Intervista a Senhit: l’esperienza dell’Eurovsion e i progetti futuri

Oltre ai Maneskin, nell’ultima edizione dell’Eurovsion Song Contest si è fatta notare Senhit, la cantante italo eritrea che sulle note elettrizzanti di “Adrenalina” ft. Flo Rida ha rappresentato la Repubblica di San Marino

Senhit è un’artista poliedrica che ha girato il mondo lavorando nello spettacolo. Cantante, attrice e performer: vanta collaborazioni con producer del calibro di Brian Higgins e Benny Benassi e performances in tutto il mondo, da Los Angeles a Londra, da New York all’Arena di Verona.

Prima della partecipazione all’Eurovision Song Contest, Senhit ha realizzato “FREAKY TRIP TO ROTTERDAM”, il progetto con la direzione artistica di Luca Tommassini, che ha accompagnato i fan della cantante fino all’evento europeo con una serie di appuntamenti video all’insegna dei colpi di scena, pubblicati a mezzanotte ogni primo giorno del mese.

Un tour virtuale nella storia delle canzoni dell’Eurovision, iniziato con la cover di “Cheesecake”, alla quale sono seguite “Every Way That I Can”, “Ding-a-dong”, “Congratulations”, “Rise Like A Phoenix”, la versione speciale di Natale “Amar Pelos Dois”, il brano tutto da ballare “Waterloo”, “Alcohol is Free”, il medley “Golden Boy/Toy”, “Roi” e “Bandido”, per finire con la pubblicazione dell’ultimo capitolo che vede per la prima volta nella musica e nelle immagini Senhit rappresentare se stessa.

Senhit e Luca Tommassini sono stati eccezionalmente premiati dai club OGAE (ovvero i più importanti fan club dell’EUROVISION Song Contest) di ben quattordici nazioni, per questo progetto.

“Adrenalina” è entrato nella Viral 50 Globale di Spotify e nella Viral Chart di Spotify in 22 Paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Svezia e Svizzera). È una hit up-tempo, composta da pluripremiati autori di diverse nazionalità, con un ritmo coinvolgente e uno stile internazionale, in cui si fondono electro pop, suoni latini e anche strumenti particolari che provengono dall’Eritrea, terra di origine di Senhit, ovvero il keberö (tamburo) e il krar (chitarra); il brano, nella versione attualmente in radio, vede il featuring di Flo Rida ed è accompagnato da un video con la regia di Luca Tommassini

È un successo meraviglioso quello scaturito dall’Eurovision Song Contest. Mi racconta il progetto che vede te e Luca Tommassini fianco a fianco?

Il rapporto con Luca Tommassini nasce da prima dell’Eurovision, poi l’ho arruolato per il progetto Eurovision perché lo sposalizio stava andando troppo bene. Non poteva esserci Eurovision senza Luca Tommassini. Io l’ho cercato e l’ho voluto per i primi video che ho fatto in lingua italiana nelle varie esperienze all’estero. In seguito, è nata una bellissima amicizia.

Quando la Repubblica di San Marino mi ha chiesto di partecipare all’edizione del 2020, ho chiesto al team se potesse rimanere nel progetto anche Luca Tommassini perché mi ero trovata molto bene e perché saremmo riusciti a fare una bellissima cosa. Come poi si è avverato. Il 2020 è stato cancellato, ma non ci siamo abbattuti. Ci siamo inventati questo viaggio che in maniera virtuale ci ha accompagnato a Rotterdam fino a giugno di quest’anno. Mese dopo mese siamo usciti con video che omaggiavano le canzoni dei passati Eurovision in chiave un po’ folle, personale e originale. Attraverso questi video ho conosciuto il mondo Eurovision. Abbiamo lavorato anche sulla canzone “Adrenalina”, scelta per l’ultima edizione dell’Eurovision e Luca mi ha sempre assistito. Si è creato un bellissimo rapporto. Adesso siamo un po’ fermi perché stiamo lavorando alla pre produzione di un nuovo brano, ma intanto ci godiamo quanto “Adrenalina” ha portato in termini di vibrazioni ed emozioni.

Luca Tommassini è un grandissimo professionista. Ma per il suo progetto, cosa le piace del suo modo di lavorare?

È un grande lavoratore ed è un grande entusiasta. È una persona che dedica molto tempo al lavoro e non si prende troppo sul serio anche se lo fa con una determinazione e una severità e serietà allucinante, quasi patologica. È davvero molto scrupoloso in ogni dettaglio. Questo suo modo scrupoloso, per quanto possa essere estenuante, è la chiave del successo. Con grande entusiasmo Luca riesce concretamente a fare delle cose meravigliose e mi sono sentita stupenda, una “queen” come mi hanno soprannominata in questi mesi. È questo il suo grande dono. Spero che questo sposalizio duri a lungo perché sarebbe complicato poi trovare chi possa sostituire Luca Tommassini.

