapore funky anni ’80. Con il brano “Ho Fame”gli Street Clerks presentano la loro “Un’estate al mare” nella quale lasciano trapelare le “ansie esistenziali” e i tormenti quotidiani nascosti dietro un’estate apparentemente perfetta. Band giovane e travolgente, sono stati in grado di conquistare il web ed i social con la loro simpatia ed ironia. Loro? Cosimo Ravenni (contrabbasso e voce), Alexander Woodbury (chitarra e voce), Valerio Fanciano (chitarra e voce) e Francesco Giommi (batteria e voce). Noi di Social Up abbiamo avuto il grande piacere di parlare con Valerio Fanciano e di farci raccontare qualche curiosità su di loro.

https://www.instagram.com/p/B0f0cu2I7sm/

Ciao Valerio. Gli Street Clerks diventano famosi al grande pubblico con EPCC diretto da Alessandro Cattelan, ma la vostra storia inizia parecchi anni prima. Quale data può definirsi cruciale per l’inizio della vostra carriera?

Domanda molto difficile, quanto tempo ho per pensarci? (ride) E’ complicato rispondere ma se dovessi darti una data ti direi il 12 Giugno 2012. Questa data ha segnato per noi un momento di passaggio molto importante: è stato il giorno in cui abbiamo presentato il nostro primo EP. Gli street clerks sono nati, in realtà, nel 2007 ed in modo molto giocoso. Era perlopiù una grande amicizia che stava cercando di riversarsi sui palchi. Eravamo veramente molto giovani e avevamo preso l’esperienza alla leggera: i nostri concerti erano molto festaioli ed era più un divertimento che un vero e proprio lavoro. Abbiamo sempre fatto molte cover e ci piaceva tantissimo stravolgerle, quindi ricrearle in nuove chiavi musicali. Con il 12 Giugno 2012 è cambiato un po’ tutto poiché ci siamo presentati con maggiore serietà. Da lì, abbiamo iniziato a scrivere con impegno per gli Street Clerks e l’anno dopo, con il brano “Fuori”, siamo stati chiamati dalla redazione di X-Factor per partecipare.

Infatti, se non erro, avete poi partecipato al programma capitanati da Simona Ventura, giusto?

Sì, esattamente. Simona è stata messa al comando – inaspettatamente – dei gruppi musicali di quell’anno. Abbiamo fatto tutto il percorso con lei per tutte le quattro puntate. Devo dire che è stata un’esperienza molto formativa soprattutto perché capitata in un’ età in cui tutti quanti stavamo cercando di capire cosa fare del nostro futuro. Avevamo voglia di imparare a fare il mestiere del musicista e, ripensandoci, è stata una grandissima opportunità. Entrare ad X-Factor ci ha permesso di conoscere tante persone del mestiere che normalmente non si vedono davanti alle telecamere. Inoltre, ci ha permesso di conoscere anche i giudici di gara presenti quell’anno: Morgan, Simona Ventura, Elio e Mika. Ho un bellissimo ricordo soprattutto di Elio e Morgan, i quali ci hanno fatto capire come vivere (e sopravvivere) nel mondo della musica.

Poi siete entrati in contatto anche con Alessandro Cattelan, con il quale avete intrapreso diverse opportunità lavorative…

Con Ale è nato prima un rapporto di sintonia, principalmente di carattere. In realtà ad X-Factor non abbiamo avuto modo di emergere come musicisti veri e propri, dato che durante il nostro anno non era possibile suonare e cantare insieme (che sfortuna!). Però, ci richiamarono per suonare alla festa di fine produzione nonostante l’eliminazione a metà programma. Siamo stati gli unici a suonare in quell’occasione e ricordo che proprio lì Ale ci parlò del programma che aveva in mente: EPCC (E poi c’è Cattelan). Infatti la prima edizione è stata lanciata dopo qualche mese dalla fine dell’edizione di X-Factor 2008. Ci disse di tenerci liberi per questa esperienza e tutto il resto è storia.

https://www.instagram.com/p/Bx2qwXfovcF/

Il vostro ruolo in EPCC è ironico e divertente, come riuscite a portare quell’ironia sul palco?

In realtà facciamo piccoli spezzoni ma a volte Ale ci permette di interagire facendoci suonare pezzi interi o cover con gli ospiti. Ad esempio con Fedez abbiamo suonato i Blink 182, poi abbiamo fatto un pezzo con Emma, Ghali, Noemi… si trovano su internet e sono  davvero molto divertenti! Ecco che, in queste occasioni, è uscito il nostro lato da band festaiola. In una trasmissione è difficile fare emergere il carattere di una band ma Ale ci ha dato modo diverse volte di presentare i nostri nuovi singoli, quindi in quelle occasioni abbiamo portato sul palco i veri Street Clerks. Come quando è uscita “Rivolù”, l’anno scorso.

