Evadere di prigione, 5 uomini celebri per le loro fughe impossibili

Rendere possibile l’impossibile, sembra che alcuni uomini non riescano a non commettere azioni che lasciano senza parole. Non stiamo parlando di atti generosi o imprese eroiche, ma di uomini che per i loro crimini sono finiti dietro le sbarre. Tuttavia, nemmeno una prigione è riuscita a tenerli lontani dai guai: ecco cinque uomini che sono riusciti ad evadere di prigione. Da carceri che si stagliavano come inespugnabili montagne. Ma loro ne sono usciti. Ognuno di loro ricorrendo a un diverso stratagemma. Stratagemmi che, oggi, sono diventati quasi dei cliché.

Il buco

Giacomo Casanova fu imprigionato nel carcere di Piombi, a Venezia. Ma nemmeno questo riuscì a contenerlo per troppo tempo. Casanova evase nel 1756, in quella che è ricordata come una delle evasioni più spettacolari di sempre: praticò un foro sul soffitto della cella e fuggì sul tetto.

La (finta) minaccia

Stiamo parlando di John Dillinger, uno dei gangster più celebri. Uno che di esperienza ne aveva, se si parla di come evadere di prigione. Nel 1934, quando era detenuto nella prigione di Crown Point (Indiana), si superò: riuscì a evadere utilizzando una pistola finta, ricavata dal legno e rifinita con lucido per scarpe.

L’impianto di ventilazione

Alcatraz non è una prigione ma un autentico mito. L’11 giugno 1962, Clarence Anglin, John Anglin e Frank Morris uscirono dalle loro celle infilandosi nell’impianto di ventilazione. In cella, al loro posto, lasciarono dei manichini. Superarono le mura. Servendosi di una zattera e di alcuni giubbotti di salvataggio fatti d’impermeabili, avrebbero dovuto raggiungere la costa. Nessuno ebbe più notizia dei fuggitivi. I loro corpi non furono ritrovati. La stessa direzione del carcere negò fermamente che il fatto fosse mai accaduto.

Il tunnel e la biancheria sporca

Le ultime due evasioni sono accomunate da chi le ha compiute: “El Chapo” Guzman, uno dei signori della droga più potenti nella storia del narcotraffico, arrestato più volte durante la sua carriera criminale. La prima evasione fu nel 2001, quando riuscì a scappare nascondendosi in un camion tra la biancheria sporca. La seconda, ben più rocambolesca e spettacolare, avvenne appena sei mesi prima del suo ultimo arresto: scavò un tunnel che dalla sua cella portava direttamente all’esterno.

Claudia Ruiz