Ha rappresentato la Repubblica di San Marino nell’ultima edizione dell’Eurovision Song Contest

Per me è stata la seconda volta all’Eurovision. Sono stata contenta di rifarlo perché la prima esperienza del 2011 l’ho vissuta in maniera superficiale perché non conoscevo il contest e il mondo della gara a livello europeo. Mi ero ripromessa, semmai ci fosse stata occasione, di rifarlo. Così sono stata accontentata dieci anni dopo per la Repubblica di San Marino. Mi sarebbe piaciuto farlo per l’Italia perché io sono italiana, ma ci sono altre regole. Sono stata molto contenta che l’abbiano visto e capito molti italiani.

L’Eurovision è un grande carrozzone. Alcuni dicono che sia un circo perché sul palco accade di tutto e di più, però c’è la musica che unisce popoli con lingue, culture e tradizioni diverse. È mancata l’aria festosa, ma tra colleghi siamo riusciti ad essere molto coesi perché avevamo il desiderio di cantare. Ho sentito pochissima competizione.

Abbiamo visto la sua performance sulle note di “Adrenalina”, ma non si sa molto di quanto accade nel backstage dell’evento musicale. Le va di rivelarci qualcosa sempre legato a lei e alla sua esperienza?

Mi sono vissuta l’esperienza a 360 gradi. Ci sono tanti aneddoti come giocare a ping pong con i Maneskin quindi San Marino contro l’Italia.

Sono rimasti anche molti contatti. Io sento spesso Barbara, che è la ragazza francese arrivata seconda. Si sono creati dei bei rapporti e spero rimangano anche perché è il bello dell’Eurovision. Rimani rinchiuso per circa due settimane in questa bubble e dopo ti senti veramente un po’ vuota. Mi manca veramente tanto quella bella atmosfera.

Dalle performance della serata dell’Eurovision, era come se non ci fosse la pandemia mondiale o mi sbaglio?

Emotivamente è stato così, ma razionalmente noi eravamo stra attenti. Facevamo tamponi ogni due giorni, non potevamo uscire dall’albergo. Sono state due settimane pesanti in cui abbiamo vissuto uno stress psicologico pazzesco. Inoltre, l’Islanda non è riuscita a partecipare perché uno di loro ha avuto il covid quindi ha dovuto inviare i video della performance. Fino all’ultimo una grande preoccupazione, poi è ovvio che quando siamo arrivati sul palco e abbiamo visto il pubblico tamponato e vaccinato, sembrava che la pandemia fosse scomparsa. Non si leggeva dalla tv, ma c’era un po’ d’ansia da Covid.

Parliamo di “Adrenalina”: perché l’ha scelta per l’Eurovision Song Contest?

La canzone è nata durante la pandemia perché quando Eurovision ha cancellato l’edizione del 2020 ha dato modo ai partecipanti di ricandidarsi cambiando canzone. All’inizio ero un po’ affranta perché ero legata alla canzone precedente.

Mi sembrava difficile riuscire a trovare una canzone competitiva. Poi sono arrivati tantissimi brani, mi sono legata ad un team di produzione un po’ italiano e un po’ dei paesi nordici sentendoci via Zoom o Skype e abbiamo fatto nascere “Adrenalina”. Ho voluto metterci del mio nel brano: il titolo in italiano, le sonorità africane visto che io sono originaria dell’Eritrea. Volevo una canzone trascinante e volevo alleggerire il disagio che tutti stavamo vivendo.

Com’è nata la collaborazione con Flo Rida?

Quando la canzone ha preso forma, mancava un sapore internazionale. Abbiamo spedito la canzone ad un team americano. Volevo un rapper d’eccezione. Ha risposto Flo Rida. Ci siamo sempre sentiti via Zoom e ci siamo scambiati del materiale. La canzone gli è piaciuta subito. Ha proposto alcuni pezzi di testo, io ne ho aggiunto degli altri ed è nata “Adrenalina” che non doveva essere per l’Eurovision. In seguito, abbiamo estrapolato la versione per il contest.

Ti aspettavi ci fosse questo riscontro?

No! Ci ho sperato tantissimo però conosco Eurovision e che la qualità delle canzoni è sempre molto alta, ma non pensavo potesse provocare questo stupore positivo. Sono molto contenta perché abbiamo seminato molto bene. È stato un 2020 disastroso per molti, ma per me è stato molto fortunato.

Cosa c’è in programma?

Stiamo cercando di capire se riusciamo ad uscire con un remix di “Adrenalina” per l’estate. Ci sono un sacco di proposte che valuteremo e che hanno a che vedere con l’estate. Sto lavorando con un team di produttori sul nuovo singolo che dovrà uscire dopo l’estate. C’è molta carne sul fuoco e stiamo lavorando alacremente.

Sandy Sciuto