Dal colore alla potenza, cosa sappiamo del passaporto?

Chi non possiede un passaporto o si sta informando per ottenerlo in vista di un viaggio?

Forse non ci avete mai fatto caso ma non tutti i passaporti sono uguali.

La differenza più evidente è il colore. Le nazioni scelgono il colore che meglio le rappresenta per esempio la Nuova Zelanda ha scelto il nero, non a caso anche quello della squadra di rugby, gli All Blacks e della compagnia aerea nazionale. Oppure è la cultura o la religione a determinarlo, come per molti Stati Islamici. Per la fede musulmana il verde è il colore del regno vegetale che si rigenera, è il colore delle acque lustrali, fra cui le acque del primo battesimo: è il colore del risveglio ed è anche il colore dell’immortalità, rappresentata universalmente dai rami verdi. I nomadi venerano Khidr, l’Uomo verde, patrono dei viaggiatori che incarna la provvidenza divina. Nell’Islam il verde è il colore della conoscenza, il colore dei santi musulmani, che nei loro soggiorni paradisiaci sono vestiti di verde.

Tramite il colore possiamo capire anche la cooperazione tra Stati. Il passaporto degli stati membri dell’Unione Europea è Borgogna. La Turchia, la Macedonia e l’Albania, paesi che hanno presentato domanda di adesione all’Unione, hanno sposato questa scelta cromatica. Diversamente la Gran Bretagna, a seguito della Brexit, tornerà al color blu.

Altra differenza è la potenza, ossia il numero di paesi che un passaporto permette di visitare senza chiedere un visto anticipato. Se il vostro passaporto è di Singapore e Sud Corea potete visitare 163 paesi, segue quello della Germania con 162. Nella Global Passport Power Rank, classifica compilato dalla società canadese Arton, l’Italia è al terzo posto con Danimarca, Svezia, Finlandia, Spagna e Francia. In coda con solo 26 Paesi visitabili l’Afghanistan.

Ci sono poi quei passaporti famosi, non tanto per i confini che permettono di valicare ma per i loro proprietari.  Quello di Marilyn Monroe è stato venduto all’asta per 115 mila dollari, quello di James Joyce a 97 mila dollari e quello di Albert Einstein per 90 mila dollari.

E se ve lo dimenticate? Per chi parte dall’aeroporto internazionale di Orlando sui voli diretti a Londra basta mettersi in posa per una foto. Qui la British Airways, sta sperimentando un sistema di riconoscimento biometrico del volto al gate. La tecnologia utilizzata è quella della scansione del viso, messa a punto da Sita (Società internazionale telecomunicazioni aeronautiche). La stessa società, negli aeroporti di Napoli Capodichino, Roma Fiumicino e Ciampino e nello scalo Marconi di Bologna ha attivato i Gate self-service biometrici per i controlli di frontiera.

Non rimane che fare le valige e prepararsi alla partenza!

Betti Bigi