Intervista a ZO VIVALDI: “Rumors è la mia vittoria contro tutte le paure”

ZO VIVALDI, nome d’arte di Lorenzo Caio Sarti, è un cantautore, produttore e polistrumentista classe 1997, cresciuto tra Milano, Shanghai, Los Angeles e Cervia. Lo scorso 19 maggio ha rilasciato “Rumors”, un brano molto “estivo” ma dal contenuto profondo, che racconta con agrodolce ironia l’inquietudine e il disagio del lockdown.

Con “Rumors” ZO VIVALDI ha fatto il grande salto passando da autore a cantautore. Finora ha scritto  per alcuni grandi nomi del panorama musicale attuale, da Fedez (per l’album “Paranoia Airlines”) alla Dark Polo Gang, (in “Trap Lovers”),  ma ha scritto anche per diversi giovani artisti della scuola di “Amici di Maria De Filippi” (Einar, Thomas, Jacopo Ottonello).

ZO VIVALDI: com’è cominciato tutto con la musica?

Già nelle mie memorie più polverose ricordo che qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani era utile per creare del suono. A tavola percuotevo le posate contro bicchieri, a scuola infastidivo tutti suonando il flauto non-stop e dai nonni passavo il pomeriggio a spippolare con i loro strumenti giocattolo.

Perché chiamarsi ZO VIVALDI?

Zo Vivaldi nasce dall’unione di 2 idee. La prima Zo, che è semplicemente il nickname con cui vengo chiamato dai miei collaboratori a Los Angeles. Siccome soltanto 2 lettere sarebbero state troppo difficili da trovare su Google mia mamma pensò a Vivaldi, preso dalla strada sulla quale sono cresciuto e abito: Via Antonio Vivaldi.

Prima di essere un cantante, sei un autore. Hai già scritto per Fedez e la Dark Polo Gang: com’è stato collaborare con loro? 

Lavorare come autore per progetti con un grande pubblico è adrenalinico e avvincente. Trovo che sia una grande fortuna poter creare con una motivazione incrementata, data dalla consapevolezza di quanta gente potrebbe ascoltare. Porta a giornate passate in studio piene di pressione e passione che si traducono in crescita artistica.

Quale direzione sta prendendo secondo te la musica italiana?

Non vorrei commentare sui singoli generi musicali, siccome trovo che molto spesso la musica più interessante porti qualcosa che nessuno sarebbe riuscito a prevedere prima. Trovo che comunque il panorama italiano sia molto fertile, c’è una fortissima energia creativa che sta dando vita a molte realtà in modo organico e vero.

Quando e perché hai deciso di cantare ciò che scrivi?

Ho deciso circa un anno fa, le sessioni di scrittura stavano calando a causa della pandemia e così anche tutti i miei lavori di produzione sul computer. Questa pausa lavorativa mi ha portato a riprendere a suonare strumenti reali e a realizzare che questi mi appartenevano molto di più rispetto alle produzioni trap ed elettroniche che da anni sintetizzavo al computer. Con questo desiderio di creare musica più organica, condiviso dal mio collaboratore Davide Malvi, abbiamo scritto “Rumors”.

“Rumors” è il tuo singolo di debutto: da cosa ti sei fatto ispirare? 

L’ispirazione di “Rumors” nasce dalla necessità di buttare tutte le paranoie e paure fuori dalla testa. É una sfida che ho combattuto per tutta la vita e che mi ha anche trattenuto dal rilasciare musica. Trovo che sia un buon traguardo di debutto proprio perché è la mia vittoria contro tutte queste paure.

Quali sono le tue aspettative da questo nuovo inizio da cantautore?

Beh, ora che sono riuscito a fare la cosa più difficile, ossia buttare fuori i “Rumors” dalla testa, direi che il percorso può solo essere in discesa. Non mi aspetto niente ma sogno di poter andare in tour con Jovanotti.

Sandy Sciuto