“Milk”: il film da rivedere sulla salvaguardia dei diritti umani

Milk con la regia di Gus Van Sant è la proposta cinemtagorafica della rubrica settimanale.

Apprezzato sin dalla sua uscita (2008) dalla critica che ne ha tessuto lodi definendolo “un film bello, importante, appassionante”o   “è un ottimo, riuscitissimo film, ben fatto, coinvolgente, commovente”, il film racconta la storia di Harvey Milk.

Harvey Milk fu il leader di un movimento allora ancora agli inizi (siamo negli anni Settanta) per diventare poi il primo omosessuale dichiarato  a essere eletto a una carica pubblica negli Usa (consigliere comunale a San Francisco). E’ importante che Hollywood dedichi un film a un uomo che ha contribuito, con la sua determinazione, a cambiare la vita di tante persone e lode all’Academy Awards che con coraggio non ha esitato a proporre per vari premi una storia non certo comoda.
Il tema è sempre attuale e riguarda tutte le minoranze discriminate: la salvaguardia dei diritti umani è purtroppo ancora argomento del giorno e quindi ben vengano lavori come questo che ricordano tappe importanti nella lotta per la difesa delle libertà individuali.

Formalmente Milk è perfetto: ottimo l’incastro con le immagini di repertorio, fedelissima la ricostruzione d’epoca, fotografia e musica in precisa e puntuale aderenza al periodo rievocato.
Nonostante quanto affermato da critici autorevoli,il film non è completamente riuscito. Oltre che durare troppo, commette l’errore di centrare tutta l’attenzione sul politico a discapito dell’uomo. Le varie fasi dell’ascesa di Harvey Milk sono presentate con precisione e in modo dettagliato (presentate una dopo l’altra finiscono con l’essere ripetitive e con l’ingenerare una lieve sensazione di noia) ma ciò che era dietro la faccia del militante non viene fuori: quasi nulla ci viene mostrato delle perplessità, delle esitazioni, dei dubbi, degli sconforti, dei tentennamenti che sicuramente il personaggio ebbe, la cui rappresentazione ci avrebbe maggiormente coinvolto ed emozionato.
Milk risulta un ottimo documentario storico ma, cinematograficamente parlando, concede molto poco allo spettatore che può seguire con interesse l’importante battaglia civile mostrata, rimanendo però freddo e distaccato da quanto il grande schermo gli fa vedere.

Da plauso la prestazione dell’intero cast: tutti gli interpreti, dai maggiori ai minori, sono perfetti e il loro impegno è encomiabile. Sean Penn è di una naturalezza impressionante ed offre forse la migliore performance della sua prestigiosa carriera: come detto da molti, è da Oscar.

Uno dei pochi film “in grande” di Gus Van Sant che preferisce solitamente le produzioni a piccolo budget.

Insomma Milk merita di essere visto nonostante i difetti, grazie al suo messaggio di lotta a ogni tipo di discriminazione.

redazione