Intervista ai Tamè: “Ma tu” è l’album d’esordio tra introspezione e ricerca

“Ma Tu”, l’album d’esordio  dei TAMÈ, anticipato dal singolo “Pasanè”, è stato rilasciato venerdì 30 aprile.

I TAMÈ nascono nel 2018 dall’incontro di cinque ragazzi ossia: Giovanni Cialone, Alessandro Ferretto, Matteo Buccoliero, Tommaso Ainardi e Emanuele Cocomazzi. TAMÈ significa letteralmente “Toh guarda” ed è un’espressione dialettale comune nelle regioni del centro sud nonché esclamazione ricorrente durante le riunioni della band.

“Ma Tu” è composto da dieci brani, prodotti per intero da a Stefano Casalis aka Nutty Dub dei Funk Shui Project

“Ma tu” è il vostro album d’esordio. Qual è stato il lavoro sui testi e sugli arrangiamenti?

Le canzoni sono nate tutte da idee musicali; armonie, beat, melodie. Quindi, progredendo nell’arrangiamento, ogni brano maturava anche un testo grazie all’ispirazione di Giò, il cantante. Infine, dopo l’apporto fondamentale del nostro producer  Natty Dub e una rifinitura di gruppo,  le canzoni erano pronte.

L’album è composto da dieci brani: quali sono le canzoni più rappresentative di questo primo lavoro?

Le canzoni si susseguono nell’album seguendo un filo concettuale comune volto all’introspezione e secondo uno stile musicale e ritmico d’ispirazione nu soul e indie pop. Ognuna di loro racconta un momento di questa ricerca anche se Pasanè, scelta per annunciare l’uscita dell’album attraverso un videoclip curato da Anthony Ouf, potrebbe racchiudere in sé la sintesi di questa ricerca. Al Buio e Prequel erano già uscite in anteprima nel 2020, coi relativi video. Infine, consideriamo Sturbo ed Estraneo come due esperimenti molto ben riusciti di sperimentazione sui generi citati prima.

Siete in cinque nella band: qual è il rapporto che c’è tra voi? Cosa apprezzate e cosa no dell’uno e dell’altro?

Ormai la complicità e l’affiatamento che si sono sviluppati fra noi ci fa sembrare di conoscerci da decenni. Dopo oltre due anni di discussioni, prove, registrazioni, pranzi, cene, jam, litigate e risate il nostro legame è molto forte, e dopo ogni concerto viene rinsaldato ancora di più. Inoltre conosciamo le qualità e i difetti reciproci di ognuno di noi e ciò ci permette di capirci quasi sempre alla perfezione. Tuttavia ci piace molto scherzare e  punzecchiarci non rinunciando mai a fare una battuta quando ce n’è l’occasione, curiosamente spesso nei confronti di Lele, il nostro promettente batterista.

Vi vedremo mai sul palco del Festival di Sanremo?

Beh, la scelta non dipende solo da noi ma di sicuro non ci dispiacerebbe affatto, un domani,  passeggiarci sopra.

Qual è il vostro sogno nel cassetto?

Il sogno nel cassetto  dei TAMÈ è una lunga carriera fatta di tanti album e tanti concerti, nient’altro che questo.

Sandy Sciuto