Il 22 marzo è sempre più vicino: arriva a Roma il presidente cinese Xi Jinping. L’obiettivo di Pechino è stringere accordi con il governo italiano, in base al progetto legato alla nuova via della seta, che garantirebbe alla Cina l’espansione della sua sfera d’influenza attraverso una rete gigantesca di vie marittime e terrestri.
l’Italia può ricavare vantaggi dai nuovi accordi economici, aprendosi ai mercati asiatici, ma affronta il rischio di accordi troppo vincolanti per il 5G, aziende e strutture portuali. La Cina, infatti, potrebbe controllarli attraverso i suoi colossi industriali che investono massicciamente da anni in Italia.
La denuncia Coldiretti: mele e pere italiane non si esportano in Cina
Nel frattempo, è esploso il caso della frutta italiana che non si può esportare perché la Cina non accetta mele, pere e uva da tavola made in Italy, potete leggere un approfondimento su Quotidianpost.it.
Coldiretti denuncia che il paese del Dragone ha sbloccato di recente il divieto di esportare solo i nostri kiwi e agrumi.
La Cina si giustifica con ragioni sanitarie, perché teme l’arrivo di insetti e parassiti nocivi sul suo territorio e l’Italia soffre due volte: non può esportare la nostra frutta, ma non esita a importare mele e pere cinesi.
Gli insetti cinesi danneggiano la produzione italiana. A rischio non solo mele e pere, ma anche ciliege, mirtilli e uva
In questo modo, il nostro Paese è invaso da specie pericolose d’insetti prima sconosciute. Si spazia dal moscerino killer dagli occhi rossi che danneggia ciliege, mirtilli e uva, al cinipide del castagno, flagello dei nostri boschi, fino alla cimice asiatica, che devasta orti e frutteti, e ce la ritroviamo in casa perché non ha nemici naturali.
L’emergenza sanitaria a livello agricolo si sposta quindi dalla Cina in Italia.
I prodotti agroalimentari cinesi vincono se mele e pere italiane non si esportano
Pechino impone divieti all’export italiano, squilibrando a sua favore la bilancia commerciale e l’export cinese batte quello italiano del 35% nel settore agroalimentare.
Nel 2018 l’Italia ha messo a segno un export pari a 439 milioni di euro, ma ha importato prodotti cinesi per 594 milioni, spaziando dai prodotti biologici alle conserve di pomodoro, il che è un paradosso, considerando che proprio i pomodori sono uno dei cavalli di battaglia della nostra produzione.
Coldiretti invita il governo italiano a difendere i nostri prodotti, con nuovi accordi più favorevoli alle esportazioni, e a proteggere la nostra salute, con massima attenzione all’agroalimentare cinese che varca la frontiera.