Intervista a La Municipàl: “I difetti possono diventare il nostro punto di forza”

Sono stati uno dei gruppi musicali protagonisti del tradizionale Concerto del Primo Maggio tenutosi a Roma e sono stati pure vittima, in quella occasione, del latrocinio della strumentazione per suonare. La Municipàl non si è fermata. Dopo aver vinto nel 2018 il premio 1M NEXT, il contest del Concerto, sono ritornati portando sul palco i nuovi brani di “Bellissimi difetti”, il loro nuovo progetto discografico.

La Municipàl è composta dai fratelli Carmine e Isabella Tundo, romantici e sperimentatori del pop d’autore. “Bellissimi difetti” è il loro secondo album, pubblicato per luovo e anticipato dai singoli “Vecchie dogane”, “I Mondiali del ‘18”, “Italian Polaroid”, “Mercurio Cromo” e “Punk Ipa”, rilasciati nel corso del 2018, seguiti dal brano “Finirà tutto quanto”, pubblicato il 18 marzo scorso.

È stata Isabella Tundo a raccontarci il nuovo progetto discografico che si atteggia come un percorso emotivo, turbolento e passionale e molto altro.

E’ passato quasi un anno dalla vittoria del premio 1M NEXT, il contest del concerto del Primo Maggio a Roma. In cosa e come è cambiata La Municipàl?

Dal primo Maggio in poi, dopo la soddisfazione della vittoria del contest su un palco in cui ci si va a confrontare con tantissimi artisti (alcuni dei quali stimiamo già molto) abbiamo avuto modo di allargare il nostro pubblico e quindi di arrivare ad un numero maggiore di persone. Grazie ai premi che abbiamo vinto, abbiamo avuto un sostegno maggiore sia nel finanziamento del tour sia nell’album. Inoltre, siamo entrati a far parte della famiglia di eCompany. C’è stata un cambiamento notevole e in meglio dato anche le soddisfazioni che stiamo avendo.

La Municipàl è composta da due fratelli ossia tu e Carmine Tundo. Quanto questo legame di sangue incide sulla vostra musica? In cosa siete complementari e in cosa diversi musicalmente?

Siamo due entità diverse e abbiamo anche caratterialmente delle incompatibilità che cerchiamo di compensare in musica anche se andiamo molto d’accordo. Da questo punto di vista, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. È un po’ come dire che dove finisco io inizia lui: cerchiamo di renderci complementari e di migliorare i difetti caratteriali dell’altro. Veniamo da due background musicali differenti perché Carmine viene dallo sku punk, io, invece, ho iniziato da piccolina con la musica classica che poi ho abbandonato. Gli ascolti in casa erano gli stessi e ciò ci ha aiutato a crescere musicalmente insieme.

Il 29 marzo è uscito “Bellissimi difetti”. Perché un titolo con due parole antitetiche e abbinato ad una copertina del disco di tale intensità emotiva e bellezza?

Non si fa riferimento ad un difetto fisico che nella nostra società teniamo ad evidenziare maggiormente. Si tratta piuttosto di un percorso emotivo quindi anche di una fase di scrittura più matura rispetto al nostro primo album, in cui si arriva all’accettazione di se stessi. I difetti ci rendono unici. Possono essere un difetto fisico o quelli che al giorno d’oggi vengono demonizzati maggiormente in una società che ci vuole omologare o rendere tutti abbastanza uguali. Può essere anche un difetto emotivo, come nel nostro caso la timidezza che c’è sempre stata sottolineata. Siamo arrivati ad un’età matura alla comprensione che i difetti possono diventare anche un punto di forza come qualcosa che ci distingue dall’altro. Questa consapevolezza ci fa stare meglio poi con gli altri.

Quali sarebbero gli aggettivi che utilizzereste per descrivere quest’ultimo vostro progetto discografico?

Malinconico e impegnato perché si trattano tematiche un po’ più forti rispetto all’altro album. Tra le righe parliamo di politica e di aborto ossia temi che non vengono compresi al primo ascolto ma più avanti. L’album è anche a tratti romantico.

Tanti i temi affrontati in questo album tra cui politica, aborto e lo stato precario della generazione dei trentenni. Quanto è importante per voi far sì che la musica sia strumento per parlare di argomenti talvolta ostici?

La musica è un canale fondamentale perché è un modo di avvicinarci e confrontarci con gli altri e comunicare quello che vogliamo. Anche il fatto che quest’album sia stato scritto in un’età più matura in cui si arriva alla consapevolezza di quali siano le problematiche della società tra cui la mancanza di lavoro e l’importanza della politica che deve governare tutte le relazioni e le dinamiche sociali.

Nessuna collaborazione in questo album. Se poteste, con chi vi piacerebbe realizzare un feat sia straniero sia italiano?

Il nome dell’artista straniero con cui ci piacerebbe collaborare è Yann Tiersen. Artista italiano, invece, Di Martino che è uno degli artisti della scena italiana che seguiamo con attenzione.

Cosa è previsto nell’agenda de La Municipal per i prossimi mesi?
Nel periodo estivo andremo a portare in giro la nostra musica con un lungo tour e poi ci saranno progressivamente l’uscita degli altri singoli dell’album.

Sandy Sciuto