Austria, condannato anche in appello un gallo troppo canterino

Prima delle sveglie sul comodino, delle campane e dei cellulari, era il gallo a ricordarci ogni mattina che era tempo di alzarsi dal letto. Ovviamente con un sonoro chicchirichì. Un suono che ci ricorda il passato, ci rimanda indietro nel tempo e ci riporta in una natura incontaminata, pura e semplice. Eppure il canto del gallo non è per tutti una melodia piancevole.

E’ un suono molto forte per l’udito umano che riesce a raggiungere picchi di 130-140 dB. Un suono che si equipara alla lontananza da un jet in partenza di 15 metri. Di fronte a questi numeri, la vicenda che stiamo per raccontarvi oggi è meno assurda di quanto sembra. Il protagonista di oggi è un gallo, condannato anche in appello per colpa del suo canto. Ecco la sua storia.

Ci troviamo nello stato federale del Tirolo, in Austria. Qui, in una fattoria immersa nel verde, vive un povero gallo che è stato condannato, anche in appello, per aver disturbato il vicinato con il suo canto. Come ha raccontato la “Tiroler Tageszeitung”, il pennuto canterino, a qualsiasi ora del giorno e della notte, provoca, con il suo canto, i tre cani della fattoria che abbaiano poi anche per due ore, come appurato da un perito del tribunale. Una situazione invivibile per il vicinato, costretto a sopportare per ore, giorni e mesi questo interminabile baccano. Da qui la decisione di rivolgersi al tribunale per riportare la pace in questo angolo di mondo.

Dopo un’attenta analisi, i giudici hanno stabilito, in seconda istanza, che anche chi vive in campagna, dopo le ore 22, ha diritto alla quiete. Per ordine del tribunale, dunque, il gallo dovrà lasciare il suo maso. Ma il provvedimento non colpisce solo il povero animale. La sentenza, infatti, bacchetta anche il contadino, che spesso usa il trattore a tarda ora. Invana la linea difensiva adottata dall’uomo, secondo cui il vicino, acquistando il terreno a ridosso della sua azienda agricola, avrebbe dovuto mettere in conto i rumori. Insomma, niente trattore e niente gallo, punito per un chicchirichì di troppo.

Catiuscia Polzella