Artschwager, Richard (1923-2013): City of Man. 1981. Acrylic and charcoal on Celotex and plastic laminate with plexiglass. Overall: 77 34 × 180 516 × 5 14in. (197.5 × 458 × 13.3 cm). Promised gift of Emily Fisher Landau. Inv. N.: P.2010.17a-c New York Whitney Museum of American Art *** Permission for usage must be provided in writing from Scala.

ARTSCHWAGER al Mart la prima esposizione antologica in Italia

La tanto attesa mostra su Richard Artschwager apre il 12 ottobre, al Mart di Rovereto. L’esposizione è il frutto di una straordinaria collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao, che per molti versi è stato modello per il Mart e la sua realizzazione. I due musei hanno siglato una partnership e presentano insieme un grande progetto di ricerca a cura di Germano Celant. Prima in Italia, dal 12 ottobre al 2 febbraio, la mostra sarà poi ospitata nei Paesi Baschi.

La retrospettiva curata da Celant è l’occasione per uno straordinario viaggio nell’opera di un artista che ha ripensato l’oggetto e il campo operativo dell’arte. Il percorso espositivo, studiato come un labirinto aperto, evidenzia con circa 80 opere, i principali nuclei della ricerca di Artschwager. Dalle strutture in legno e formica ai dipinti su celotex, dalle sculture in setole di nylon ai “corner pieces”, senza dimenticare le opere in crine e i blp di piccola dimensione o ambientali ai quali l’artista lavora dal 1968 in poi.  Nella sua lunga e articolata carriera, Artschwager costruisce con le sue sculture e i suoi dipinti un percorso unico nell’arte del XX Secolo.

Artschwager, Two Point Perspective. 1994. Kunstmuseen Krefeld,Slg. Heinz und Marianne Ebers-Stiftung
Apparena ed essenza

Un equilibrio fra artigianalità e industrializzazione, volto alla comprensione dello spazio, degli oggetti quotidiani e delle persone che lo abitano. Al Mart l’allestimento offre un ritratto ricco e articolato del lavoro di Richard Artschwager che pone continue domande su apparenza ed essenza degli oggetti, tra le aspettative dell’esperienza e la realtà.

A tal proposito, scrive Germano Celant nel catalogo che accompagna la mostra:

“È su tale ambivalenza tra realtà e apparenza che si sviluppa il discorso visivo dell’artista. Sulla necessità di mettere in discussione il dogmatismo iconografico fra tendenze che, apparentemente, si dichiarano antitetiche e conflittuali. Invece, la molteplicità delle relazioni e delle associazioni fa parte del linguaggio aperto dell’arte. Siccome non sussiste un unico ordinamento mentale e visuale, Artschwager evita le contrapposizioni e pratica una sintesi che include e tiene insieme gli elementi, seppur diversi. Per ottenere questo risultato lavora sulla loro tensione che, rimane in sintonia con una concezione evolutiva del comunicare. Quella della dinamica ambigua e mutante dei media che fluttuano in un continuum, plasmato da un fluido di informazioni perpetuamente variabili. La sua posizione rifiuta pertanto la rigidità e l’indurimento, la sclerosi e l’inflessibilità, la frattura e la contrapposizione. Opera sulla trasversalità dell’oggetto, che gli serve a mantenere vitale la fluidità delle materie che si intrecciano alle immagini”.

Artschwager, Door }, 1983-84 Collection of Hiller and Schmelzer Neues Museum Nürnberg
Artschwager e l’illusionismo

Richard Artschwager affronta quindi la rappresentazione di luoghi, scene di vita quotidiana e oggetti d’uso comune. Nella sua opera, sia pittorica sia scultorea, un tavolo o una sedia sono contemporaneamente mobili, sculture e immagini. Un dipinto o una scultura possono essere una “multi-immagine” o “natura morta tridimensionale”.

A questi aspetti si aggiunge, in particolare nella produzione scultorea, l’attenzione alla forma geometrica pura che porta all’astrazione e all’uso di figure solide accompagnate da un senso di illusionismo pittorico.

Le opere esplorano lo spazio riflettendo sulle possibilità ottiche degli oggetti e dei materiali: nei mobili realizzati in due dimensioni, come appesi alla parete, o nell’uso degli angoli architettonici quali fulcro della composizione plastica. Anche in pittura Artschwager prosegue la sua ricerca illusionistica, decorando le cornici con pattern bianchi e neri che scandiscono la composizione e al tempo stesso disorientano lo spettatore. Questa ambiguità è una vera e propria esplorazione delle tensioni e delle contraddizioni insite nella definizione di oggetti ed esperienze familiari.

L’arte di Artschwager pone continue domande su apparenza ed essenza, affacciandosi con ironica intelligenza sui territori dell’ontologia, dell’epistemologia e dell’estetica.

Una ricerca che propone una lettura del mondo delicata e realistica, umoristica eppure monumentale.

Benito Dell'Aquila