Heartstopper, la miniserie Netflix che vi farà innamorare di Nick e Charlie

È al settimo posto tra le serie Netflix del momento e sto parlando di Heartstopper.

Questa miniserie inglese scivola via rapidamente, forse troppo, lasciandosi divorare in una notte sola. Alle cinque del mattino, garantisco, vi ritroverete soli, con un pugno di farfalle nello stomaco e il desiderio di saperne di più su tutto, dal cast ai libri dai quali è tratta.

Charlie è un quindicenne smilzo, dai ricci arruffati, un liceale che corre velocissimo oscillando tra il baratro del bullismo e dell’omofobia di cui è vittima e la sua zona di comfort con i pochi amici di sempre, quelli un po’ “strani” e che siedono sempre insieme durante la mensa.

Charlie vive apertamente la sua omosessualità ed è alle prese con le sue prime crush, quelle sbagliate e che riducono il cuore a una poltiglia ammaccata. Strani amori sbocciati tra i banchi di scuola, ma da tenere segreti perché fare coming out è troppo difficile, una presa di posizione così coraggiosa da diventare un colmo è che trasforma il coraggio in beffa, la più bersagliata dagli scherni.

All’improvviso nella vita di Charlie arriva Nick, il ragazzo popolare, il rugbista desiderato, attenzione però, perché non si tratta del classico stronzo è impossibile. Nock è gentile e si lega immediatamente a Charlie ed è attraverso di loro che riaffiorano emozioni assopite.

Heartstopper

Charlie, Nick, Ella, Tara e persino Henry con il suo gruppetto di bulletti si trasformano in tutti quei ragazzini che siamo stati e che nel profondo ancora ci sono.

Heartstopper è un drama adolescenziale dove le tematiche lgbtqi+ sono l’essenza, ma a chi vorrà mercificarla solo per questo, ditegli che si sbaglia.

Sono 8 episodi intensi e carichi di sensazioni e timori, di desiderio e di parole non dette per paura, di messaggi scritti e cancellati e di risposte che non arriveranno mai. Heartstopper è il bacio più bramato, quello sfiorarsi di labbra che sentiamo così calde anche se non c’è stato ancora.

 

Dimenticate il surrealismo di lusso di Elite o le trame complesse di Tredici. Nessun mostro dallo Stranger Things Universo e neppure uno scandalo alla moda alla Gossip Girl.

La storia è semplice, così semplice da permettere a chiunque di immedesimarsi con una facilità disarmante e fare a botte tra un conato di vomito smielato e un paio d’occhi lucidi di finta allergia.

Kit Connor (Nick) e Joe Locke (Charlie) sono così giovani, ma anche così promettenti. Entrambi sanno incarnare l’insicurezza, declinata però, in sfumature differenti. È forse la delicatezza con cui si affrontano tematiche forti a rendere Heartstopper leggera e al tempo stesso intensa. Sono gli abbracci spontanei e lo sfiorarsi di dita tremolanti che conquistano e promuovono le performance e la trama.

C’è quel cameo ricorrente, quello del premio Oscar Oliva Colman ad impreziosire il tutto, ma ogni parola sarebbe un di più.

Necessitiamo di lieti fini e di amore e questo show sa regalarceli entrambi!

Benito Dell'Aquila