L’approccio al paranormale di Arthur Conan Doyle (1859-193O) il famosissimo creatore di Sherlock Holmes, è caratterizzato da attrazione e cautela al tempo stesso. ll suo interesse per il soprannaturale è evidente nei racconti fantascientifici The Lost *World (“ll mondo perduto”), Tlie Poison Belt (“La cintura avvelenata”) e The Horror of the Heights (“L’orrore delle altezze”), ma, quando cominciò a dilettarsi di spiritisimo, Conan Doyle si guardò sempre dagli inpostori, rifiutando la collaborazione di medium della cui autenticità non fosse convinto.
Nel 1918, dopo la morte del figlio, Doyle pubblicò The New Revelation (“La nuova rivelazione”), in cui spiegava come fosse passato dai dubbi iniziali sullo spiritismo alla sua accettazione. Tre anni dopo si espose al ridicolo con l’avallo delle fotografie delle fate di Cottingley, ma la sua convinzione era venuta solo dopo che gli esperti le avevano dichiarate autentiche.
Nel suo ultimo libro, The Edge oƒ the Unknown (“Al limite dell’ignoto”), del 1930, Doyle descrisse le sue investigazioni, con cinque collaboratori, nel maggio 1924, su una casa Stregata nel centro di Londra. Per cautelarsi contro eventuali burloni, le porte furono sigillate e le scale sbarrate. Quindi si tenne una seduta spiritica, in cui si ricevette un messaggio di Lenin. Doyle era propenso ad accettarne l’autenticità (un monito a non inasprire i rapporti fra Russia e lnghilterra) pur ammettendo che il trucco non potesse essere escluso.
Malgrado l’atteggiamento inizialmente cauto, le esperienze personali rafforzarono l’adesione di Conan Doyle allo spiritismo.