I Ghostbusters sono esistiti?

Who you gonna call? (Chi chiamerai?) Ghostbusters!

Come non ricordare il ritornello della canzone di Ray Parker Jr. nonché slogan di un film cult degli anni 80? Per chi non conoscesse questo film (che corra immediatamente ai ripari perché non è possibile!), il plot racconta di tre studiosi di fenomeni psichici, i dottori Peter Venkman (Bill Murray), Raymond “Ray” Stantz (Dan Aykroyd) e Eagon Spengler (Harold Ramis), che una volta cacciati dall’Università, decidono di inventarsi un mestiere: gli acchiappafantasmi. Iniziano così a fare casting assumendo il primo candidato, Winston Zeddemore (Ernie Hudson) e così, dietro lauto compenso, iniziano a liberare gli immobili da ectoplasmi nocivi, fantasmi e fenomeni di poltergeist. La cliente chiave del plot è Dana Barrett (Sigourney Weaver) che, dopo alcuni spaventosi avvenimenti in casa e vedendo lo spot pubblicitario in tv, decide di consultarli per un sopralluogo. Questo sarà l’inizio di un’esilarante avventura che vedrà coinvolto anche il vicino di casa di Dana, Louis Tully (Rick Moranis).

Il film è stato prodotto e diretto da Ivan Reitman per la Columbia Pictures e ha visto la luce nel 1984 conseguendo un notevole successo e “dando vita” a un sequel (perché il terzo lo considero più un reboot al femminile e mal riuscito!).

La sceneggiatura è di Dan Aykroyd, noto per la sua passione al paranormale. L’idea gli venne dopo aver letto un articolo dedicato alla fisica quantistica e alla parapsicologia. Così abbozzò una prima idea già nel 1981 intitolandolo provvisoriamente Ghost Smashers. Poi altri spunti vennero da un cortometraggio Disney del 1937, Topolino e i fantasmi, e da due pellicole sul tema fantasmi: Il fantasma di mezzanotte (1939) e La donna e lo spettro (1940), entrambi con lo stesso attore, l’inglese Bob Hope. Dopo alcune modifiche alla trama, ridimensionando l’azione degli acchiappafantasmi più terrena e senza viaggi spazio-temporali inseguendo spettri, Harold Remis si unisce alla scrittura. Aykroyd propone il plot a Ivan Reitman con il quale stava collaborando per la trasposizione cinematografica di Guida Galattica per Autostoppisti (The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy), un romanzo del 1979 scritto da Douglas Adams. Il titolo fu cambiato prima in The Ghost Busters e poi riadattato per via di problemi con il copyright poiché esisteva già una serie tv con lo stesso nome. Una decina di anni dopo fu pubblicata una serie animata ispirata alla serie tv con il titolo Filmation’s Ghostbusters, giacché la Columbia Pictures aveva già depositato i diritti per il nome Ghostbusters e aveva prodotto nello stesso anno una serie animata dal titolo The Real Ghostbusters. Così nel 1984 il film divenne semplicemente Ghostbusters (Acchiappafantasmi).

Dopo questa doverosa premessa dedicata al film, vorrei raccontarvi la reale storia che c’è dietro l’idea di questo cult e che vede come protagonista il bisnonno di Dan Aykroyd: Samuel.

