Crediti: Françoise Huguier/Agence VU

Coffin Academy: l’esperienza della morte per combattere l’aumento dei suicidi

Il Giappone è una delle nazioni col più alto tasso di suicidio al mondo che, negli anni, è diventato uno dei maggiori problemi per la popolazione, I motivi che spingono i giapponesi a togliersi la vita così frequentemente, sono la disoccupazione – conseguente alla forte recessione economica degli anni ’90 – la depressione e vari problemi di carattere sociale. Nel 2006 si sono stati più di 32 mila morti con una media di 15 suicidi al giorno. Il numero è cresciuto nel 2009 arrivando a 100 al giorno per poi ridiscendere nel 2010.

Le autorità non hanno fatto molto per cercare di contenere tale fenomeno, fenomeno che ha radici di natura psicologica e culturale ed in Corea del Sud, dove i tassi di suicidio sono ancora più alti, un ex assicuratore ha pensato bene di creare la “Coffin Academy”, dove chiunque può sperimentare la propria morte, nella speranza che tale esperienza riesca a farli desistere da eventuali intenzioni  suicida.

Strano popolo i giapponesi! Pensate se un imprenditore qua da noi creerebbe dall’oggi al domani una attività commerciale chiamata “Accademia delle bare” o della morte come vuole essere la Coffin accademy coreana. Passerebbe per pazzo oltre che non fare affari!

Invece, con la modica cifra di circa 25 dollari Jung Loon mette a disposizione dei clienti una sorta di finto funerale con tanto di cassa da morto e di foto ricordo.

Dopo il seminario ed il discorso finale i partecipanti indossano il tradizionale camice bianco, con cui generalmente si seppelliscono i morti, e si distendono nelle bare nelle quali, una volta chiuse, dovranno rimanere in silenzio ed al buio per dieci minuti. Durante questi lunghi minuti il partecipante dovrebbe ponderare cosa significhi l’eternità, pensare a come sarebbe la vita senza la sua presenza, alle persone care che non rivedrebbe più ed a tutte le altre cose, materiali e non, di cui sentirebbe la mancanza. Una sorta di simulazione realistica atta a favorire la meditazione e l’introspezione sulla propria esistenza terrena. Come dire, sperimentare la morte per apprezzare la vita, riscoprendola per ricominciare da capo.

Una terapia d’urto che, in considerazione della mentalità e della cultura nipponica, rinfranca la maggior parte dei partecipanti per i quali, quella che per noi può sembrare solo una macabra ed inutile sceneggiata, diventa, invece, per loro efficace.

Allo scadere del tempo, le bare vengono riaperte e tutti ritornano in piedi sotto l’applauso dei presenti e la cerimonia termina tra commozione ed abbracci.

Che dire, se questo sistema davvero serve a diminuire il numero di suicidi ben vengano altre Coffin accademy in Giappone o nel mondo.

redazione