Da Hermès fino ad H&m: quali brand hanno scelto di chiudere in Russia

I grandi nomi della moda (e non solo) hanno chiuso i loro negozi, sia fisici che online, in Russia. Uno dopo l’altro hanno deciso di interrompere la propria presenza sul territorio russo. Numerose sono le realtà che hanno preso questa decisione in risposta al conflitto ucraino. Facciamo il punto della situazione per capire come si sta muovendo il mondo della moda a diversi livelli in questi giorni così tristemente difficili.

Le grandi firme

Le maggiori maisons hanno annunciato immediatamente l’interruzione dei rapporti con la Russia. Tra questi il gruppo Lvmh, Kering, Gucci, Prada, Bottega Veneta, Hermès, Chanel, Burberry. Invece, prima di scendere in passerella durante la Paris Fashion Week che si sta svolgendo proprio in questi giorni, Balenciaga ha pubblicato sui suoi social una lettera firmata direttamente dallo stilista Demna Gvasalia. Poche righe in cui lo stilista rinnega il conflitto ucraino raccontando di aver vissuto una situazione simile nella sua infanzia. Proprio in nome di quella sofferenza provata anni fa ha deciso di non cancellare la sfilata, perché così facendo, ha raccontato, “avrebbe voluto dire arrendersi al male che mi ha già fatto soffrire per quasi 30 anni “. Ha scelto quindi di scendere in passerella dedicando la sfilata alla resistenza, al non avere paura e alla vittoria dell’amore e della pace.

Instagram @balenciaga

Giorgio Armani la scorsa settimana aveva scelto di sfilare senza musica durante la Milano Fashion Week. Di pochi giorni fa la notizia della donazione di una cifra notevole a UNHCR, l’organizzazione delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati. Il gruppo Armani ha annunciato anche la donazione di indumenti di prima necessità per la popolazione in difficoltà.

Anche altre realtà chiudono i punti vendita

Anche Zara, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Oysho, Cortefiel, rispettivamente appartenenti al gruppo Inditex e Tendam, hanno sospeso le loro attività in Russia. Queste due multinazionali hanno deciso di tagliare fuori la Russia dagli affari sia come forma di protesta nei confronti del conflitto, sia per problematiche di approvvigionamento. Si uniscono Mango, che ha donato 100 000 euro alla Croce Rossa internazionale, H&M, Nike.

Adidas ha invece deciso di sospendere la sua collaborazione con la Federcalcio russa di cui era sponsor ufficiale. E anche il colosso svedese dell’arredamento Ikea ha dichiarato la chiusura e la sospensione delle forniture ai negozi sul territorio russo, sottolineando come la guerra in Ucraina sia una tragedia umana devastante. Infine, pure Lego ha interrotto le sue consegne sul territorio russo.

Eleonora Corso