Il bisnonno di Dan Aykroyd era un Ghostbuster

Samuel Augustus Aykroyd, classe 1855, era il quinto dentista di Kingston e aveva il proprio studio sulla strada principale della città al numero 92 di Princess Street, dove ora c’è una banca della catena TD, proprio di fronte ad uno Starbucks dall’altra parte della strada. In seguito, Aykroyd scelse la carriera d’insegnante e aveva un ranch nei pressi di Sydenham, nell’Ontario, in Canada. Era appassionato di spiritismo e spesso ospitava persone per svolgere sedute spiritiche. Uno fra gli ospiti era il medium Walter Ashurst, che nel 1921 iniziò una collaborazione con Aykroyd durata 12 anni. In una seduta spiritica si racconta che Ashurt andò in trance e incanalò dentro di sé lo spirito di un irlandese di nome Mike Whalen. Altre volte, si narra, pare abbia comunicato con diversi nativi americani e addirittura con un antico principe egiziano chiamato Luce Blu, e con uno spirito di nome Lee Long che avrebbe affermato, di aver vissuto in Cina durante la dinastia Ming, divenendo così, il cosiddetto spirito guida di Walter. Un altro episodio singolare pare sia avvenuto durante una seduta tenutasi a casa del figlio di Samuel, Maurice Aykroyd (appunto il nonno di Dan), in cui si narra di uno strumento a fiato simile a una tromba che pare fluttuasse sopra le teste dei partecipanti. Nel racconto si sospetta che fosse lo strumento usato per richiamare i morti nelle sedute con i vivi.

C’è voluto più di mezzo secolo per ritrovare i quaderni del dottor Aykroyd in un vecchio baule. Nei diari si contano circa 80 sedute spiritiche dell’amico medium Walter. In uno di questi dati raccolti si narra anche dell’apparizione di un avo di Samuel Aykroyd, testimoniato da alcuni membri del circolo medianico. Si racconta anche di una sostanza biancastra che ogni tanto appariva nell’oscurità durante le sedute spiritiche. Si pensa che con molta probabilità si fosse trattato di ectoplasma, una sostanza medianica completamente sconosciuta alla scienza e spesso prodotta in modo fraudolento dai medium.

Per quanto Peter, il padre di Dan Aykroyd, e il bisnonno Samuel, abbiano affermato che Walter Ashurt non fosse un ciarlatano, si sa davvero pochissimo sul suo conto per essere certi che non stesse bleffando. Dopo una ricerca sulla sua personalità e la lettura del libro dei coniugi Aykroyd (genitori di Dan) A History of Ghosts: The True Story of Séances, Mediums, Ghosts, and Ghostbusters del 2009, parrebbe che Ashurt fosse molto incline alla fantasia. Si racconta che da bambino avesse “sperimentato visioni” che secondo il padre erano semplicemente incubi o sogni lucidi.

Una volta ragazzo si appassionò alla chiaroveggenza convincendosi di avere poteri fuori dal comune e iniziò a sperimentare con l’autoipnosi, raccontando di comunicazioni con entità invisibili.

Gli Ayroidi, i primi Ghostbusters

Erano un gruppo affiatato di amici che condividevano lo stesso interesse per il paranormale, Samuel così formò gli Ayroidi, un gruppo di ricercatori psichici che cercavano di “catturare” prove e comunicare con i morti. Il nipote di Aykroyd, Peter (il padre di Dan), all’età di 7 anni sbirciava talvolta da una porta, altre da una scala, e restava sorpreso della voce del medium che cambiava assumendo diverse inflessioni quando, si dice, il suo corpo era raggiunto da entità ultraterrene. Queste ricerche iniziarono nel 1905 e proseguirono fino al 1933. Samuel prendeva appunti su questi quaderni/diari nei quali indicava il proprio grado di soddisfazione o insoddisfazione per le attività svolte. Ciò cui aspirava di più era una vera materializzazione di uno spirito, a quanto pare mai avvenuta. Le sedute si svolgevano seguendo un programma prestabilito e sempre simile. Secondo Ashurst, che a quanto pare era il promotore di questi incontri e il fulcro dei primi Ayroidi, gli spiriti avrebbero promesso che stavano lavorando sul rendere possibile la materializzazione e che questo richiedeva tempo e pazienza.

Una delle preoccupazioni più importanti di Samuel era di certo l’ectoplasma, quest’apparente manifestazione spettrale menzionata nelle scritture dedicate allo spiritismo ma impossibile da documentare. Parrebbe che il materiale appiccicoso prendesse forma solo fugacemente, rendendosi visibile soprattutto al buio senza delle effettive proprietà fisiche. Secondo Ashurst, gli spiriti avrebbero comunicato che il residuo della loro presenza sarebbe arrivato molto presto, fatto in realtà mai avvenuto.

