Di Marcello Mazzari e Sandy Sciuto
È stato Luca Bianchini il protagonista della terza tappa dei Catania Book Days, rassegna letteraria di anticipazione al Catania Book Festival, moderata da Riccardo Di Stefano (event manager del Catania Book Festival) ed introdotta come di consueto da Simone Dei Pieri, direttore artistico.
Lo scrittore torinese, diventato famoso con il libro “Io che amo solo te” dal quale è stato realizzato l’omonimo film, ha intrattenuto i numerosi lettori intervenuti alla presentazione affollando i locali della Libreria Mondadori di Piazza Roma.
Luca Bianchini ha presentato i libri “So che un giorno tornerai” e la sua ultima opera “Nessuno come noi”, diventata anch’essa un film.
Tra domande, commenti sull’esistenza e qualche consiglio sentimentale estemporaneo, lo scrittore torinese si è raccontato senza remore e ha letto qualche pagina dei suoi libri.
Noi di Social Up l’abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha raccontato, stupendoci non poco!
Luca chiudi il calendario dei Catania Book Days del mese di Settembre. C’è un legame tra te e la Sicilia? E se sì di quale tipo? E Catania è come te la immaginavi?
Mia madre è siciliana anche se nata e vissuta a Tunisi, per cui sono cresciuto sentendo che cammurria e Matri mia! Amo la Sicilia per i suoi colori e quella ricchezza poetica di cui non è del tutto consapevole. Catania l’ho vista almeno sette volte e la trovo di una bellezza struggente nella sua lieve decadenza.
Le parole sono al centro della tua vita. Da piccolo volevi fare lo scrittore? Ed oggi che lo sei, com’è la giornata tipo di Luca Bianchini che sta scrivendo un libro?
Da piccolo volevo fare l’avvocato ma sono sempre stato bravo a scrivere… i temi erano il mio pezzo forte. Ho iniziato a scrivere a 30 anni e oggi la mia giornata è scandita dalla scrittura. Scrivo un capitolo al giorno e ci metto il tempo che ho: se ho 2 ore, 2 ore, se ho tutto il giorno ci metto tutto il giorno perché sono facile alle distrazioni.
Oggi presenti il libro “Nessuno come noi”, ancora una volta una storia sui sentimenti e le relazioni umane tra amore ed amicizia. In una società che va a velocità e ci si cerca matchandosi su app di incontri, è ancora possibile secondo te quell’amore eterno, unico ed insostituibile? E soprattutto quanto serve parlare ancora di amore?
L’amore non passerà mai di moda perché ne abbiamo bisogno per cercare qualcosa che assomiglia alla felicità. Le app ci illudono di avvicinarci, invece forse isolano le persone. Ma basta uscire e guardarsi intorno per capire che c’è ancora vita.
Usi molto i social per rimanere in contatto con i tuoi fan. Qual è il valore aggiunto alla tua vita? Come ti relazioni con i leoni da tastiera e gli haters?
Mi piace essere in contatto con chi mi legge. Mi gratifica e mi fa sentire socialmente utile. Ho pochi haters. Quando accade, cerco di essere gentile come ci si comporta con i pazzi.
Facciamo un gioco. Qual è stato l’incontro più incredibile della tua vita? Qual è il sogno nel cassetto realizzato? Cosa faresti se avessi la lampada di Aladino?
L’incontro più incredibile della mia vita forse è stato con Eros Ramazzotti: da lì mi sono capitate tante cose.
Il sogno realizzato è stato entrare nella classifica dei libri più venduti.
Se avessi la lampada andrei subito a New York su un jet privato per cena.
Libri e cinema: connubio che tu conosci benissimo. Ci racconti il dietro le quinte di come un libro riesce a diventare una pellicola, pure apprezzata? Cosa non deve mancare mai per far sì che accada?
Non ci sono regole. Devi scrivere un bel libro senza pensare che possa diventare un film, è questo che penso. Non deve però mai mancare il ritmo e il colpo di scena, altrimenti ci si annoia.
Cosa c’è in agenda per i prossimi mesi?
Sto scrivendo un nuovo romanzo per cui sono molto preso e concentrato.