Intervista a Salvatore Calabrese: il barman italiano più famoso al mondo

Salvatore Calabrese – o per meglio dire “The Maestro” – è il barman italiano più famoso al mondo. Lasciata l’Italia per trasferirsi a Londra, Calabrese con professionalità, passione e talento ha conquistato ogni possibile traguardo.

Oggi è conosciuto a livello mondiale per aver realizzato il Guinness World record con il “Salvatore’s Legacy”, il cocktail più costoso al mondo (costo 5500 sterline) e per essere stato il barman di uomini e donne potenti e famosi. Ben presto ha costruito un impero da Londra ad Hong Kong, sperimentando nuovi cocktail, scrivendo libri e incentivando i giovani barman con i giusti consigli. Dai professionisti del settore e da chi aspira a diventare barman, Salvatore Calabrese è considerato un modello da seguire e un mentore da cui imparare e farsi guidare.

Noi di Social Up abbiamo avuto il privilegio di intervistarlo e ci siamo fatti raccontare tutto, o quasi!

Mr Calabrese ci racconti la sua storia. Come è diventato “The Maestro”?

Durante il periodo al The Lanesborough Hotel, il mio team The Library Bar ha iniziato ad usare questo nome come segno di rispetto ma ben presto si è diffuso anche ai miei amici nell’industria.

Qual è il primo cocktail che ha creato quando non era ancora “The Maestro”?

Probabilmente the Breakfast Martini che è un cocktail della metà degli anni ’90.

Qual è il segreto del miglior bartender italiano nel mondo?

Attenzione ai dettagli, immaginazione e immensa ospitalità.

Il suo Martini Cocktail è molto famoso. In cosa consiste il concept che lei chiama Liquid History?

Sia il Martini Cocktail sia il mio concept di Liquid History provengono dalla mia prima esperienza al The Dukes Hotel. Il Martini l’ho realizzato per soddisfare un cliente abituale, un viaggiatore e scrittore americano, Stanton Delaplane, con un Martini che fosse sia abbastanza freddo sia abbastanza asciutto. Il risultato è stato il mio Direct Martini, super freddo e super asciutto. Liquid History nasce invece dall’idea di “vendere” lo spirito vintage del The Dukes, uno dei maggiori hotel storici in Londra, ai clienti più acuti per fargli vivere un’esperienza unica.

Cosa si prova ad essere nel Guinness World Record per il “Cocktail più costoso del mondo”?

Sono molto contento soprattutto perché sono ancora più orgoglioso del fatto che sia anche il cocktail più vecchio del mondo con ben 750 anni di storia in un solo bicchiere che è impossibile replicare.

Come ha avuto l’ispirazione per Salvatore’s Legacy?

L’ispirazione l’ho avuta provando a creare il cocktail più vecchio al mondo e creandolo mi sono reso conto che era anche divenuto il più costoso.

Ha creato anche il “Negroni più vecchio al mondo” e il “Martini più vecchio al mondo”. Qualche indiscrezione sul prossimo cocktail?

Tenetemi d’occhio!!

Ci parli del ‘Salvatore at Maison Eight’ ad Honk Kong.

Un bar molto ben progettato che grazie ad una posizione strategica sarebbe potuto diventare emblematico, gli altri bar che facevano parte di questo progetto purtroppo però non hanno avuto successo e il Maison Eight ha dovuto chiudere le sue porte.

Ha conosciuto molti Vip (Elton John, Stevie Wonder e la Regina Elisabeth II). Qual è il suo ricordo di questi incontri?

Incontrare persone così iconiche è sempre un piacere, in particolare quando riesco a metterle a loro agio e le vedo rilassate e divertite nell’atmosfera del mio bar. L’ospite più memorabile per me è stato Stevie Wonder che ha passato una serata così piacevole da applaudirmi e da farmi il complimento “da un’artista ad un altro” mentre pagava il conto.

È vero che un bartender dovrebbe essere un buon ascoltatore e un “amico”. Che ne pensa?

Assolutamente sì.

Secondo lei, come si può riconoscere un bravo bartender? Cosa consiglia a chi vorrebbe diventare un bartender?

Ricordarsi di non dare tutta l’importanza alla sola tecnica di mixologo; un bravo bartender deve creare un’esperienza totale, senza l’arte dell’ospitalità, un bar diventa un luogo senza anima.

Sandy Sciuto