Tra pochi giorni rinizieranno le lezioni, tra i banchi di scuola ma con tutte le precauzioni necessarie per gli alunni più piccoli, in modalità a distanza o blended per gli universitari. Nell’ora di storia della moda di oggi parliamo della Pencil Skirt, ovvero la gonna a tubino. Maestro d’eccezione Alessandro dell’Acqua, Creative Director di N°21, che per celebrare il decimo anniversario ha realizzato una capsule collection dedicata al capo iconico del brand, realizzandone 12 modelli, ognuno in materiale diverso, a tiratura limitata, abbinati a un reggiseno dello stesso tessuto, utilizzando i tessuti rimasti in stock dalle passate collezioni.
La storia della Pencil Skirt
Stretta, dalla linea dritta con pinces in vita e con uno o due spacchi per permettere il movimento, la Pencil Skirt ha una storia ultracentenaria alquanto curiosa e avventurosa.
Nel 1908, durante un volo di prova Mrs. Hart O. Berg, moglie di uno dei fratelli Wright e prima donna americana a volare come passeggero in un aeroplano, aveva avvolto un pezzo di spago attorno alle caviglie della sua gonna ampia e voluminosa per evitare che il tessuto si gonfiasse durante il breve tragitto in volo e si impigliasse nei motori del velivolo; una volta di nuovo a terra fu fotografata mentre camminava ancora legata e la sua foto fece il giro del mondo. Qualche anno dopo, colpito da tale silhouette, lo stilista francese Poiret disegnò la Hobble Kkirt, antenata della pencil skirt. Questa era caratterizzata da un orlo abbastanza stretto da costringere le donne a procedere per piccoli passetti ed avere un’andatura più lenta e più graziosa.
Durante la prima guerra mondiale però le donne, che occupavano i posti dei mariti in uffici e fabbriche, avevano la necessità di capi pratici. La vita si abbassò, gli orli cominciarono a salire alla caviglia e successivamente al polpaccio e le linee erano essenziali e dritte. Queste le basi da cui Christian Dior prese ispirazione per creare la collezione H (contrapposta ed alternativa alla Linea A) lanciata nel 1947. Questa prendeva il nome dalla forma di una H maiuscola, con linee dritte e una sottile enfasi sul punto vita.
Nel 1954 Coco Chanel realizza il suo capo icona: il celeberrimo tailleur composto da gonna con linea dritta e lunghezza al ginocchio e giacca. Divenne il nuovo prototipo della modellistica e un must senza tempo della maison, che lo propone ancora oggi come nella collezione Heritages. Questa a sua volta è servita d’ispirazione per la minigonna degli anni 60 di Mary Quant, sostituita nei 70 da gonne lunghe e ampie. Ricomparve poi negli anni 80, prendendo il nome di power dressing e divenendo simbolo della donna in carriera.
A renderla davvero popolare furono le stelle del cinema e le pin up come Betty Page, Ava Gardner e Audrey Hepburn che se ne innamorarono e la convertirono in un capo fondamentale nel guardaroba della donna seducente e indipendente. Come non ricordare il modello verde lime disegnato da Edith Head e indossato da Grace Kelly in La finestra sul cortile o il celebre ondeggiare di Marilyn Monroe nel ruolo di Sugar Kane in A qualcuno piace caldo?
Da allora, la pencil skirt è diventata un classico che spesso torna nelle passerelle, con nuovi colori, materiali o tagli che la attualizzano e la rendono un eterno must have. Molto spesso è anche sfoggiata da chi ricopre importanti ruoli pubblici, come Meghan Markle o Michelle Obama.
Sebbene sia un classico del guardaroba femminile, non smette di stupire e sa come reinventarsi ogni volta, grazie alla sua versatilità, spaziando dal pizzo fluo al denim, dalla pelle total black alle paillettes arcobaleno. Adatta per andare a lavoro se abbinata a una camicia e una francesina comoda col tacco grosso o una sneaker di tendenza. Perfetta anche per un vernissage riscaldata da un cappotto della stessa lunghezza con cinturino in vita se necessario, sensuale al punto giusto per una cena a due.
Ecco cosa propongono gli stilisti per l’autunno/inverno 2020
E alcune alternative più fast ma sempre fashion!