“Tuxedo”, è stato sigla di Catteland, trasmissione radiofonica di Radio Deejay condotta da Alessandro Cattelan e da lì è iniziata la vostra collaborazione con lui. Qual è il ricordo più bello che avete di questa esperienza?

Anche questa esperienza è stata pazzesca. La cosa bella è che il programma di Ale cambia sempre forma quindi sempre dinamico. Per questo anche altre opportunità lavorative e musicali sono state fatte proprio con lui.

Il vostro ultimo singolo è “Ho Fame”: giovanile, fresco e che è spopolato su tutti i social. Come è nato?

In realtà parla di un argomento profondo legato ad una riflessione su di me. Mi rendo conto che con noi Street Clerks succede spesso, e lo dico perché li conosco bene tutti i miei compagni, di avere sempre fame. Siamo veramente dei mangioni, soprattutto quando c’è qualche pensiero, c’è da pianificare il futuro o ci sono ansie che non riusciamo a gestire. Il cibo in questi casi è davvero una soluzione per noi. Mi sono reso conto che ha una grandissima importanza nel calmare e nello sfogare i timori che abbiamo. Questa cosa mi ha dato spunto nello scrivere il testo. All’inizio avevo pronta solo la melodia e mi mancava, appunto, la canzone. Stavo impazzendo, non riuscivo a buttare giù niente e ci riprovavo continuamente perché avrei voluto vedere gli Street Clerks pronti con una canzone estiva. Quindi ero lì che mi arrovellavo su quale potesse essere il tema di questa canzone: l’ansia era a mille. Poi un giorno mi resi conto di quanto stessi mangiando in quel periodo e da lì mi si accese una lampadina. Sicuramente autobiografica! Il tema è abbastanza universale, in realtà, poiché il rapproto con la fame ed il cibo va di pari passo con il tema della vita. Il nutrirsi inizia proprio dalla nostra nascita e diviene una necessità dal principio. Il tipo di fame di abbiamo è un indicatore preciso di come siamo: se abbiamo ansia, se ci succede qualcosa o se siamo preoccupati per il passato o futuro. Insomma, un tema bello a parer mio, da affrontare.

https://www.instagram.com/p/B0YXJJPo23n/

E’ un tema che ci colpisce, soprattutto ai giorni nostri, anche perché molto delicato. Come siete riusciti a trasportare ironia all’interno di questo brano?

Ho voluto affrontare questo tema in maniera, comunque, giocosa. Volevo trattare il tema ma ad una profondità consentita e limitata: non volevo divenisse un testo pesante. Volevo rendere l’idea quotidiana della fame nervosa principalmente. Anche perché la fame, in realtà, è associabile anche a spunti positivi. Ad esempio, in una parte della canzone, questa positività viene sottolineata dal presentare l’immagine di una fame pre aperitivo, momento di spensieratezza in cui la fame assume una connotazione gradevole. O, ancora, alla fame di Elisa, mia amica al momento incinta, e quindi affamata per lei e per il suo bimbo. Insomma, una fame legata alla vita.

Quindi oltre che “affamati” e “mangioni”: un aggettivo per gli Street Clerks?

Sicuramente stravaganti, “intortati” di paranoie ed esistenzialisti. Questa è bella!

Con il secondo album e un nuovo singolo potremo vedervi live questa estate?

Abbiamo fatto molti live ma in questi giorni siamo tutti in vacanza! Appena ritorniamo a suonare, precisamente il 22 Agosto con Radio Dejay, pubblicheremo nuove date per i prossimi mesi e soprattutto per Settembre. Inizierà anche un tour a Firenze tra Ottobre e Novembre e terremo aggiornati tutti quanti tramite i nostri social!

Ma a proposito di live: noi di Social Up sappiamo che l’anno scorso siete stati chiamati a suonare al matrimonio dei Ferragnez! Cosa ci potete raccontare del nozze reali italiane?

Ci siamo divertiti da morire. Abbiamo conosciuto Fedez durante esperienze lavorative precedenti e ci ha chiesto proprio lui di suonare per loro nel loro grande giorno. E’ stato davvero divertente: hanno orchestrato la loro festa in modo impeccabile. C’è stato un grande party ed è stato emozionate, sia durante la cerimonia che durante il ricevimento al Luna Park. C’era la ruota panoramica, il pungiball… veramente divertente e toccante. Sicuramente tra i giuramenti d’amore eterni più belli.