Infermiera che lavorava in reparto di terapia intensiva si toglie la vita

Come sapete il personale sanitario è in prima linea nel combattere la pandemia dovuta al nuovo coronavirus. Non esistono più orari di lavoro e le ferie sono stare soppresse per tutti i medici operanti nelle zone più calde della Lombardia, dell’Emilia Romagna, del Veneto e anche del Lazio. Uno sforzo sovrumano che ha portato a richiedere nuove forze in campo, ma ancora  non si riesce a colmare lo stato di crisi dei nostri ospedali. Sono molte le misure preventive che sono state prese dal Governo e dalla Protezione Civile Nazionale e si iniziano a vedere i benefici di queste scelte.

Purtroppo ultimamente si sottovaluta l’aspetto umano e lo stress che vivono giornalmente i medici e gli infermieri che nei reparti sono vittime silenziose di scene che difficilmente ognuno di noi sarebbe in grado di sopportare. Ogni giorno sono costretti a prendere decisioni difficili e a vedere la morte in faccia: una morte non priva di dolori e sofferenze. Una morte spesso anonima che viene rappresentata come un numero, ma che nell’inevitabile contatto umano della corsia rende chiaro come il nostro personale sanitario sia giornalmente “bombardato” da emozioni forti e difficilmente sopportabili.
Non è da dimenticare anche il fatto che anche loro, come ogni essere umano, essendo giornalmente a contatto con il virus, potrebbero essere contagiati e potrebbero vivere le stesse sofferenze che ogni giorno si trovano a combattere. Un’infermiera di 49 anni dell’Ospedale di Jesolo era probabilmente arrivata all’apice della sopportazione psicologica e ha deciso di togliersi la vita forse per lo stress, forse perchè spaventata dall’esito del tampone che le era stato da poco fatto e per il quale non aveva ancora ricevuto un esito. S.L. era da poco stata assoldata per combattere il virus nei reparti dove venivano curati i malati Covid-19 e la notizia ha scosso non poco i colleghi dell’Ospedale. “Era una persona dedita al lavoro, una risorsa insostituibile per i colleghi e per questa Azienda sanitaria – dichiara il direttore generale dell’Ulss 4, Carlo Bramezza – non a caso, non appena appreso la notizia della sua scomparsa, i colleghi dell’ospedale di Jesolo che in questi giorni sono impegnati sul fronte coronavirus sono rimasti profondamente colpiti e scossi dall’accaduto. A nome dell’Azienda sanitaria che rappresento esprimo il più profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia della “nostra” infermiera”.

Non possiamo non ringraziare ancora una volta tutte le figure in campo in questa battaglia invitando tutti a rimanere a casa e ha effettuare delle donazioni, anche piccole, per supportare gli ospedali più in difficolta a causa del numero di ricoveri che spesso può risultare ingestibile.

Andrea Calabrò