Bestie di Satana: gli animali più strani e spaventosi

Siete fan dell’occulto, ma non avete spazio nella vostra tetra cantina per il solito caprone o il classico serpente tentatore? Vi proponiamo qualche valida alternativa per avere l’animale giusto durante le vostre sedute spiritiche.

Bestie di Satana? Ma non la famigerata crew di assassini seriali del varesotto? Quella che ormai più di dieci anni fa si è guadagnata una valanga di anni di carcere per varie induzioni al suicidio e omicidi di matrice satanica. Bestie di Satana significa un bel viaggio nella superstizione, quella che nei secoli ha portato ad affibbiare ad animali dalle sembianze poco gradevoli nomi che ricordano il demonio, Lucifero, Satana, Belzebù o come diavolo volete chiamarlo.

La mantide fiore del diavolo e la “falena Caronte”

Partiamo con un insetto senz’altro appartenente al regno del male, come testimonia anche il nome, l’Idolomantis diabolica. Anche conosciuta come mantide fiore del diavolo, è l’unico esponente del suo genere e può raggiungere le dimensioni di 13 centimetri. Predatore implacabile dell’Africa centro-orientale, assume l’aspetto di fiori e foglie secche con una grande variabilità di colori, in modo da ingannare le prede ignare che rimangono vittime delle sue zampe raptatorie.

L’Acherontia atropos, è invece un organismo diventato famoso grazie al film Il silenzio degli innocenti (nella locandina a rendere tutto più inquietante c’è lo zampino di Salvador Dalì). Questo lepidottero è una falena con un corpo che può arrivare sino ai 6 centimetri di lunghezza. È un insetto che svolazza nella notte e provoca inquietudine a causa del disegno che sfoggia sulla parte superiore del prosoma (la schiena, detto terra terra). Il suo nome scientifico richiama direttamente l’Inferno dantesco, infatti Acherontia rende omaggio proprio a Caronte, il traghettatore degli Inferi che tramite un modesto obolo portava le anime in pena in crociera sullo Stige. Un insetto al servizio del male.

Il geco satanico dalla coda a foglia e il Moloch horridus o diavolo spinoso

Passiamo ai rettili. Che ne dite di un geco come portavoce del diavolo? Potrebbe essere il caso dell’Uroplatus phantasticus.

Se il nome scientifico non vi spaventa lo farà quello volgare: geco satanico dalla coda a foglia. Questo animale dalle abitudini prettamente notturne può sfoggiare colorazioni brune nerastre, fino al rosso, colore che può caratterizzare anche i suoi grandi occhi. I colori e le sue forme particolari lo aiutano a confondersi con le foglie della foresta tropicale del Madagascar di cui è endemico.

Mai sentito parlare del demone Moloch? Era una divinità diabolica in cui credevano diverse antiche civiltà e veniva associato a sacrifici di bambini e al fuoco. Nel 1841 è stato trovato opportuno fare riferimento a questo mostruoso demone per identificare il Moloch horridus o diavolo spinoso, un piccolo rettile endemico dei deserti australiani dotato di una robusta corazza spinosa che lo rende il protagonista perfetto per un racconto horror. Nonostante tutto ciò non è un animale pericoloso e si nutre prevalentemente di insetti che cattura con la sua lingua viscosa.

Il diavolo nero e la rana diavolo

Nelle profondità marine si possono trovare spaventosi organismi abissali, l’immagine che più che si riconduce a queste creature così particolari è quella del Melanocetus johnsonii o diavolo nero.

Questo “mostro marino” in miniatura può raggiungere i 4500 metri di profondità e si caratterizza per un dimorfismo sessuale notevole, ovvero maschio e femmina hanno aspetto e dimensioni diverse.

La femmina raggiunge i 20 centimetri e ha l’aspetto più conosciuto con il famoso illicio, il primo raggio della pinna dorsale che si è sviluppato maggiormente e che nella parte finale ha un’appendice che si illumina grazie ai fotofori. Proprio grazie a questi organi portatori di bioluminescenza -comuni anche ad altri pesci, molluschi e crostacei- le vittime del melanoceto femmina (un po’ come nel film Alla ricerca di Nemo) vengono rapite da questo “fuoco fatuo”, per poi essere divorate senza pietà: una vera diavolessa. Il maschio è molto più piccolo e senza alcun dubbio meno terrificante, non supera i 5 centimetri e vive come parassita della femmina, un piccolo mantenuto utile solo per la riproduzione. Una vita da sogno.

L’ultimo animale diabolico è un anfibio estinto ormai 70 milioni di anni fa: il Belzeebufo ampiga, o rana diavolo, un anuro che poteva arrivare a pesare la bellezza di 5 o 6 chili. Questo ranocchio fuorimisura riserva per il suo nome scientifico un simpatico gioco di parole, infatti è la fusione tra Belzebù e bufo, che vuol dire rospo in latino. Non solo il nome faceva di lui un organismo spaventoso, ma anche le sue abitudini alimentari: le sue dimensioni infatti gli permettevano anche di divorare piccoli dinosauri.

redazione