Il nuovo libro di Motta è un manifesto poetico per riscoprire la bellezza della musica

C’è un solo modo per trovare la propria strada nella musica: sbagliare. Poi, sbagliare ancora. Sbagliare di nuovo, sbagliare per sempre. Sbagliare e sfilarci di dosso tutte le nostre convinzioni. Fino ad arrivare al cuore di ciò che stiamo cercando. Fino a trovare noi stessi.

Raccontare le scelte della vita ha un peso quasi pedagogico, arrivare ad un certo punto della propria esistenza e voltarsi indietro per trarne un insegnamento da condividere con altri. Diverso dalla presunzione, questo è la condivisione delle esistenze, dei pensieri, della musica.

Quella musica ascoltata alla radio, in macchina, a letto. Le serate cuffie alle orecchie e le canzoni su Spotify, i vecchi cd che si graffiavano dopo pochi secondi. Lucio Dalla, le Spice Girls, i Doors. Le giornate in un garage a fare cover rock. Prendere una chitarra e suonare. Suonare e cantare. Scrivere una canzone. Ogni istante della nostra vita ha la sua precisa colonna sonora; la musica ci accompagna ogni giorno, modula il nostro umore, genera ricordi, ci traghetta nel futuro. La musica è sempre dentro di noi.

Il cantautore Francesco Motta racconta che cosa significa vivere con la musica: cosa spinge molti giovani a voler diventare musicisti o cantanti, che ostacoli si incontrano lungo il cammino e in che modo è possibile affrontarli. Condivide, riavvolgendo il nastro della sua vita, storie e riflessioni intorno a problemi fondamentali: l’importanza della solitudine e del silenzio, lo scoramento per quello che si ha in testa e non si riesce a esprimere, l’imprevedibile viaggio che si compie ogni volta che si inizia a scrivere una canzone.

Vivere la musica,  edito Saggiatore, è un manuale sentimentale per mettere a nudo le nostre emozioni attraverso note e parole, un manifesto poetico per riscoprire la vera bellezza della musica, per tornare ad ascoltarla con le orecchie, il cuore e lo stupore di un bambino.

Claudia Ruiz