Intervista a Marco Coretti: da AltaRoma al Berlino Short Film Festival 2021

Marco Coretti, promessa dell’alta moda italiana, vince il Berlino Short Film Festival, premio così prestigioso in una categoria per lui inedita e inesplorata. Fino ad oggi, infatti, si è occupato di design, alta moda e lusso ottenendo riconoscimenti internazionali tra cui i Premi della critica a Roma e il The Best in The World a Parigi. Da AltaRoma al lavoro creativo in Sorelle Fontana, agli studi di moda a Parigi e alla formazione negli Stati Uniti: Marco Coretti conquista anche Berlino grazie al costume di Fedora, magistralmente interpretata dall’attrice pluripremiata Paola Quattrini per la regia di Andrea Marrari.

Marco Coretti, conosciuto e apprezzato dalle più importanti testate giornalistiche mondiali, ancora incredulo di questa vittoria, dedica questo traguardo importante (che vorrebbe fosse una grande ripartenza) al comparto della moda italiana, da sempre sinonimo di eccellenza nel mondo.

Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Marco e di scoprire di più sulla sua vita e sul suo percorso nella moda.

Cari fashion lovers, venite con noi!

Salve Marco, ci racconti qualcosa di lei e della sua formazione. Ad oggi è una promessa dell’alta moda italiana: come è iniziato il suo percorso nel fashion system?
Avevo 15 anni, ho iniziato come modello per poi crescere e rimanere nella moda come stilista accessori e haute couture. Parigi, Londra, Milano mi hanno dato la possibilità di lavorare con i più grandi art director, redattori e fotografi tra cui Guy Bourdin, Michel Comte, Nick Clemens, Alberta Tiburzi e molti altri a cui oggi devo il rigore, l’attenzione per i dettagli e una certa ossessione al perfezionismo che mi contraddistingue. Come stilista ho iniziato raccogliendo gli spilli a Parigi. C’era ancora l’apprendistato dai grandi maestri della couture e il mio è stato Azedine Alaià.

Come pensa sia cambiato il mondo della moda dal suo esordio ad oggi?
Una volta i creativi erano spiriti liberi senza schemi, che facevano colore in un mondo “assurdo” come il fashion world. Oggi ci sono i grandi gruppi e secondo me i veri talenti riescono a far coniugare business e creatività. Oggi nascono così i fenomeni di costume.

Credit: Michel Compte

Lei è appena stato premiato come miglior costumista al Berlino Shorts Film Festival 2021: cosa significa per lei questa vittoria?
E’ un traguardo nuovo, inaspettato e stimolante che rilancia il mio più profondo amore per il cinema, soprattutto in questo momento storico dove tutti sentiamo il vuoto di questa forma espressiva. Anche una grande occasione di fare squadra creando un personaggio dal nulla… Direi una bellissima occasione.

L’abito che ha creato con piume di cristallo sembra più un’opera d’arte che un costume: a cosa si è ispirato? Come ha scelto i materiali?
La scelta dei materiali fa parte del mio mestiere di sarto/stilista e la differenza tra un designer e uno stilista è proprio questa: saper giocare con i materiali piu impensabili a seconda del proprio gusto.

Costume Fedora indossato da Paola Quattrini

Nella sua carriera ha avuto occasioni lavorative molto importanti, quale pensa sia stata l’esperienza più importante?
Per me è stato tutto importante; non rinnego nulla. Ogni cosa ha avuto il suo perché. Sono una persona profondamente curiosa e fortemente convinto che “l’incontro” più importante sia sempre quello che deve arrivare.

Se potesse dare tre consigli ai giovani fashion designer emergenti di oggi, quali sarebbero?
Spirito di ricerca, umiltà e autoironia. Credo siano la formula perfetta.

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Quali sono i prossimi obiettivi?
Aspettarsi che tutto torni come prima è un’utopia; ripensare alla globalizzazione è doveroso; immaginare un mondo con meno disuguaglianze è sostanziale.

Credit: Marco Sanges