La ricerca del dottor Aykroyd sul paranormale continuò anche con suo figlio Peter una volta cresciuto, il quale cercò di costruire il primo dispositivo in grado di poter catturare le voci spettrali, nonostante parrebbe che gli stessi spiriti abbiano comunicato ad Ashurst che era un congegno impossibile da costruire e che quindi quelle voci non potevano essere registrate. Se Ashurst fosse un invasato visionario, ovviamente potremmo pensare che fossero tutte fandonie, ma se credessimo al medium, vorrebbe dire che gli attuali strumenti di registrazione audio e video non catturerebbero che pareidolie acustiche e visive.

Samuel Aykroyd morì nel 1933 e il gruppo di ricerca proseguì senza di lui per circa un decennio. Il figlio di Samuel, Maurice, era un ingegnere della compagnia Bell Telephone, ed era convinto che gli spiriti potessero essere raggiunti attraverso un dispositivo a radiofrequenza, così da cercare di costruire dei prototipi con cui sperimentare, ma senza alcun successo.

Dan Aykroyd e i demoni di Ghostbusters

Dan Aykroyd è quindi cresciuto ascoltando racconti di sedute spiritiche ed esperimenti sul paranormale che si sono susseguiti per ben quattro generazioni e che, a detta di alcuni, sono continuate per altre due. Pare, infatti, che a Kingston stiano operando dei nuovi Ayroidi della famiglia Aykroyd. Spesso in casa giravano riviste e libri sul paranormale e giornali della SPR americana (Society for Psychical Research) fondata nel 1885 nella Grande Mela, quale filiale della principale SPR fondata a Londra nel 1882. L’approccio accademico impiegato dai suoi antenati e da figure di spicco nel panorama spiritico come il “papà” di Sherlock Holmes, l’autore Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930), e il famoso “cacciatore di fantasmi” Hans Holzer (1920-2009) famoso per il caso su Amityville, ha portato Dan ad appassionarsi e a credere all’esistenza dei fantasmi.

Al contrario, il co-sceneggiatore Harold Ramis (scomparso nel 2014) che interpreta Eagon nel film Ghostbusters, non credeva per nulla nel sovrannaturale, ma il suo interesse per la storia antica e la mitologia assira babilonese, contribuirono a rendere la trama del film più interessante, inserendo nel plot appunto, un antico culto sumero che cercava di evocare un dio malvagio che nel film fu chiamato Gozer.

Winston: “Ma davvero andiamo da un giudice e gli diciamo che un ammuffito re babilonese capiterà in Central Park West e comincerà a demolire la città?”
Eagon: “Sumero, non babilonese!”

La mitologia mesopotamica ha creato molti antichi déi poi divenuti démoni per il cristianesimo. Nel film si parla di Zuul, nome del tutto inventato ma che sembra aver preso spunto , errore di lettura da parte degli assiriologi per identificare il dio Anzû, raffigurato dai sumeri come un enorme rapace con la testa di leone. Anzû rappresentava la potenza del turbinoso vento del sud che trasportava le polveri dalle zone semi-desertiche meridionali creando delle vere e proprie tempeste di sabbia. Spesso associato alla malattia e alla disgrazia, Anzû a volte era evocato per richieste di piogge nei periodi di molta siccità. Era il figlio del dio supremo Anu. Si dice che Anzû fosse la vera fonte delle acque del Tigri e dell’Eufrate, due fiumi dell’Asia occidentale, e il ladro della Tavola dei Destini, un oggetto mitologico e religioso mesopotamico che consisteva in una tavola contenente il “destino” dell’intero Cosmo e di ogni sua parte. Il suo custode era il dio Enlil nella cultura sumerica, per poi divenire in quella babilonese il dio Marduk.

