“Common Goal”: l’1% dello stipendio di un calciatore per beneficenza

Lo sport può fare tanto. Non solo in termini fisici, ma soprattutto da un punto di vista psicologico. Ci emoziona, ci fa piangere, ci fa gioire, ci fa conoscere il mondo ed i suoi abitanti. Ma lo sport può fare anche altro ancora: può aiutare e dare segni in concreti a chi si sente solo e vive al margine della società.

E’ questa la mission di “Common Goal”, l’iniziativa lanciata da Juan Mata, campione del Manchester United, per aiutare i meno fortunati grazie alle donazioni dei calciatori professionisti. L’idea è tanto semplice quanto rivoluzionaria: donare l’1% dello stipendio a favore di organizzazione benefiche impegnate per promuovere il calcio a tutte le latitudini.

Idea semplice ma tangibile e concreta, perché “Common Goal” altro non è che un fondo comune gestito dall’ONG  StreetfootballworldHo chiesto ai miei colleghi professionisti di un unirsi a me per formare una formazione-tipo iniziale di Common Goal costituita da 11 giocatori. Insieme possiamo creare un movimento basato sulla condivisione di valori che può diventare parte integrante dell’intero sistema calcio”, ha dichiarato il calciatore spagnolo. Ma come nasce il progetto?

È lo stesso Mata a raccontare la genesi di “Common Goal” in un toccante articolo firmato di proprio pugno per l’apprezzato portale statunitense “Player’s Tribune”:Ho pensato a tutto quello che il calcio mi ha dato. Ho pensato a quale poteva essere il mio lascito. Sapevo di essere stato fortunato per aver avuto le opportunità che ho avuto – e che non tutti possono contare su una famiglia come la mia. E anche se ho già avuto modo di collaborare con organizzazioni benefiche, sapevo di aver voglia di fare qualcosa di più. Voglio essere sicuro che altri ragazzi ottengano le chance che ho avuto io”.

Oltre a Mata hanno fin qui aderito il difensore del Bayern Monaco, Mats Hummels, e due campionesse della Nazionale femminile statunitense, ovvero Megan Rapinoe e Alex Morgan.Tra gli italiani troviamo Giorgio Chiellini, difensore della Juventus, il primo calciatore della Serie A ad aderire. In un video messaggio condiviso sui social, il difensore toscano ha dichiarato: “Individualmente le nostre donazioni non riuscirebbero a cambiare il mondo. Ma insieme possiamo davvero fare la differenza“.

Mentre il “Dio danaro” sta cambiando per sempre la mappa globale del calcio, rivoluzionando gerarchie e cancellando identità, progetti come quello del calciatore spagnolo riescono ancora nella titanica impresa di ricondurre il gioco alla sua essenza.