Ecco come il visualizzato su Whatsapp ha cambiato il nostro rapporto con l’altro

Se dovessimo rispondere alla domanda: “qual è l’app di messaggistica che più ha rivoluzionato la vostra vita?”, le risposte non sarebbero di certo Instagram e Facebook. Le due app citate, è vero, consentono anche un’opzione inerente allo scambio di messaggi tra le tante loro funzionalità, ma ormai non esiste praticamente più la frase “ti mando un messaggio” senza il completamento “su Whatsapp”.

Le funzioni che hanno fatto grande Whatsapp

I primi anni 2000 erano stati contrassegnati da una e vera propria nuova forme di comunicazione: gli sms. Hanno cambiato realmente il modo di interagire con l’altro ed introdotto nuovi modi di dialogare tramite messaggio grazie all’avvento delle abbreviazioni (anche se negli ultimi tempi sono in disuso e per lo più associate ai cosiddetti “boomer”).

Poi è arrivato Whatsapp, prima a pagamento, poi l’opzione di riscaricare dopo un anno la versione gratuita e da lì è scoppiata una moda che non si è arrestata fino ai nostri giorni. Il risultato è sorprendente se si pensi a quanti sono i competitor di messaggistica istantanea che vorrebbero togliere il primato al nostro caro Whatsapp.

Basti pensare che Whatsapp esiste dal 2009, nel 2014 è entrata a far parte del gruppo Facebook e il resto è storia. Nuovi strumenti, storie su Whatsapp come su Instagram, l’incremento dell’utilizzo più comodo di Whatsapp Web per non parlare della rivoluzione per eccellenza: le spunte blu.

Fonte: il Post

“Mandami un messaggio normale, non su Whatsapp”

Quante volte abbiamo pronunciato queste parole. Il messaggio normale nel gergo social di oggi non è altro che il classico sms, che nelle app dei nostri smartphone rischia davvero di avere la ragnatela.

Bambini, adulti, anziani, scuola, lavoro e istituzioni: tutto e tutti ormai passano per Whastapp. D’altro canto anche la possibilità di creare dei gruppi, degli spazi virtuali d’incontro scambio di idee ha rappresentato un passaggio epocale nella storia di Whastapp. Così come anche l’introduzione delle note vocali, sebbene per molti il “non posso ascoltare ora”, sta diventando la scusa più vecchia del mondo per risparmiarsi 10 minuti di audio.

Comodità dopo comodità Whatsapp si è adattato a noi, e noi ci siamo adattati ad esso (anche troppo)

Tuttavia, l’influenza che ha avuto Whatsapp nel nostro stile di vita è anche stata causa di diversi problemi. Le conseguenze più ovvie riguardano i classici messaggi della serie “visualizzato e non risposto”.

Come già detto, il visualizzato – rappresentato dalle spunte blu – è stata un’innovazione su Whastapp, dato che finalmente potevamo capire se il nostro messaggio fosse arrivato o meno a destinazione. Non tutti hanno, però, saputo cogliere nel migliore dei modi questa nuova opzione.

Infatti, c’è chi ha deciso di privarsene totalmente, grazie ad una risorsa presente nelle impostazioni dell’app che permette di togliere le spunte blu (sia per i destinatari del nostro messaggio, che per i messaggi ricevuti).

Le spunte blu erano diventate un modo in cui il nostro interlocutore poteva controllarci, ragion per cui c’è chi ha deciso di farne a meno. Il medesimo ragionamento è stato fatto, tra l’altro, per chi ha definitivamente tolto anche l’opzione de “l’ultimo accesso”.

Tutto molto interessante, ma volete sapere qual è stato l’unico risultato a cui siamo arrivati?

Ecco diversi modi in cui il visualizzato su Whastapp ha avuto conseguenze sociali, in un contesto completamente social

  1. Ha visualizzato e risposto subito, mi ama
  2. Visualizzato e ha risposto dopo cinque minuti, vuole fare il figo
  3. Ha visualizzato e non ha risposto, non c’è speranza
  4. Non ha visualizzato e non ha risposto, sarà impegnato
  5. Non ha visualizzato e non ha risposto da giorni, sarà successo qualcosa/mi sta ignorando

E così via! Queste sono tutte ipotesi, non troppo surreali, di quello che di solito succede tra due o più utenti che messaggiano su Whastapp. Persone, che danno un valore non indifferente ad una semplice opzione su una normalissima app. Questo valore ha conseguenze psicologiche, e anche sociali.

Per farla breve, le spunte blu su Whastapp sono state capaci anche di far terminare delle amicizie.

Ovviamente, non tutti la pensano così. Infatti parte degli utenti che utilizzano Whatsapp hanno dichiarato di farne un uso normale, dove per normale si intende considerare Whastapp per quello che è: uno strumento che ti permette di inviare messaggi e riceverli, senza fare troppo caso ai giochetti e ai secondi fini dietro un “visualizzato”.

Era, però, inevitabile nel mondo in cui viviamo – in cui esperienze di vita e esperienze sui social si sovrappongono – che le dinamiche sopra espresse diventassero realtà

C’è chi ritiene sia giusto così, soprattutto persone che hanno stabilito relazioni interpersonali grazie ai social. Insomma, per alcuni un visualizzato e non risposto, possono determinare davvero un blocco totale dell’altro (prima su whastapp e poi nella vita).

Per non fare di tutta l’erba un fascio, però, in quest’ambito si è deciso di analizzare l’esperienza di Marco, 25 anni, che non la pensa proprio così.

Che utilizzo fai di Whatsapp e che ruolo occupa nella tua giornata?

“Uso whatsapp molto, in quanto è diventato ormai il servizio di messaggistica per eccellenza. Occupa un ruolo essenziale, lo faceva da prima, ma adesso, con una pandemia in corso, è l’unico mezzo per rimanere in contatto con gli amici”.

Hai mai litigato con qualcuno a causa di whatsapp e/o bloccato qualcuno su whastapp dopo un litigio?

“Sì, è capitato di litigare con qualcuno per whatsapp, infatti ho tolto “l’ultimo accesso” proprio per evitare queste cose. No, non ho mai bloccato nessuno dopo un litigio, non ho più 10 anni. (Che antipatia)”.

Che peso dai al visualizzato e non risposto? Ti hanno mai accusato per questo? Se sì, come hai reagito?

“Non dò molto peso al visualizzato e non risposto perché sono il primo a farlo e so che molte volte, almeno nel mio caso, non è fatto di proposito: può capitare che si ascoltano gli audio lunghi mentre si fa qualcos’altro e magari concentrandosi su questo, ci si scorda di rispondere. Oppure ci sono messaggi che non necessitano di una risposta, odio rispondere “ok/capito”.
Ovviamente sono stato accusato di questo, mi sono scusato perché posso capire il fastidio ma spiego che non è una cosa che faccio di proposito … delle volte”.

Pare che Marco abbia confermato l’importanza che ha Whatsapp sulla vita di tutti ormai.

Non accetta, però, chi dà alle opzioni dell’app un valore in qualche modo troppo “umano”, li considera atteggiamenti infantili. Infine, ha dichiarato di dare poco peso alle spunte blu, anche se ci sono situazioni in cui anche lui ci gioca un po’ su.

Insomma, Marco rappresenta la voce fuori dal coro in questo contesto, ma dimostra di conoscere bene le dinamiche del social e di farne un uso giusto quando gli conviene.

E voi, a quale team appartenete?

Giulia Grasso