Il pedofilo Richard Huckle è stato violentato e poi ucciso da un compagno di cella

Non esiste pena corretta per chi si macchia di reati contro i bambini, dovrebbero patire per tutta la vita le pene che causano alle povere anime che a causa di una perversione disumana, vengono compromesse per sempre. Non esistono giustificazioni per queste persone che devono pagare secondo la legge e che poi risponderanno dall’Altra Parte a chi di dovuto dei dolori causati sulla terra. Questo non vuol dire che però devono morire, non crediamo in alcun modo che questo possa alleviare la loro pena, piuttosto la legge è capace di infliggere pene che li porteranno a patire per tutta la vita.

La storia di oggi è quella di Richard Huckle, classe 1986, di Ashford già arrestato il 19 dicembre del 2014 nel Regno Unito. Nella sua vita Richard faceva il freelance come fotografo, ed aveva la passione per il mondo orientale, dove spesso si recava in viaggio. Lì, secondo quando ricostruito dalla Task Force ‘Argos’ , l’uomo aveva la possibilità di conoscere dei bambini recandosi nelle scuole, negli orfanotrofi e nelle chiese locali. Si fingeva interessato a fotografare questi bambini e a raccontarne le loro storie attraverso la propria macchina fotografica.
L’uomo beccato da una task force dedicata alla ricerca dei pedofili online, è stato trovato in uno dei tanti siti del dark web dedicato alla pedopornografia: “The Love Zone”. Grazie a questa operazione sono stati salvati più di 85 bambini e tra le varie persone arrestate vi era anche Huckle. Nel suo computer sono state trovate più di 20mila foto di carattere pedopornografico e in alcune era presente anche il fotografo. In carcere con una pena esemplare di 22 ergastoli.

“Volevo che sentisse quello che sentivano tutti quei bambini”. E’ questa la spiegazione data da Paul Fitzgerald, il detenuto che ha deciso di compiere il gesto estremo di porre fine alla vita del pedofilo, dopo averlo violentato. L’idea che quell’uomo avesse abusato di oltre 200 bambini non riusciva proprio a metabolizzarla.

Andrea Calabrò