Coronavirus: muore dopo un mese di ricovero, ma ricoprono la sua auto di multe

Purtroppo spesso capita di fare degli errori, di non conoscere bene determinati contesti e di compiere azioni nel segno della legge, senza conoscere i retroscena.
In questo periodo brutale, che vede il covid continuare a prendere piede nel nostro paese nonostante le misure di chiusura adottate dal governo, sembra che si debba continuare a batter cassa attraverso le multe, in alcuni casi, fatte a delle persone che purtroppo sono venute a mancare a causa del coronavirus.
E’ questa è la triste storia che è accaduta all’automobile di Giuseppe Mosconi, un uomo di 68 anni residente in provincia di Lodi, a Fombio. L’uomo purtroppo nonostante un mese di guerra contro il coronavirus, non è riuscito a sconfiggere il virus ed è venuto a mancare all’ospedale a Piacenza.

Inizialmente non consapevole di essere positivo, l’uomo presentava alcuni dei sintomi tipici del coronavirus e così ha deciso immediatamente di avviarsi all’ospedale con l’intento di cercare supporto. Non presentando grandi dolori l’uomo è riuscito a recarsi all’ospedale di Piacenza con la propria auto, dove ha posteggiato in un posto riservato alla sosta a pagamento, pagando per un paio di ore, fiducioso che da lì sarebbe uscito a breve, magari con una semplice prescrizione.

Purtroppo una volta entrato in ospedale inizia il lungo calvario che dal 14 settembre lo ha visto combattere contro il virus che lo ha portato alla morte. Nel frattempo sull’auto iniziavano ad accumularsi le multe, dato che il ticket era scaduto lo stesso giorno del ricovero. Multe su multe fino al 16 ottobre. A nulla sono serviti i biglietti lasciati probabilmente dagli infermieri che recitavano in un primo momento: «Il signor Mosconi Giuseppe, proprietario della vettura, è ricoverato in medicina d’urgenza» e dopo un altro bigliettino con una foto dell’uomo a corredo e un messaggio più brutale: «Il signor Mosconi Giuseppe è deceduto».

Il fratello dell’uomo, è stato contattato telefonicamente per raccontare i fatti e soprattutto per cercare di dare un nome e un volto alla persona che ha lasciato i messaggi sull’auto dell’uomo: «Non so chi possa essere stato a lasciare quei messaggi, io e Giuseppe ci eravamo allontanati da tempo. A settembre era corso in ospedale a Piacenza da solo, aveva dei problemi di salute. I medici mi avevano chiamato ma ovviamente non potevo andare a trovarlo in ospedale. Dopo la sua morte, l’auto è rimasta nel posteggio».

Andrea Calabrò