Cina: boom di divorzi a causa del Covid-19

Sono un soggetto estremamente socio-patico. Lavoro al pubblico, ma non troppo. Ho quella giusta distanza che, spesso, mi salva. O meglio, salva i miei nervi. Al massimo posso gridare un: “COGL***E!” appena riaggancio la cornetta del telefono. Per anni come sport ho preferito il nuoto libero. Possibilmente ad orari in cui oltre me, in vasca, c’erano 4 anziani. Ci sono giornate in cui, realmente, mi dò fastidio da sola. Figuriamoci quanto può darmi fastidio un altro soggetto. Non è cinismo. E’ carattere. Forse genetica. C’è chi sta bene da solo e chi in compagnia. Io nella mia solitudine ci sguazzo così bene. Ma chissà cosa proverei a trovarmi rintanata in causa, in “quattordicena” (poi mi spiegate perché sono 14 giorni e voi la chiamate quarantena), a causa del Covid-19? Probabilmente non divorzierei, perché ancora non ho convolato a nozze, ma una mezza tragedia con il mio compagno, nonché coinquilino, potrebbe capitare.

Metteteci poi lo stress dell’epidemia, quello di non aver nulla da mangiare ad esclusione di due chili di ragù pronto preparato dalla nonna (ovviamente senza pasta, perché quella se la son accaparrata tutti coloro che non hanno nulla da fare. Io che sto 10 ore al giorno in ufficio tempo di andare a fare 1.400 Euro di spesa al supermercato non ce l’ho. In realtà non saprei neanche dove metterla tutta quella spesa, ma questo è un altro discorso).

Comunque…. Forse mi sono un pò dilungata.

Torniamo ai cinesi, altrimenti qualcuno mi prepara la valigia e dovrò dormire in ufficio finché non trovo un altro appartamento.

Pare che a causa del Covid-19 (o meglio conosciuto da tutti coloro che scappano in Stazione Garibaldi di sabato sera all’una di notte per tornare da mammà, Coronavirus) la Cina abbia raggiunto un cospicuo numero di persone che…non si sopportano più. Pare che, non appena hanno iniziato a riaprire alcuni degli uffici in cui si registrano i matrimoni a Xi’an e nel distretto di Yanta, si è registrato un record di richieste di scioglimento di matrimoni. Un funzionario cinese ha raccontato in un’intervista: “Abbiamo iniziato a ricevere alcuni appuntamenti telefonici il 2 marzo e abbiamo altri appuntamenti nei prossimi giorni. Il 5 marzo, l’ufficio ho ricevuto 14 incarichi di divorzio, raggiungendo il limite massimo fissato dall’ufficio”.

In un altro ufficio non c’è più posto per accogliere le domande di divorzio fino al 18 marzo. Certo, gli uffici sono stati chiusi un mese e quindi è normale che alcune “decisioni” possano essersi accumulate. Ma è anche molto probabile che, a causa di convivenze forzate, anche l’amore più solido si sia sgretolato.

Chissà come andrà a finire a Codogno e in tutta la Lombardia. Chissà se vincerà l’amore o la convivenza forzata sarà la causa di una frattura irreparabile tra molte coppie?

Ridiamoci sù ragazzi…. ridiamoci sù, che è meglio!

 

Sharon Santarelli