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Hubie Halloween: il film ideale per essere subito dimenticato

È la sera di Halloween, e di andare a fare dolcetto o scherzetto non ne hai voglia. Ti butti sul divano e cerchi un film in tema, ma non un classico di quelli visti e rivisti. Noti che, su Netflix, è disponibile “Hubie Halloween”, nuovo film con protagonista Adam Sandler. Perché no? Gli dai una possibilità. Dopo la visione non capisci bene cosa ti abbia lasciato questo film. Tranquillo, non sei solo.
Ecco la nostra recensione, ovviamente con spoiler.

“Hubie Halloween” è un film del 2020, diretto da Steven Brill e prodotto, tra gli altri, dallo stesso Adam Sandler, che qui fa anche da protagonista.
Il film racconta la storia di Hubie, un bizzarro commesso di supermercato che vive a Salem con la madre. Ragazzino intrappolato nel corpo di un uomo, è perennemente bullizzato da chiunque nella città. Nella notte di Halloween decide di sorvegliare le strade affinché la festa non si riveli pericolosa, soprattutto per i più giovani.

“Hubie Halloween” è un film che non dice letteralmente niente. Dopo averlo visto, infatti, lo si dimentica immediatamente. Si presenta come una commedia, ma ha un grande difetto: non fa ridere. E per una commedia questo è un fallimento. Le scene che fanno sorridere ci sono, ma sono poche e si dimenticano abbastanza in fretta nei 100 minuti del film. E qualche sporadico momento divertente sparso qua e là è sicuramente troppo poco nell’economia di un film con l’ambizione di far ridere lo spettatore.

Un altro grande problema del film è il ritmo assolutamente scostante. Nei primi 70 minuti, infatti, succede poco di interessante ai fini della trama. Le rivelazioni e le scene clou avvengono tutte nell’ultima parte del film, con un finale, poi, veloce e prevedibile.

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Entriamo nel dettaglio. La prima scena, quella nel manicomio, apre le porte a una storia su un fuggitivo da un ospedale psichiatrico. Arrivato a Salem, egli (di cui non si vede il volto inizialmente) trova a terra una maschera di maiale, la indossa e vaga per la città. Ci sono diverse scene in soggettiva riguardo a questo personaggio (in cui la telecamera è come se fosse dentro la maschera del maiale), e ci si aspetta che egli diventi un personaggio chiave nel film. Nella scena ambientata nel labirinto di mais c’è anche lui, che sembra proprio essere il rapitore del ragazzino travestito da Freddie Mercury.

Il colpevole è lui, no? No, la colpevole è la mamma di Hubbie. Lo psicopatico, dunque, si rivela un personaggio assolutamente inutile. Il film, senza di lui, non sarebbe cambiato di una virgola. E allora perché inserire un personaggio così se poi rimane inutilizzato? L’unica risposta che si potrebbe dare è che, in quanto fuggitivo, diventa il primo ricercato della polizia, ma la sua immediata costituzione lo scagiona da qualsiasi sospetto. Anche l’altro malato psichiatrico, Walter Lambert, non è poi così utile, ma almeno dà la possibilità a Hubie di ipotizzare un possibile colpevole per i rapimenti di Salem. Ma anche lui, come il fuggitivo, si scopre subito non essere il colpevole.

Un altro problema è la caratterizzazione dei personaggi, dei quali fatichiamo anche a ricordarci i nomi. La maggior parte di essi ha un piccolissimo approfondimento, quasi nullo, il che non aiuta una sceneggiatura già di per sé debole.

Presente in troppe scene è la gag della bicicletta. Mentre Hubie pedala, i ragazzini gli tirano qualsiasi tipo di oggetto contro, con lui che riesce ad evitarli sempre tutti. Una volta è simpatica, la seconda può starci, la terza diventa ripetitiva.

Nonostante tutti questi difetti, comunque, “Hubie Halloween” è un film che non vuole prendersi sul serio e che, alla fine, è abbastanza godibile. Sandler non ha la pretesa di creare la commedia di halloween dell’anno, e questo si vede, il che attenua un po’ il giudizio, nel complesso negativo, su questa pellicola.

Marco Nuzzo