Tralasciando Slimer che sembra sia lo “spirito” di Bluto, il personaggio interpretato dall’amico di Aykroyd, John Belushi, scomparso nel 1982, c’è un’altra figura spettrale nel film che merita un approfondimento: Gozer.

Gozer il Gozeriano, l’antico dio sumero che nel film ha le fattezze di una donna, deriverebbe da un culto apocalittico che era abbastanza comune in epoche antiche, la cosiddetta “pulizia ciclica del mondo”. Una pulizia simile la possiamo riscontrare anche nell’Antico Testamento con l’episodio di Noé. La religione sumera non era ciclica, sicuramente non lo era nel senso più stretto induista, perché, ad esempio, nel concetto di Kali Yuga o nella religione azteca, i mondi si “rinnovavano”.

Spiego meglio…

Negli studi affrontati con i sannyasi della cultura dell’Hare Krishna, ho imparato che nella religione induista la Terra è divisa in quattro ere chiamate YugaSatya Yuga (detta anche Krita Yuga) ovvero l’età dell’oro, Treta Yuga cioè l’età dell’argento, Dvapara Yuga quella del bronzo e infine Kali Yuga che sarebbe l’attuale età del ferro. Inoltre, c’è da sapere che i sumeri non avevano l’idea di una battaglia apocalittica: alcuni film si rifanno al mito nordico di Ragnarǫk, una mitologica guerra tra le potenze della luce e quelle delle tenebre, e del caos. Ragnarǫk, per analogie e descrizione, corrisponde all’Armageddon islamico-cristiano. La storia sumera ha registrato una sola apocalisse nell’undicesima tavoletta dell’Epopea di Gilgamesh, il cui dio Dumuzi (Dumu-zi-Abzu), detto anche Tammuz, muore e poi risorge, causando così la discesa negli inferi di Inanna la Signora del Cielo, e dea della bellezza e della fecondità. Per quanto Gozer sia inventato, un culto simile era possibile, un po’ come le storie giudaico-cristiane sulla venuta del Messia. Che cosa significhi esattamente Gozer non lo sappiamo, ma il culto guidato da Ivo Shandor citato da Eagon nel film come un architetto e medico, e progettista del palazzo che si vede in Ghostbusters, pare abbia un parallelo storico con l’interesse dei primi del Novecento per lo spiritismo, l’occulto e l’egittologia, nel quale periodo fiorirono gruppi come i Theosophists e l’Hermetic Order of the Golden Dawn.

Se per Zuul c’è un possibile riferimento a un dio sumero, gli altri nomi citati nel film, quindi Gozer, Vinz Clortho, Torgs e Slors, non trovano analogie nella mitologia ittita o sumera. E la Guida Spiritica Tobin citata da Eagon non esiste! L’unica cosa che sappiamo su Gozer è che s’ispira alla concessionaria Gozer Chevrolet a nord di New York… ma adesso vi stupirò perché le ricerche fatte con la voglia di scoprire portano sempre a esiti “elettrizzanti”.

