Intervista a Cristoforo Filetti, preparatore atletico del Paris Saint Germain

Molta gavetta, l’esperienza unica della Salernitana, il PSG. Cristoforo Filetti, specializzatosi in Qatar, rappresenta una delle grandi soddisfazioni che il panorama sportivo siciliano possa vantare. Partito da Acireale (CT), Cristoforo conclude gli studi all’Università Tor Vergata di Roma. Da lì in avanti, una continua ascesa che lo porterà a livelli altissimi, fino ad arrivare al Paris Saint Germain, sua attuale squadra. Social Up ha avuto il piacere di realizzare un’intervista a Cristoforo Filetti, che ringraziamo molto per la sua disponibilità.

Cristoforo, dopo la laurea inizi subito a lavorare per la Lodigiani, quindi il salto alla Roma. Cosa ricordi di quelle prime esperienze?    

Frequentando Tor Vergata a Roma, già a 19 anni ho avuto la fortuna di lavorare con persone preparate e di un certo livello. Era un contesto di élite, avevo la possibilità di mettere sul campo ciò che apprendevo dalla teoria. Durante questo percorso, ho avuto la possibilità di allenare la Lodigiani Under 13, ero il capo allenatore della squadra. Dopo arriva la chance della Roma, dove mi sono avvicinato più all’aspetto prettamente fisico. A Roma svolgevo il ruolo di preparatore degli Under 14 giovanissimi nazionali, la squadra allenata anche da Montella. Quella di Roma è stata un’esperienza veramente importante, abbiamo giocato partite di livello internazionale e sono cresciuto molto. Merito anche del lavoro di Bruno Conti, responsabile del settore giovanile giallorosso. Anche mister Coppitelli è stato molto importante durante il mio percorso a Roma, avevamo le stesse idee. Sono stato molto fortunato!

Poi arriva il Qatar..

Sì, nel 2013 ho avuto questa grande possibilità di andare in Qatar, la Aspire Academy è stata una enorme occasione di crescita. Ho lavorato con il professor Di Salvo, preparatore di Real Madrid e Manchester United degli anni 90. Questa è stata un’esperienza importantissima. L’accademia dava una grande opportunità a chi, come me, era giovane e aveva tanta voglia di crescere sotto ogni punto di vista. Sono stato in Qatar quattro anni, e ogni anno apprendevo qualcosa di diverso. Sono riuscito a lavorare con tutte le sperimentazioni possibili, per poi specializzarmi.

Subito dopo, l’esperienza alla Salernitana. Cosa rappresenta per te la piazza di Salerno?

Ho lavorato tre anni lì, io e la mia famiglia ci siamo trovati benissimo a Salerno. Sono molto legato a quella piazza per vari motivi. Mi hanno dato la prima vera occasione di fare il preparatore in una realtà importante come la Salernitana, in Serie B. Poi è una città meravigliosa, difficile da lasciare. Chiaramente però, quando chiamò il PSG, la mia grande occasione, non potevo non andare.

Durante i tuoi anni a Salerno, hai lavorato anche con mister Ventura. Come l’hai trovato dopo le enormi critiche subite in questi anni post Nazionale?

Ventura mi ha impressionato. Ha una grandissima voglia di allenare ancora, lui è uno che ha sempre le motivazioni di un giovanissimo. L’ho trovato molto bene, tutti i giorni sul campo e con grandissima voglia. L’ho sentito qualche mese fa, non vede l’ora di poter tornare ad allenare. Attitudine, voglia, mentalità, ho appreso tantissimo da mister Ventura. Non posso non avere un’ impressione positiva.

Giampiero Ventura-Salernitana.it

Cosa si prova ad essere contattati per lavorare al PSG?

Per me è stato il coronamento di un sogno, dopo una lunga gavetta. Arrivare a questo livello è il sogno di tutti. Sono stato contattato dal professor Bisciotti per lavorare a Parigi. Adesso però devo dimostrare di meritare questa occasione. In un ambiente del genere devi esprimerti al meglio! Non è solo la grande esperienza che serve, ma devi anche capire come gestire le scelte, devi avere la sensibilità giusta. Ancora sono giovane e devo migliorare tanto, voglio dimostrare di meritare tutto questo. Sono riuscito ad arrivare ad un livello altissimo ed è una grande soddisfazione.

Cristoforo Filetti

Le differenze tra le esperienze precedenti e questa a Parigi sul piano dell’allenamento?

Guarda, per quanto riguarda la metodologia non ci sono differenze enormi. Qui ciò che cambia è il saper ambientarsi in una situazione di calcio di élite. Devi saper gestire tantissime situazioni, che non riguardano solo l’allenamento in sé. Le emozioni dei giocatori, la capacità di avere sempre un feedback positivo. Per ogni calciatore c’è il bisogno di approcci diversi. Si deve saper gestire tutto nella maniera più giusta. Devi riuscire ad entrare nella testa dei calciatori, e non è facile.

Tra i calciatori del PSG, c’è qualcuno che ti impressiona più di altri per capacità atletiche, dinamismo?

Il livello è molto alto, hanno tutti una grandissima capacità di gestire il loro corpo. Sanno che il loro fisico è la loro azienda, sono molto preparati, anche al di fuori dell’allenamento. Questo è ciò che impressiona di loro, che poi è ciò che fa la differenza tra un medio ed un alto livello.

sito ufficiale PSG
en.psg.fr

Come ti rapporti con i calciatori che alleni? Hai qualche legame fuori dal campo?

Con grande professionalità. Io penso che un approccio professionale e strettamente lavorativo sia il più adeguato, soprattutto in una fase iniziale come quella che sto vivendo io in questa squadra. Devo lavorare e conquistare la fiducia dei calciatori con il mio lavoro, voglio far capire le mie idee.

Il tuo sogno\ obiettivo per il futuro?

Sono già arrivato ad un passo da un grandissimo traguardo la scorsa estate con la finale di Champions League, purtroppo persa. Il mio obiettivo è quello di ripetere l’annata precedente, magari meritandolo un po’ di più a livello personale. Sono arrivato a Parigi a stagione inoltrata, durante le fasi finali. Adesso, con una stagione al completo, mi piacerebbe molto rigiocare una finale di Champions e magari vincerla questa volta. Chiaramente è il sogno di ogni addetto ai lavori, è la competizione più importante.

Si ringrazia Cristoforo Filetti per la gentilezza dimostrata nel concederci questa intervista.

Marco Cavallaro