Venezia è uno dei simboli dell’Italia nel mondo, una città che è riuscita a rapire il cuore di artisti e intellettuali, da Nietzsche a Mann.
Le immagini della furia della natura che si è abbattuta sul gioiello veneziano fanno male al cuore di chiunque ami l’arte e la bellezza.
L’acqua alta è tale quando supera gli 80 centimetri ed è provocata da fattori astronomici (attrazione lunare e attività solare) e da condizioni metereologiche, come forti piogge e vento. È stata proprio la combinazione tra pesanti temporali e forti raffiche di vento a generare la seconda acqua alta più grande della storia di 187 cm (194 nel 1966).
A tali fattori si aggiungono l’abbassamento del livello del suolo, diminuito moltissimo negli gli ultimi decenni, e l’innalzamento delle acque per effetto del surriscaldamento globale.
Da fuorisede ho avuto la possibilità di vivere Venezia, di scoprirla, di amarla e di odiarla. Ho avuto la possibilità di vivere un’esperienza unica, irripetibile, che ricorderò fino alla fine dei miei giorni.
I veneziani, da sempre abituati a convivere con il difficile equilibrio tra uomo e natura, hanno subito gravi danni, gravi perdite, ma non molleranno.
Non molleranno perché, come dicono loro, sono pienamente immersi nella filosofia “duri ai banchi”, ossia non si arrendono mai, sanno andare avanti e tenere duro.
Dopo la marea eccezionale di martedì sera, Venezia ieri si è svegliata in silenzio, colpita al cuore, ma non affondata. Fianco a fianco, i veneziani hanno fatto la conta dei danni, mettendo da parte il salvabile.
Questa catastrofe riporta alla mente l’importanza di Venezia nel mondo. Non solo un’importanza artistica, ma storica.
Venezia non è solamente una città, è un modo di essere, da sola contro l’acqua, sempre pronta a lottare per difendere gli spazi conquistati con fatica.
Tuttavia, la catastrofe deve anche far riflettere, poiché sottolinea la fragilità del nostro patrimonio artistico. Nonostante la sua importanza, la sua capacità di generare flussi turistici, Venezia non è solo questo, Venezia è l’insieme di storie ed emozioni.
Venezia non può ridursi ad un parco divertimenti e non succederà. Lo dimostra la solidarietà nei confronti dei veneziani, lo dimostra la loro voglia di andare avanti, lo dimostra il continuare a bere uno spritz nonostante il finimondo al proprio fianco.
Venezia è stata una seconda casa per me, abruzzese abituato alla terraferma e non ai ponti, e mi ha saputo conquistare, arrivando a conoscerla palmo per palmo.
Ognuno di noi, passeggiando a Venezia, vede scene passate, pensa alla convivenza tra passato e futuro. Tutto questo non può e non deve morire, non è giusto.
Non è giusto nei confronti di chi centinaia di anni fa decise di fuggire dalla terraferma per far nascere la futura Serenissima, che ha dimostrato come le dimensioni non contino se ci sono ingegno, preparazione e scaltrezza.
Venezia è la città che ospita la Libreria Acqua Alta, custode di tesori letterari di inestimabile valore, che più volte è stata messa a dura prova dalla marea ma ha sempre saputo reagire e rialzarsi.
Venezia non deve sparire, non lasciamo soli i fioi veneziani.