Il Poltergeist di Enfield ha un nesso con Ghostbusters

Penso che molti di voi conosceranno il Poltergeist di Enfield in Inghilterra, uno dei più famosi della storia. Pare che in una casa popolare al numero 284 di Green Street, la famiglia Hodgson abbia avuto problemi di natura psichica. Oltre a Maurice Grosse che era alla sua prima esperienza, fu affiancato sempre per conto della Society for Psychical Research anche il veterano investigatore psichico Guy Playfair. Durante alcune manifestazioni fra le quali dei colpi alle pareti, hanno fatto pensare a Playfair che l’entità volesse in qualche modo comunicare. Così fece intervenire una persona che diceva di avere doni psichici e capacità medianiche, una certa Annie Shaw (nome usato come medium) che fu accompagnata dal marito. La Shaw una volta entrata in trance gridò all’entità di andarsene, per poi iniziare a ridacchiare con una voce diversa e quando il marito cercò di parlarle, lei gli sputò addosso lamentandosi e dicendo: “Gozer, Gozer aiutami! Elvie, vieni qua!”
Il marito chiese quindi all’entità di lasciare stare la famiglia Hodgson. Nei giorni a seguire molti atri sensitivi e medium si recarono nella casa cercando di fornire risposte diverse, affermando che il principale responsabile era Gozer, un’entità maligna che doveva essere legata alla magia nera. Secondo la medium brasiliana Elsie DubugrasJanet Hodgson, la ragazzina coinvolta principalmente nel caso del poltergeist, doveva essere la reincarnazione di una donna vissuta nel Medioevo e che si era accanita malevolmente nei confronti delle famiglie di alcuni contadini e che i loro spiriti si stavano vendicando. Si racconta, ma non è agli atti ufficiali dei report sul caso, che la scritta Gozer era apparsa anche sui muri e su oggetti vari.

Tornando a Dan Aykroyd, fra l’altro, pare abbia vissuto con la moglie, l’attrice Donna Dixon, in una casa infestata. Dan Aykroyd non è stato la prima celebrità a vivere nella casa a due piani in stile country. La casa è passata a più proprietari fra cui Natalie Wood, Ringo Starr, Alfre Woodard e Renee Zellweger. La prima proprietaria fu “Mama” Cass Elliot e Dan Aykroyd racconta che “una volta il (suo) fantasma ha anche strisciato sul mio letto mentre ero sdraiato. Cercai di non pensare e mi girai dall’altra parte rannicchiandomi.”
Pare che lo spettro abbia acceso anche lo Stairmaster (attrezzo ginnico simile al tapis roulant ma con scalini) e abbia spostato i gioielli dal cassettone. Dan afferma di essere sicuro si tratti dello spirito di Mama Cass. Anche la madre di Aykroyd gli ha raccontato che gli spiriti dei bisnonni, Samuel e sua moglie Ellen Jane, le avevano fatto visita dopo la nascita di Dan comparendo ai piedi del letto dove lo stava allattando. E a detta di Dan Aykroyd la madre viene dal ramo scettico della famiglia.

Riflettendo sui temi ricorrenti nell’albero genealogico della famiglia Aykroyd, Dan ha riassunto la sua passione ereditata per il paranormale con la frase “È un affare di famiglia, per l’amor di Dio!”

Dopo il criticato reboot al femminile chissà che il progetto ambito da Dan Aykroyd, una serie tv sui Ghostbusters su Netflix, non possa realizzarsi, dato che sia lui che il regista dell’omonimo primo film Ivan Reitman, avevano dato il benestare con molto entusiasmo al poster della seconda stagione di Stranger Things, in cui i protagonisti della serie sono vestiti da acchiappafantasmi. Per ora dovremmo accontentarci del film animato diretto dallo stesso Reitman che racconterà la storia dal punto di vista dei fantasmi.

Termino con una frase di Hans Holzer che scrive nel suo Travel Guide to Haunted Houses (Guida di viaggio alle case infestate):

“I fantasmi sembrano essere una memoria emotiva sopravvissuta alla morte traumatica di qualcuno… che però non è consapevole di essere morto. La morte improvvisa giunge come uno shock e la personalità umana permane nei luoghi cui era emotivamente legata prima del decesso”.

Nonostante queste parole non trovino oggi terreno fertile dopo le affermazioni del fisico Brian Cox per gli esperimenti avvenuti con il Large Hadron Collider (LHC) al CERN, rimane affascinante e simpatica l’idea che i fantasmi possano zittirci se li disturbiamo mentre stanno leggendo un libro in biblioteca.

“Non definirei l’esperienza del tutto vana. Secondo questi nuovi dati, forse abbiamo l’eccellente occasione di catturare un fantasma e di conservarlo indefinitamente.”

(Eagon)

redazione