Ibiza tiene chiuse le discoteche, quest’anno punta tutto sulla natura

DC 10, Amnesia, Pachà, Space, Privilege. Questi alcuni dei nomi delle più famose discoteche di Ibiza, la città estiva d’eccellenza per quanto riguarda i locali notturni e la movida. Ogni anno numerosi giovani scelgono quest’Isola delle Baleari per passare le proprie vacanze all’insegna della musica e del divertimento. Quest’anno però il Covid-19 ha fermato anche Ibiza. Niente restrizioni per le disco, come invece è stato disposto in Italia.

Le discoteche, i locali notturni di qualsiasi genere, basta che possano ospitare più di 300 persone. I ristoranti chiuderanno alle 2.00, mentre bar e caffetterie alle 22.00. Possono ripartire le feste popolari (ma è così solo dal 1 luglio) con dei limiti: non più di mille persone all’aperto e massimo 300 al chiuso. Anche la spiaggia sarà sotto controllo: tramite sensori che si attivano all’ingresso delle persone in spiaggia, si potrà sempre avere il numero preciso delle presenze, per evitare assembramenti. Vietati i gruppi con più di 20 persone.

Il Covid-19 ha fermato così gran parte della forza lavoro e della forza economica dell’isola, che grazie ai giovani turisti che invadono l’isola con l’arrivo dell’estate, riescono a mantenersi per tutto l’anno.

All’interno dell’Isola c’è molta attenzione al distanziamento sociale ed alle regole da rispettare. La polizia è sempre presente. Nonostante durante il lock down si potesse passeggiare solo intorno a casa, se si voleva  andare al ristorante si poteva girare per tutta l’isola senza limitazioni. Ora invece la presenza dei controlli è costante.  Considerando inoltre le rigide regole imposte dalle autorità solo il 30 per cento degli hotel potrà riaprire. I club e le discoteche restano chiuse per decisione governativa perché non possono garantire il distanziamento. L’Ushuaïa Ibiza ha già dato appuntamento al suo club per il prossimo anno, mentre sta cercando di riaprire almeno l’hotel, il Tower, nel rispetto delle regole. Sarà davvero un’Ibiza inusuale quella del 2020.

Un’occasione

Un proverbio cinese recita: “Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”.

L’isola più “proibita” di sempre, cerca di sfruttare l’occasione, chiamiamola così, che questa pandemia ha deciso, poco gentilmente, di concederle e si reinventa. Cancellata la vita notturna, si è deciso di puntare tutto sulla sua bellezza, dalla luce del sole, fino al tramonto, qui sempre romantico.

Punta così sulla calma e la tranquilla, completamente agli antipodi rispetto all’Ibiza che si poteva vivere la scorsa estate.

Retreat spirituali, meditazione, yoga e mindfulness. Visite ai mercatini hippie (Las Dalias, Punta Arabì e Sant Jordi) e passeggiate sulla spiaggia (ce ne sono circa 80 in tutto).  Da Cala d’en Serra, spiaggia a nord dell’isola, a Cala Salada con le sue acque di un turchese abbagliante. Cala Bassa, a ovest dell’isola, vicino a San Antoni. Oppure lungo la costa di San José (Cala Vadella, sabbia fine e bianca), vicino al faro di es Moscarter de Portinatx o al Plà de Corona de Santa Inés. Cala Benirras è invece una delle poche rimaste selvagge e inviolate. Vi sembrerà di tornare indietro nel tempo. Da qui tramonti indimenticabili e da accompagnare – secondo usanza comune – con applausi.

Non mancano i sentieri escursionistici che attraversano i cinque comuni dell’isola e si affacciano sul mare: Eivissa, Sant Josep, Sant Antoni, Sant Joan e Santa Eulalia.

Ibiza si apre così ad un turismo completamente diverso e probabilmente, di maggiore qualità, che potrebbe cambiare drasticamente il suo approccio. E’ comunque certo che, appena i Club riapriranno le loro porte, onde di ragazzi torneranno ad invadere l’Isola

Sharon Santarelli