Forme particolari di omicidio seriale, i serial killer atipici

Oggi, sulle pagine dedicate alla criminologia seriale parliamo di “serial killer atipici”, una categoria di omicidi molto particolare che si distanzia notevolmente dalle casistiche tradizionali di assassini in serie.

Si tratta soprattutto di una categoria ben lontana dalle convinzioni che il pubblico ha modellato su questi soggetti attraverso i dibattiti televisivi e la letteratura, il cinema e le serie televisive di genere thriller.

Cannibali, Vampiri, Bestie, più in generale Mostri: così i media hanno sempre chiamato infatti gli assassini che uccidono in modo brutale le loro vittime, per lo più per perversioni sessuali, almeno fino al 1991, anno d’uscita del film Il silenzio degli innocenti.

Grazie ai personaggi cinematografici di Clarice Starling e Hannibal Lecter (e alla magistrale interpretazione rispettivamente di Jodie Foster e Anthony Hopkins che valse loro il premio Oscar), ci siamo presto abituati al termine “serial killer”, pur non conoscendone fino al fondo il significato, anzi spesso “incatenandolo” a una concezione semplicistica e piatta.

Si è perciò creata nella mente del pubblico una figura di assassinio seriale che potremmo definire “classica” e che non corrisponde al vero.

L’omicida seriale “classico”: le caratteristiche

Nell’immaginario collettivo il perfetto serial killer è il maniaco che cattura le vittime e le uccide. Il più delle volte commette anche atti di violenza sessuale, prima o dopo l’uccisione, o, comunque, legati alla gratificazione sessuale.

I serial killer più famosi degli ultimi anni, ma non necessariamente i più perversi o prolifici, rientrano in questa categoria. A titolo di esempio ne citiamo brevemente tre [chi vuole può approfondire questi casi leggendo le biografie dei serial killer citati presenti su LaTelaNera.com nella sezione dedicata]:

– L’americano Ted Bundy, l’assassino delle studentesse, che stuprava e uccideva giovani ragazze brune che assomigliavano alla prima fidanzata che l’aveva rifiutato perché non lo riteneva alla sua altezza.

– Il russo Andrei Chikatilo, il Mostro di Rostov, che riusciva a eiaculare solo uccidendo donne e bambini e che ha commesso anche atti di cannibalismo.

Tra le caratteristiche del serial killer “classico”, oltre alla forte componente sessuale e al bisogno di contatto diretto con la vittima, vi è spesso la sottrazione di sue parti del corpo o oggetti che le appartenevano: “feticci” o “trofei” che gli servono per rivivere gli omicidi nella sua mente e alimentare le fantasie di morte.

La realtà è molto più varia e intricata di quello che pensiamo, e la scienza della criminologia si perfeziona con il passare degli anni e l’aumentare dei casi studiati (e risolti): definizioni, teorie e tecniche legate agli assassini seriali cambiano di pari passo.

Le prime definizioni di assassini seriali oggi si considerano incomplete o limitate.

Questo perché non includono tipologie particolari di serial killer come i guru delle sette o alcuni militari che in guerra nascondono il loro bisogno di uccidere dietro il senso del dovere. Né colgono alcune “sfumature” nei modus operandi dei serial killer che sono essenziali per comprendere la loro personalità e le motivazioni che li hanno spinti a uccidere.

Serial killer atipici: casi particolari di omicidio seriale

Lo psichiatra americano David Lester è stato il primo a capire che bisognava creare una categoria di “forme atipiche di omicidio seriale” (Serial killer: the Insatiable Passion, The Charles Press, 1995), che includesse tuti quei casi di assassini in serie non presi in considerazione dagli studiosi di criminologia, come i criminali nazisti o gli assassini nelle organizzazioni criminali organizzate. Li potremmo chiamare i “professionisti”.

Gli “Incendari” (Arsonist Serial Killer)
In questa categoria di forme atipiche di omicidio seriale rientrano tutti quei soggetti che appiccano incendi con la volontà precisa di uccidere una o più persone. Anzi, il più delle volte cercano di realizzare una strage. Gli incendiari non cercano un contatto diretto con la vittima, ma vogliono il controllo totale della scena del crimine.
DagliArsonist Serial Killer si deve escludere chi appicca il fuoco a un bene per motivi criminalmente razionali (come frodare l’assicurazione) e i piromani che, morbosamente attratti dal fuoco, vogliono solo veder bruci

I “Bombaroli” (Bomber Serial Killer)
Come nel caso dell’incendiario, anche il “Bombarolo” controlla la scena del crimine e non cerca un contatto diretto con la vittima. È interessato principalmente al controllo esterno della scena del crimine e a distruggere/annientare senza avere contatto fisico con le vittime.
Può scegliere di costruire un ordigno per:
– uccidere una persona specifica
– per commettere delle stragi a ciclicità periodica

I serial killer “per Induzione” (by Proxy)
Il criminologo Ruben De Luca ha anche introdotto la categoria di “Assassino Seriale per Induzione” (Serial Killer by Proxy) che comprende tutte quelle vere e proprie “menti criminali” che inducono altre persone (le “braccia”) a commettere gli omicidi al loro posto. In questo caso il serial killer non si limita a “dominare” la vittima di turno, ma anche il suo carnefice fisico: il tutto senza “macchiarsi” del crimine in prima persona.
Charles Manson e lo psichiatra svedese Sigvard Thurneman sono due chiari esempi di questa particolare tipologia di omicidio.

redazione