Dall'ufficio stampa. PH Giovanni Onofri

Xenoverso: il nuovo album di Rancore ci porta in un’altra dimensione

Dopo tante teorie e ipotesi, e soprattutto dopo aver ascoltato i primi tre nuovi singoli, è finalmente uscito “Xenoverso”, il nuovo album di Rancore. Ci siamo presi qualche giorno per ascoltarlo e rifletterci, ma come sempre per poterlo capire ci vogliono più e più ascolti.

Anticipato dai tre singoli “Lontano 2036”, “X agosto 2048” e “Arakno 2100”, il nuovo lavoro del rapper romano ci porta letteralmente in un’altra dimensione, nello xenoverso, appunto.

Dall’ufficio stampa di Rancore.

Xenoverso è prodotto dall’etichetta Polydor e vede importanti collaborazioni, come Nayt, Margherita Vicario e Dardust. 17 brani compongono il disco, compresi “Eden”, presentato a Sanremo e “Equatore”, pubblicato l’anno scorso con la già citata Margherita Vicario.

“Xenoverso” è un’opera per tutti e allo stesso tempo un’opera per pochi. Le sonorità delle canzoni sono molto più melodiche rispetto a quanto Rancore ci abbia abituati in passato; questo è un punto a favore in vista di una diffusione presso un pubblico ampio. D’altro canto, però, non mancano di certo i complessi testi a cui siamo abituati.

Non vogliamo qui dilungarci a riflettere su ogni brano, ma ne citiamo solo uno che rappresenta una sorta di manifesto d’amore di Rancore per le parole. Nella canzone “Le rime (gara tra 507 parole)” il rapper mescola in maniera geniale parole e numer; la sua scrittra ricorda, come notato anche da alcuni utenti nei commenti su Youtube, il periodo combinatorio di un grande scrittore come Italo Calvino. Nel 1972 lo scrittore nato a Cuba pubblicò “Le città invisibili”, romanzo straordinario dove le sue parole si uniscono alla perfezione con i numeri e la matematica. Leggere per credere.

Parole e numeri che si fondono per diventare una cosa sola; una canzone che prevede che si ascolti la traccia precedente, uno “skit” (una sorta di interludio di spiegazione). Il risultato è un pezzo orecchiabile per musica e sensazionale per la costruzione.

Un album da ascoltare tutto d’un fiato la prima volta, e piano una seconda. Non è possibile coglierne tutti i significati immediatamente, e questo è un po’ il marchio di fabbrica di Rancore, che si è evoluto ma senza tradire se stesso.

Marco Nuzzo