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La vera storia di Aladdin: il più bel racconto de Le Mille e Una Notte

Tutti noi conosciamo le vicende di Aladdin o Aladino grazie al cartone animato Disney del 1992. Tutta la magia dell’animazione firmata Disney e un cast di doppiatori eccezionali hanno reso questo film un vero classico senza tempo.

Moltissimi classici Disney stanno riprendendo vita grazie alla magia del live action, per la gioia dei più nostalgici e per il malcontento dei più tradizionalisti. Non poteva mancare il remake di questa meravigliosa storia che ci porta, a bordo del famoso tappeto volante, nella cittadina di Agrabah dove, tra stoffe colorate e spezie profumate, un giovane ladruncolo si innamora di una bellissima principessa dall’animo ribelle. In attesa di Aladdin 2019, scopriamo le origini antichissime di questa storia.

La vera storia di Aladin: Aladino e la lampada meravigliosa.

Aladino e la lampada meravigliosa è uno dei più bei racconti de Le mille e una notte, la famosa raccolta di novelle che ogni sera la bella Shahrazād racconta al marito, il sultano. La storia di Aladino tuttavia, non compare nella versione originale della raccolta, ma appare la prima volta nella traduzione de Le Mille e una notte di Antoine Galland a inizio ‘700.

La storia si svolge in Oriente, nella cittadina di Agrabah: Aladino e’ uno sfaccendato figlio di un sarto che, rimasto solo con la vecchia madre, sopravvive di stenti e furterelli. Un giorno un facoltoso signore lo avvicina fingendosi suo zio, fratello del padre deceduto, e lo convince con l’inganno ad aprire il varco di una misteriosa caverna colma di tesori che lo avrebbero reso ricchissimo. Aladino però aveva un compito: prendere la lampada magica e non toccare nient’altro. In cambio lo stregone lo munì di un anello che lo avrebbe protetto durante la discesa nella caverna. Il potente mago, una volta ottenuta la lampada, rinchiuse Aladino e la sua fidata scimmietta dentro la caverna e se andò; tuttavia, non si accorse che una volta chiuso il portale, la lampada rimase dentro la caverna con il ragazzo. Aladino scoprì presto che la lampada conteneva un genio in grado di esaudire qualsiasi suo desiderio.

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Il ragazzo gli ordinò subito al genio di farlo uscire da lì e corse a casa dalla madre: grazie alla magia della lampada, riuscì a colmare di cibo e denaro la madre e a vivere in prosperità. Il ragazzo sembrava aver messo la testa a posto quando decide di aprire un negozio tutto suo di stoffe, seguendo le orme del padre. Un giorno, passò davanti alla sua bottega la bellissima figlia del sultano Badru l-budūr, che significa “luna piena delle lune piene” e Aladino se ne innamorò al primo sguardo.

Mandò perciò la madre dall’imperatore a chiedere la mano della figlia, e la spedì accompagnata da quei gioielli e preziosi che aveva preso nel giardino incantato. Tuttavia la principessa era già promessa sposa del figlio del Gran Visir, il fidato consigliere del sultano. Aladino con l’aiuto del genio riuscì a sventare il matrimonio e a procurarsi la dote per poter sposare la principessa.

Le nozze furono celebrate e tutto sembrava procedere per il meglio. Il mago che aveva cercato d’ingannare Aladino, però, scoprì che il ragazzo non solo era diventato ricco, ma aveva sposato la figlia del re e viveva in un bellissimo palazzo. Così si travestì da mercante, attese che il giovane si allontanasse dal suo palazzo per qualche impegno e si fece ricevere dalla principessa. Con un incantesimo, la costringe a cedergli la lampada custodita dal marito.
Una volta avutala fra le mani, il mago possedeva anche il genio e quindi gli ordinò di trasportare il palazzo di Aladino, con tutti coloro che ci vivevano, in Africa. E il genio non poté far altro che ubbidire.

Non appena tornò dal viaggio, Aladino comprese l’accaduto e si precipitò in Africa attraversando il deserto per settimane in sella ad un cammello. Anche senza i servigi del genio, Aladino era un ragazzo scaltro e intelligente, così riuscì a raggiungere la sua amata nelle celle del castello. La principessa raccontò tutto al marito e gli disse che ora il mago voleva sposarla. Marito e moglie prepararono un piano per eliminare il mago: la bellissima principessa invitò a cena il mago, facendosi vedere ben disposta al corteggiamento e invitandolo a bere dal suo calice. In realtà il calice era colmo di un potente sonnifero così il mago, non sospettando nulla, bevve contento e dopo poco si addormentò al suolo. Aladino, dopo aver decapitato il mago, ritrova la lampada e ritornano tutti ad Agrabah dove furono accolti con grandi onori e festeggiamenti.

La capacità di guardare oltre: la morale delle favole nella leggerezza di cartone animato

Ogni racconto racchiude in sé una morale e Aladino è forse una delle storie più intrise di significati profondi e sempre attuali.

In primis, ricordiamo che Aladino è una storia di formazione e di riscatto personale. Un ragazzo senza ambizioni e senza obiettivi che diventa facilmente preda di aguzzini come il falso zio, inizialmente si fa convincere con la promessa di diventare ricco senza faticare. Ma il cammino è oscuro quanto la caverna delle meraviglie e nasconde mille tranelli. Infatti, Aladino pagherà cara la sua ingordigia perché come tutti sappiamo, se la via è troppo facile vuol dire che non è quella giusta.

Tuttavia la figura del giovane nullafacente intraprende una crescita esponenziale dall’inizio alla fine della storia: pian piano diventa un uomo con grande grinta e personalità, in grado di affrontare con intelligenza e astuzia gli ostacoli che gli si parano di fronte. Aladino, infine, ci insegna i valori portanti della vita di tutti noi: la famiglia, l’amore e l’amicizia.

Aladdin

Aladino si preoccupa per prima cosa del benessere della madre, vedova e vecchia, ricoprendola di doni e di cibo.

Di tutta la ricchezza del mondo che il genio poteva ricoprirlo, Aladino si rende conto che una volta persa la sua amata nulla aveva più senso nella sua vita. L’amore, a differenza dei gioielli e dei castelli, non si compra e non si vende. Infine, dopo tutte le avventure trascorse con il genio, Aladino si rende conto che il legame di sudditanza tra loro era profondamente sbagliato in quanto l’amicizia dev’essere un sentimento spontaneo e senza secondi fini. Così, una volta ottenuta la stabilità e la felicità, il giovane libera per sempre il Genio rendendolo libero da ogni schiavitù. Aladino avrebbe potuto tenere legato a sé per sempre il Genio in modo da esaudire ogni suo desiderio, invece prende questa decisione senza il minimo dubbio.

Aladino è finalmente diventato un uomo.

Ora non ci resta che correre al cinema e rivivere tutta la magia Disney che ha fatto sognare grandi e piccini!

Lucrezia Vardanega