Crediti: Il Giorno

Coronavirus: l’Italia rende omaggio ai morti a Bergamo, martirio del coronavirus

Il Presidente Sergio Mattarella domenica sera ha reso omaggio a coloro che sono morti per il nuovo coronavirus nella provincia martire di Bergamo, citando le “cicatrici indelebili” che hanno segnato il Paese. “Qui a Bergamo questa sera, l’Italia ha sofferto, è stata ferita, ha pianto. E chi, pur volendo riprendere il ritmo della propria vita, sa che non potrà dimenticare quello che è successo” ha detto Mattarella.

Il nuovo coronavirus ha ucciso oltre 6.000 persone nella provincia di Bergamo. Le immagini di dozzine di bare raccolte nella chiesa nel cimitero della città e la macabra processione di camion militari che le trasportavano hanno fatto il giro del mondo a marzo, testimoniando in maniera chiara il dramma vissuto da questa provincia e da tutta l’Italia che si è stretta attorno alla provincia lombarda. Durante la crisi sanitaria, a causa delle misure di distanziamento, i defunti non avevano diritto a un funerale e purtroppo non era possibile rendere omaggio per come sarebbe stato doveroso. Per rendere omaggio alle vittime, domenica sera è stata organizzata una cerimonia nel Cimitero Monumentale di Bergamo, alla presenza del Capo dello Stato e dei 324 sindaci dei comuni colpiti nella provincia, che indossavano tutti maschera e sciarpa tricolore.

I parenti delle vittime purtroppo non hanno potuto partecipare all’evento perchè troppi per garantire la distanza fisica, ma le emozioni non sono comunque mancate tra i presenti, che come nel caso dei coristi presenti, anche questi hanno contato almeno un caro caduto a causa della pandemia. È stato osservato un minuto di silenzio. Quindi il presidente Mattarella ha deposto una corona ai piedi del monumento funebre, mentre un giovane volontario ha letto delle poesie. “L’epidemia ha cambiato la nostra vita, lasciando cicatrici indelebili che hanno cambiato le nostre priorità”, ha affermato il Presidente Matarella.

“Vite strappate via, spesso senza un ultimo abbraccio, senza un ultimo addio (…) tutti noi conserviamo immagini impossibili da dimenticare”. “Ricordare significa pensare seriamente (…) a ciò che non ha funzionato, alle carenze del sistema”, ma anche ricordare il positivo, la “straordinaria disponibilità e umanità” del personale medico o della polizia. Il Requiem del compositore bergamasco Gaetano Donizetti è stato poi eseguito dal coro e dall’orchestra del festival dell’opera Donizetti di Bergamo.

Luca Fusco

Il 10 giugno i parenti delle vittime hanno presentato cinquanta denunce alla Procura della Repubblica di Bergamo per chiedere giustizia e denunciare disfunzioni del sistema sanitario. “Spero che il governatore (della regione Lombardia, Attilio Fontana) coglierà l’occasione per ascoltare il dolore di Bergamo e che di fronte al Cimitero Monumentale,  il simbolo di un massacro, chiederà pubblicamente perdono ai cittadini”, ha dichiarato Luca Fusco, portavoce del comitato “Noi Denunceremo – Verità e giustizia per le vittime del Covid-19”. La risposta di Fontana non tarda ad arrivare: “l’unico killer è stato questo maledetto virus”, aggiungendo che “la pace non si troverà alimentando una vendetta non necessaria”. L’epidemia ha ucciso oltre 34.000 persone in Italia, il primo paese in Europa ad essere colpito e dove ora sembra che il virus stia rallentando la sua espansione.

redazione