Addio a Flickr: il primo sito per condividere le foto cambia nome

Era il 2002, quando dalla mente di due programmatori canadesi, Stewart Butterfield e Caterina Fake, balenò l’idea di creare un sito per condividere le foto. E così, dopo due anni di lavoro, nel 2004 venne ufficialmente aperto Flickr.

Bastarono solo 5 mesi al nuovo sito per farsi notare dai colossi del web, quali Google e Yahoo!. Fu proprio quest’ultimo nel 2005 a riconoscere l’enorme potenziale del progetto e ad impacchettare il team di 11 persone per trasferirlo da Vancouver a Sunnyvale, in Silicon Valley. Intanto il traffico del sito cresce, fino a raggiungere il 448% in un anno. Sotto la guida di Yahoo!, Flickr cresce velocemente, passando da 250 utenti a più di 2 millioni. Il motivo di tanto successo è semplice: in quegli anni gli utenti hanno iniziato ad usare Myspace ma il focus non solo le foto ad alta definizione. Dunque, dove postare le proprie foto online?

In un modo ancora privo di social network, Flickr è l’unico strumento a permettere di creare un blog con i propri scatti, che gli altri potranno commentare e trovare grazie a un sistema di tag. Se tutto questo, oggi ci sembra normale e scontato, nel 2005 non era affatto così. Ansi, era chiaro che il mondo stava assistendo ad una vera e propria rivoluzione nel campo della fotografia digitale. Ma il successo, purtroppo, non dura in eterno.

Mentre tutti si rendono conto che le foto sono il futuro, Flickr sonnecchia e Yahoo! non capisce come far evolvere la piattaforma, la quale sarebbe potuta diventare un social network con estrema facilità. Un’occasione persa per Yahoo! e un fallimento per Flickr che, nonostante il lancio di una mal funzionante app, non riesce a reggere il confronto con Instagram, Facebook, Twitter e tutti i sistemi cloud, in grado di sostituirsi velocemente all’obsoleto sito di fotografie. Insomma, il destino di Flickr appare irrimediabilmente segnato.

Non bastono i tentativi del 2012 e del 2015 per porre rimedio al fallimento della piattaforma. Ormai è troppo tardi per recuperare il tempo perso. Dopotutto, 100 milioni di iscritti sono nulla se non si cresce ai ritmi vertiginosi degli altri social network della Silicon Valley. A ciò si aggiungono i problemi economici di Yahoo!, in trattativa per la vendita che si finalizza nel giugno 2017: Yahoo! passa a Verizon e nasce Oath. E Flickr?

Stessa sorte è toccata anche al sito, da poco ceduto a SmugMug, un servizio analogo che esiste dal 2002. Si apre, dunque, una nuova fase della vita di Flickr: che sia questa la volta buona per dare un senso ai 75 milioni di utenti ancora iscritti?

Catiuscia Polzella