La quinta stagione di BoJack Horseman è un gioiello

È una delle migliori serie d’animazione di tutti i tempi ed uno dei fiori all’occhiello di Netflix per ciò che concerne le produzioni originali. BoJack Horseman giunge alla sua quinta – attesissima – stagione che nell’arco dei dodici episodi continua a raccontarci le disavventure del cavallo più famoso di Hollywood e dei suoi comprimari.

Mai come in questa stagione tutti i protagonisti vengono esplorati nel profondo con episodi dedicati esclusivamente ai loro problemi e maggiori tormenti.

E così vediamo una Diane alla ricerca di se stessa dopo essere tornata single e un Todd si ritrova alla guida di un’azienda in una serie di sottotrame che hanno davvero dell’assurdo. Princess Carolyn è divisa in due tra la carriera e il desiderio (a tratti ossessivo) di diventare madre. e Mr.Peanutbutter realizza di dover lavorare sulla sua maturità.

In tutto questo marasma di situazioni a tratti assurde, grottesche ma anche divertenti, BoJack deve fare i conti – come da quattro stagioni a questa parte – con un passato che non vuole abbandonarlo e dal quale cerca di scappare senza troppa convinzione.

Non tutti i nostri protagonisti riusciranno a raggiungere il loro scopo o a risolvere i loro problemi ma la maturità dei temi trattati – conditi sempre da riferimenti e satira nei confronnti della cultura pop moderna – fa si che ognuno di loro sviluppi alcuni aspetti del proprio essere nel corso della stagione creando così un percorso di crescita che coinvolge tutti.

Alcuni episodi sono autentici capolavori come ad esempio “Churro gratis” interamente basato su un monologo del protagonista al funerale della madre, altri – pur avendo sempre quel retrogusto amaro – sono più leggeri e spensierati ma colpiscono comunque nel segno. In particolare “I giorni da cane sono finiti” e “Le ragazze di Mr. Peanutbutter”, gli episodi dedicati rispettivamente a Diane e all’ex marito di quest’ultima, risultano vincenti grazie ad un intreccio narrativo che nel primo caso contribuisce a farci immedesimare nei panni della protagonista mentre nel secondo caso rende l’episodio movimentato e divertente.

Gli ultimi episodi della stagione sono caratterizzati dai deliri crescenti di BoJack dovuti, manco a dirlo, a droga e alcool che portano alla conclusione della trama orizzontale di questa stagione in cui il denominatore comune a tutti i personaggi è la serie poliziesca di cui il cavallo antropomorfo è protagonista e grazie alla quale facciamo la conoscenza dei nuovi personaggi, uno dei quali è doppiato in lingua originale da Rami Malek, star di “Mr. Robot” e prossimamente al cinema nei panni di Freddie Mercury.

Il retrogusto amaro a cui accennavamo prima è sempre li, presente in background in ogni contesto e in ogni vicenda, come a ricordarci che tutti abbiamo dei difetti, che è difficile ottenere ciò che si vuole e che spesso è più probabile andare incontro al fallimento. Ma è proprio BoJack che, nel finale di stagione, ribalta la situazione prendendo una scelta che potrebbe rivoluzionare il personaggio dopo cinque stagioni in cui proprio il suo essere sempre uguale a se stesso e incapace di evolversi – con tutte le sue conseguenze – è stato il motore della serie.

È proprio BoJack che – a modo suo e più di qualunque altro personaggio –  ci mostra che c’è sempre un modo per affrontare anche il più corrotto dei nostri demoni.

La quinta stagione di BoJack Horseman è la migliore della serie? Chi può dirlo, in fondo è una questione di gusti.

Quel che è certo è che questo ciclo di episodi è una vera e propria chicca del panorama seriale, uno dei migliori prodotti degli ultimi mesi e probabilmente una delle stagioni meglio riuscite a Netflix in questo 2018.